Tutti noi abbiamo una passione, un motore emozionale, una spinta interiore. Un’attività che ci fa sentire veramente vivi ed in qualche misura liberi, lontani dai vincoli della vita di tutti i giorni passata fra scrivanie d’ufficio ed ingorghi metropolitani. Quella cosa particolare che fa agognare con fatica al venerdì sera per sganciarsi dalla quotidianità e tuffarsi finalmente in un mare che ci è più congeniale, che sentiamo più nostro

 

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La mia passione, qualora non si fosse ancora capito, è il vino. Inteso sia come prodotto finale che come complesso ambiente fatto di leggeri equilibri e grandi azzardi, lavoro duro e, soprattutto, grande dedizione e ricerca. Un mondo particolare popolato da persone con tanto da raccontare, da trasmettere, da far vivere. Persone uniche, ognuna per un motivo diverso, ma tutte unite dal comune denominatore del vino che le rende un gruppo eterogeneo quanto armonico e tutto da scoprire

 

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Una delle parole chiave del mondo del vino è condivisione. È un concetto che avevo già espresso qualche articolo fa parlando della bella manifestazione di Villa Favorita, ma che ci tengo a ribadire in quanto è a mio parere fondamentale per poter godere appieno degli effetti benefici apportati dalla scoperta di una nuova bottiglia così come dalla riconferma di un prodotto noto. E la condivisione non può che passare attraverso il dialogo, scambio d’idee fra persone accomunate da una medesima passione che può essere fatto di interminabili fiumi di parole così come di consapevoli silenzi che hanno al loro interno un mondo di significati che non abbisognano di lemmi per essere espressi

 

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A volte capita di andare a far visita ad una cantina, magari una che si era già visitata in precedenza, e di passare alcune ore in placida tranquillità, intavolando discorsi che nascono dal vino e che vanno ineluttabilmente a naufragare sull’interpretazione del presente, sull’analisi del passato e sulla divinazione del futuro. A me è capitato di recente tornando a trovare Franz Haas, conosciuto troppo rapidamente alcuni mesi fa con la promessa di ritrovarsi con più calma non appena ci fosse stata l’occasione. Ecco allora che il vino in sé diventa pretesto per qualcosa di più ampio ed articolato, per la condivisione di punti di vista, per lo scambio di pareri personali. E capita quindi che il tempo passi e che nei bicchieri venga versata solo acqua perché sono già i discorsi ad essere imbevuti di vino

 

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Ed ecco che si ha l’occasione di scoprire qualcosa di nuovo, di crescere personalmente attraverso il confronto con chi ha dedicato la propria vita alla ricerca della massima espressione di un terroir, parola semplice e troppo spesso abusata che sottintendo un complesso intrico di terreno, clima e vitigno. In questo caso il contesto è quello dell’Alto Adige, più precisamente della sua zona più meridionale e scendendo nello specifico di quel piccolo lembo di terra sotteso dai comuni di Egna, Ora e Montagna. Il vitigno è uno dei rossi che maggiormente riescono ad esprimere il concetto quanto mai concreto di eleganza e raffinatezza: il Pinot nero. Principe fra i vini che sui versanti di queste montagne ha trovato un ambiente ideale dove esprimere la propria natura

 

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Ed è solo senza fretta che si potranno scoprire le tante somiglianze fra la persona ed il vino. Perché il Pinot nero di Franz Haas È Franz Haas. Il suo rigore tecnico nell’analisi e nella ricerca della migliore via per interpretare la propria uva si riflette in un vino ineccepibile, frutto di centinaia di vinificazioni sperimentali che ogni anno cercano di sondare un po’ più in profondità il mutevole carattere di questa magnifica uva. Il suo spirito caparbio si riflette nitidamente nella verticalità del suo vino, che non si accontenta di essere un grande Pinot nero, ma vuole farlo in una maniera personale e caratteristica. Ma è grattando la superficie e ponendosi veramente in ascolto che si percepisce una natura più vivace ed accesa, uno spirito intrinsecamente libero che mal sopporta di essere incasellato in una definizione già usata, ma vuole ricavarsi un proprio spazio

 

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A coronare tutto questo, il Pinot nero di Franz Haas è stato condiviso con un caro amico, cosa chiedere di più?

Il Fede

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Articolo scritto e redatto da Federico Malgarini | Tutti i diritti sono riservati

1 risposta

  1. claudia

    bel servizio da provare, complimenti per il blog 😉 Continuo a seguirvi, aspetto con ansia nuovi aggiornamenti!!