Il Vinitaly è un’occasione ghiotta per incontrare grandi e piccoli produttori d’eccellenza. Come ho già scritto qualche giorno fa il bello dell’evento veronese è rappresentato proprio dalle persone che si possono conoscere o ritrovare. Vecchi e nuovi amici che si danno appuntamento negli sconfinati spazi della fiera scaligera e con cui si possono scambiare chiacchiere e pareri sul mondo del vino, tanto in generale quanto scendendo nel particolare. Ecco allora il racconto di alcune delle degustazioni più interessanti cui ho avuto la possibilità di partecipare nel mio unico giorno di Vinitaly di quest’anno
Partendo dall’estremo sud e da uno dei nomi che ha dato lustro alla viticoltura siciliana nel mondo: Duca di Salaparuta. Un nome che è diventato sinonimo di qualità per chi ha imparato a conoscere ed apprezzare i suoi prodotti. Nel raffinato stand ricavato al centro del padiglione dedicato alla Sicilia c’era la possibilità di degustare alcuni prodotti dell’ampia gamma del gruppo Salaparuta, due in particolare mi hanno colpito, per motivi diversi. Il primo è il Calanica Insolia e Chardonnay del 2012 che, per me, è un simbolo della Sicilia che si sta internazionalizzando senza perdere di vista le proprie origini, ma anzi valorizzandole al meglio. Bei profumi freschi, erbacei, piacevoli e vivaci ed un corpo sottile ma di struttura dove prevale la frutta gialla per un vino da bere a pranzo, fronte mare, rinfrescati dalla brezza che spira dalla distesa blu che circonda la Sicilia
Il secondo è un’anteprima assoluta prodotta per festeggiare i 180 anni di storia della cantina Florio e lanciata quest’anno: il Centottanta. Uno zibibbo passito, maturato in caratelli di rovere dove in precedenza aveva sostato per lunghi anni il Marsala del 1963. Un naso coinvolgente, ricchissimo e poliedrico dove si alternano in una girandola continua note di uva passa, cedro candito, sentori affumicati su di un gradevolissimo sottofondo fresco. Una bocca regale, dall’incedere andante, che non si sofferma mai troppo sulla dolcezza, che è presente ma con grande eleganza. Un signore della Sicilia dei secoli andati, nobile per natura, unico nel suo genere, custodito in una bottiglia preziosa quanto il nettare che contiene. Memorabile
Dalla Sicilia si passa al grande nord ed in particolare alla Valle d’Aosta per una degustazione molto interessante organizzata dalle Caves cooperatives de Donnas durante la quale è stato possibile assaggiare una verticale del Nebbiolo prodotto alle porte della Vallée. Un viaggio di grande valore che ha dato la possibilità ai partecipanti di approfondire la conoscenza di un prodotto di carattere, troppo spesso messo in ombra dai vicini piemontesi, da cui differisce in maniera sostanziale. Un Nebbiolo di montagna, ma dal tannino mai calcato, sapido invero e molto aguzzo, dove la dimensione verticale prevale largamente su quella orizzontale
Le annate nuove sono risultate già molto pronte, e gradevoli, avvolgenti e stuzzicanti. Ma è risalendo di un decennio e poco più che si incontrano le vere sorprese, perché i Donnas di metà degli anni ’90 sono stati quelli che hanno regalato le emozioni maggiori. Vini ancora estremamente freschi, in cui comparivano note evolutive caratteristiche di sugosità ed affumicatura che trasmettevano al cervello immagini di caminetti accesi e cene a base di cacciagione richiamando gli astanti alla convivialità. Una degustazione istruttiva che fa crescere la curiosità intorno ai vini della regione alpina
Ma parlando di Nebbiolo non ci si può esimere da un passaggio in Langa, ed in particolare in uno dei comuni meno chiacchierati: Novello. Chi passasse da queste parti potrebbe incrociare i vini di Elvio Cogno e difficilmente non ne rimarrebbe affascinato. Due su tutti: la Barbera Pre Phylloxera 2011 ed il Barolo Vigna Elena 2007. La prima, come lo dice il nome, è una Barbera proveniente da vigne sopravvissute al flagello della fillossera, vecchie matriarche che superano il secolo di vita e che ancora ci regalano frutti genuini, che vengono trasformati in un vino di grande beva. Un’essenza di Barbera che ha acquisito consapevolezza di sé stessa e fa vibrare il palato di chi l’assaggia con onde di vero piacere
Il Barolo Vigna Elena è un concentrato d’eleganza, maturato per 36 mesi in botti grandi (40 ettolitri) di rovere di Slavonia colpisce per l’equilibrio. Figlio di un’annata di grande equilibrio e pronta fin da ora mostra un carattere poliedrico dove note di frutta rossa matura si accompagnano a tannini già ammorbiditi e vengono esaltate da una piacevole speziatura mai aggressiva. Un Barolo dal carattere mite, che si concede con gentilezza, ma facendo apprezzare appieno la propria struttura. Menzione d’onore per l’Anas-cëtta 2012, bianco autoctono langarolo (Nascetta, pronunciata nas cetta, mi raccomando) floreale ed agrumato preservato con cura dalla cantina Cogno
Piccoli scampoli da una giornata intensa, lucori più vividi dal firmamento del Vinitaly
Articolo scritto e redatto da Federico Malgarini | Tutti i diritti sono riservati