Nel cuore delle imponenti Cisterna della Fondazione Prada, Thierry De Cordier plasma “NADA”, un’esperienza espositiva che trascende la pittura per trasformarsi in meditazione sul nulla. Dieci tele monumentali datate tra il 1999 e il 2025 dialogano con uno spazio alto, silenzioso, illuminato solo dalla luce naturale dall’alto, come atmosfere sospese fra arte e sacro.
Il progetto nasce da un atto radicale: la distruzione simbolica della prima tela, un dipinto nero concepito per cancellare l’immagine della crocifissione, con l’obiettivo dichiarato di “annientare un’icona cristiana profondamente radicata”. Ma il gesto originario evolve: l’artista legge San Giovanni della Croce, trova il richiamo al “nada”, al rigore senza enfasi, all’annullamento per avvicinarsi all’unica vera realtà. Da negazione a contemplazione, le sue tele diventano spazi pittorici scuri che aprono sul vuoto, sul sublime.
L’allestimento è architettura visiva: ogni sala accoglie una struttura‑totem con ante laterali aperte. I dipinti maggiori si trovano al centro, mentre altre opere più intime sono collocate in nicchie laterali. La disposizione evoca un trittico contemporaneo, e soprattutto la grande Gran Nada (2007‑12), di fronte alla quale è collocata una panca invita il visitatore alla sosta, alla contemplazione silenziosa.
Thierry De Cordier è un artista che unisce pittura, installazione e poesia visiva, noto per un’indagine esistenziale che passa per paesaggi, spiritualità, silenzio e assenza. La sua poetica si concentra sulla sottrazione: togliere l’ornamento, lo splendore, la narrazione, fino a lasciare quel “nada” che diventa forma e significato contemporaneamente.

Il pubblico trova nella Cisterna un tempio post‑industriale in cui percepire un dialogo fra architettura e pittura: lo spazio ricorda un sepolcro o una cappella, ma è la luce che filtra dall’alto a creare un’atmosfera sospesa, dove il nulla si fa palpabile e sacro. Le tele quasi monocrome non sono esercizi astratti, ma stanze dello spirito, finestrature interiori su un’assenza che, paradossalmente, diventa presenza. Dove la scritta “NADA” rimpiazza l’iconica INRI, non per negare il mistero, ma per sottolinearlo.
In questa mostra, De Cordier invita a confrontarsi con l’enigma della refrattarietà del senso: non è solo negazione di simboli, ma gesto di rigenerazione. Una forma sottratta alla tensione del dolore, in cui il vuoto apre al sublime e offre spazio alla riflessione più intima, religiosa o profana che sia. Una sfida visiva che spinge lo spettatore a guardare oltre l’apparenza, a farsi un’esperienza contemplativa del nulla che, paradossalmente, esiste in modo potente. Con questo percorso la Fondazione conferma la sua vocazione a generare esperienze dove arte e pensiero si fondono, e dove il silenzio, in fondo, dice più di mille parole.
La mostra è aperta fino al 29 settembre 2025, nella sede milanese di Fondazione Prada in largo Isarco e può essere vista ogni giorno dalle 10 alle 19, eccetto il martedì.




Img di Laura Renieri | Tutti i diritti sono riservati
Scrivi