Il Vinitaly è un raccoglitore di pensieri sparsi, di idee, immagini, parole e volti. Gli assaggi sono sempre pochi per chi, in debito di tempo oltre che di ossigeno, deve cercare di concentrare tutto il succo dell’immensa fiera veronese nelle brevi ore di una giornata di apertura. Si macinano chilometri e per non perdere tempo negli spostamenti si corre da un padiglione all’altro. Si vedono facce note che nella trepidazione non si associano a storie e si inquadrano lineamenti nuovi che da quel giorno avranno una storia appiccicata

 

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Non ho ancora deciso quale sia il modo migliore di affrontare il Vinitaly. Ho iniziato anni addietro girovagando a casaccio con l’incrollabile convinzione di avere in realtà una meta, un filo conduttore, mentre invece andavo puramente ad istinto. Poi ho provato con la pianificazione svizzera, un appuntamento ogni ora, ora e mezza, niente sgarri e tanta puntualità (per quanto i corridoi ingombri di gente lo permettano). Quest’anno ho optato per la pianificazione “all’italiana” un appuntamento ogni tanto (che racconterò in un successivo post) e, quando possibile, saluti agli amici produttori incontrati lungo il cammino

 

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Non so come affronterò il Vinitaly l’anno prossimo, se ritornerò sui miei passi, applicando in maniera migliorata uno degli approcci già sperimentati, o se mi inventerò qualcosa di nuovo (chessò, il teletrasporto?). Fatto sta che prima di tutto il Vinitaly è un evento per intessere e fortificare relazioni, o almeno io l’ho inteso così da quando ho smesso di correre dietro ai bicchieri facili ed ai gadget che dopo un mese finivano irrimediabilmente nella spazzatura. È un contenitore ricchissimo di variegata umanità interconnessa (mai come quest’anno) dalla passione per il vino

 

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È un momento per rivedere persone che non si incontravano da tanto tempo, scambiarci anche solo quattro chiacchiere, e se non c’è tempo neanche per quelle almeno un sguardo di intesa, un cenno di assenso, un “ci vediamo dopo” che è più un disperato augurio che una speranza. È un’occasione per raccogliere sorrisi (continuo a parlare di sorrisi ultimamente). Io sono stato fortunato e ne ho collezionati tanti a questa edizione del Vinitaly: sorrisi più aperti e gioviali e più timidi e riservati, ma sempre sorrisi veri. Sorrisi che sembrano concentrare nel semplice atto della contrazione dei muscoli facciali tutto il proprio essere. Sorrisi tirati dalla tensione dell’aspettativa e dalla stanchezza e sorrisi distesi dalla consapevolezza di avercela fatta

 

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E poi parole. Gridate da uno stand all’altro per farsi sentire al di sopra della confusione di fondo che regna sovrana oppure sussurrate appena per non corrompere l’atmosfera di un assaggio particolare. Parole scritte su pezzi di carta nel vano tentativo di eternare un irripetibile istante di estasi sensoriale e parole pensate e non dette.  Parole scritti sulle pareti degli stand e sui volti delle persone che, da una parte all’altra del bancone si scambiavano idee anche senza fiatare

 

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E poi ancora colori, odori, sapori, rumori e tutto quanto di sensoriale si possa percepire. E poi speranze e sogni e visioni. E ancora propositi, programmi e progetti

 

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E il vino? Se in quello che ho scritto non ci leggete il vino, beh allora vuol dire che ho proprio fallito!

Il Fede

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Articolo scritto e redatto da Federico Malgarini | Tutti i diritti sono riservati

9 Risposte

  1. Federico Malgarini

    Caro Paolo, un giorno o l’altro dobbiamo andare per mare insieme io e te
    Od in alternativa navigare lungo la Saone su di una chiatta andando all’arrembaggio delle cantine di Borgogna (questa non sarebbe male, vero?)

  2. Paolo Carlo

    Ciao Fede, credo che Vinitaly non abbia un modo di poter essere affrontato, è molto simile alla navigazione per mare, conviene molto di più assecondarne correnti e ondate cercando di tenere un parvenza di rotta ideale. 🙂
    Una lettura rinfrescante questo post, sono sinceramente onorato di farne parte e molto lusingato di vedere le mie bottiglie vicine a quelle di Marilena.
    Bravo!

  3. Marilena

    Il vino?
    Ossì, ce n’è tantissimo di vino qui 🙂 E c’è molto di più: c’è l’anima di chi condivide la stessa passione, anche al di là delle parole.
    Baci,
    M.

  4. Martina Elisabeth Asch

    Vinitaly deve essere una bellissima esperienza, io non ho ancora avuto modo di andarci ma mi piacerebbe tanto. La produzione del vino in Italia è una delle grande eccellenze italiane. Ci sono persone così preparate in materia, così professionali, così appassionati! Aspetto volentieri i racconti della tua esperienza e la presentazione di case vincole sicuramente eccellente! Martina
    BloggHer women’s kaleidoscope

    • Federico Malgarini

      E’ un’esperienza bella e stancante, che deve essere affrontata con un minimo di organizzazione per non essere fagocitati dalla calca, ma che sa regalare sempre belle emozioni, ti auguro di passare nelle prossime edizioni, poi mi saprai dire