Il periodo delle feste invernali è quello durante il quale, storicamente, si consumano più bollicine. È vicino alla transizione da un anno all’altro e specialmente allo scoccare della mezzanotte che vengono aperte più gabbiette e fatti saltare il maggior numero di tappi a fungo. Sarà perché la bolla mette comunque allegria con la sua frizzantezza oppure perché gli spumanti sono fra i pochi vini bipartisan che piacciono sia agli uomini che alle donne, comunque sia è questo il periodo dell’anno in cui se ne beve di più

 

 

C’è una manifestazione che si tiene una volta all’anno e che ha come protagonisti assoluti proprio spumanti e champagne. Sto parlando di Bollicine… Mon Amour, rassegna enologica novembrina ospitata all’interno della storica ed affascinante cornice della reggia di Colorno (PR), sede fra le altre cose della scuola internazionale di cucina italiana ALMA. L’edizione del 2012 ha visto un numero importante di espositori, circa 50, provenienti in maggioranza dal Belpaese, ma con una nutrita e selezionata rappresentanza di produttori d’Oltralpe, fra cui ben 12 maison champagnistiche

 

 

 

La rassegna è stata l’occasione per approfondire la conoscenza con alcune delle zone viticole italiane maggiormente vocate alla produzione di vini spumanti, ma anche per scoprire piccole produzioni di nicchia poco note e con caratteristiche peculiari. Per cui affianco a produttori dell’Oltrepo e lambruscai emiliani (queste due categorie erano le più rappresentate vista l’ubicazione geografica della rassegna) si è avuta la possibilità di degustare ottime etichette di Franciacorta, Trento ed Alta Langa di alcuni dei produttori maggiormente conosciuti ed apprezzati. Ma anche le piccole ed affascinanti produzioni spumantistiche della Cave du Vin Blanc de Morgex et de La Salle (Valle d’Aosta) ed il Moscato di Trani (Puglia) spumantizzato da Franco di Filippi

 

 

 

 

Come anticipato sopra anche i cugini transalpini erano scesi in terra emiliana in forze, con una importante selezione dalla Champagne (Piper Heidsieck il più noto), ma anche con un buon numero di interessanti produttori di Crémant dai territori più disparati. Partendo dal sempreverde Crémant d’Alsace, passando per gli altrettanto conosciuti territori della Bourgogne, della Loire e del Jura, per poi approdare ai meni noti Die e Limoux, si aveva l’occasione di fare un rapido tour della produzione spumantistica francese senza mai uscire dalla reggia

 

 

 

Di grande interesse anche le degustazioni guidate, volte ad approfondire la conoscenza di un determinato territorio, piuttosto che di una particolare annata, oppure ancora per permettere una comparazione fra zone e produttori diversi, apprezzandone le diversità e ravvisandone le caratteristiche in comune. Gli ampi spazi della residenza nobiliare davano la possibilità di soffermarsi qualche secondo in più con i produttori per cercare di entrare maggiormente in sintonia con la loro filosofia produttiva. L’unica nota stonata che mi sento di rimarcare è la scelta dei bicchieri, non molto adatti alla degustazione, ma sono sicuro che sia solo un incidente di passaggio che verrà risolto l’anno prossimo

 

 

 

Nel complesso una bella manifestazione, sicuramente da segnare in agenda!

Articolo scritto e redatto da Federico Malgarini | Tutti i diritti sono riservati

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