L’ultimo appuntamento del 2011 al Westin Palace, occasione per dire arrivederci all’anno prossimo a tante persone di grande spessore conosciute grazie al blog, vede dietro ai fornelli lo chef Christian Busca del ristorante Il giardino degli ulivi del Grand Hotel San Pietro di Taormina. Il nostro chef, sabaudo di nascita, ma saggiamente trasferitosi ormai da numerosi anni in quel piccolo angolo di paradiso affacciato sullo stretto di Messina che è Taormina, propone un interessante incrocio fra la cucina nordica e quella meridionale, tanti profumi e grande sostanza
Come d’abitudine l’apertura delle ostilità viene affidata al resident chef Augusto Tombolato che propone uno sformatino caldo di zucca mantovana su fonduta di Castelmagno e tartufo. Profumi tipicamente autunnali molto intriganti per un antipasto che stuzzica le papille gustative dei commensali, un ottimo inizio
Lo chef ospite della serata per la sua presentazione si affida ad un antipasto che sa fortissimamente di Sicilia: Pesce stocco e oliva minuta, pane e panelle con infusione calda di basilico e datterini. Per un appassionato delle panelle come me non poteva esserci apertura migliore. Il sapore dello stocco, particolarmente delicato si armonizza in maniera perfetta con la sapidità delle panelle e delle olive mentre il basilico equilibra il tutto
Il primo proposto da Christian Busca è di certo il piatto più intraprendente della serata: ravioli di peperoni secchi e burrata con tartare di gamberetti di Nassa e infusione di latte di mandorla. La burrata ed i peperoni secchi, abbinamento nuovo e molto interessante, formano un ripieno decisamente gustoso, la pasta dei ravioli è molto consistente ed i gamberetti crudi sono davvero ottimi. Una bella scommessa, vinta dallo chef
Il secondo è stato, a mio parere, il piatto più interessante e più gustoso: trancio di cavagnola e pistacchi con caponatina bianca e spuma di patate al limone. Con questo piatto lo chef mette a nudo la propria cucina, una cucina fatta di profumi di mare, di grande attenzione alla cottura, lenta e delicata, di ricerca di abbinamenti coraggiosi e di grande tecnica. Il pesce, che peraltro è di passo nel tardo autunno quindi anche per questo rendo onore allo chef, avvolto in un sottile e croccante velo di pistacchi è morbido e succoso. Le spume delle patate donano una leggerezza quasi eterea al piatto che viene prontamente riportato a terra dal deciso sapore della caponata. Davvero un piatto ben pensato e magistralmente eseguito
A testimonianza dell’audacia nella ricerca degli abbinamenti dimostrata dallo chef, anche la scelta del vino col quale accompagnare la ricciola è stata inusitata: un Etna Rosso 2009 delle Tenute Chiuse del Signore. Il vino, molto profumato e di corpo equilibrato, ma non eccessivamente persistente nè lungo, si sposa in maniera inaspettata col pesce, un’interessante scoperta. La cantina, inoltre, fa parte della proprietà del Grand Hotel San Pietro, completando quindi il quadro che ci viene offerto.
La chiusura delle danze viene demandata allo chef Tombolato che, con evidente spirito natalizio, propone una golosa rivisitazione di un classico milanese: cofanetto di panettone con crema profumata al mandarino su chantilly alla cannella. La crema alla cannella ha fatto numerosi adepti, fra cui il sottoscritto, davvero una leccornia.
In sintesi, un ottimo modo di darsi l’arrivederci ad una nuova stagione di deliziose cene e graditissime compagnie
Un caro augurio di buon anno a tutti voi!
Articolo scritto e redatto da Federico Malgarini | Tutti i diritti sono riservati
Il Fede sembra Carlo Rossella. Sarà mica lui sotto mentite spoglie? Buon Anno e ricordate che vorrei conoscere Carlo Cracco!
P.S. Avvertitemi per tempo che mi restauro.
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