Il Roero è terra di colori. È un angolo di Piemonte a nord della Langa dove ovunque domina il colore. Il colore del cielo, ricco e cangiante, che riesce a regalare azzurri di rara intensità. Il colore dell’erba e dei fiori che la abbelliscono donandole sfumature sempre diverse a seconda della stagione. Il colore della terra ora più rossa e ferrosa, ora più azzurra e marnosa, sempre ricca e materna. Il colore delle case che punteggiano i cucuzzoli dei colli roerini ed il colore delle persone che le abitano
In mezzo a questo gradevolissimo turbine di colori si trova l’azienda Giovanni Almondo, a Montà per l’esattezza. Ed è col mio omonimo Federico Almondo che mi sono avventurato alla scoperta di questa bella realtà familiare, partendo dalla visita alle vigne, il cui terreno era completamente coperto dai fiori del tarassaco, i denti di leone, utili fra l’altro alle api del vicino. Questo piccolo dettaglio è significativo della collaborazione che si sta instaurando fra produttori, vinicoli ma non solo, facilitata da una fresca ondata di nuove leve desiderose di fare bene, ma soprattutto di fare insieme. Dovrebbero venire da tutta Italia ad imparare un po’ di collaborazione da questi ragazzi competenti e volenterosi che stanno mettendo in pratica il vecchio adagio de “l’unione fa la forza” ottenendo ottimi risultati
I vigneti di Almondo sono principalmente di Arneis, vino simbolo della terra roerina che la cantina propone in due versioni. Il Vigne Sparse 2012 è un assemblaggio delle differenti particella dell’azienda dal naso salino, di frutta fresca e di leggero agrume. Fin da subito si fa la conoscenza con la peculiarità dei vini del Roero, ovvero la salinità, donata essi dall’antico terreno marino su cui poggiano i vigneti e che qua e là affiora lasciando intravedere vere e proprie vene di conchiglie fossili. Il ricordo del mare è ben presente nei vini di Almondo e viene percepito nitidamente fin dall’etichetta più semplice. Il Bricco delle Ciliegie (sempre 2012) è invece un Arneis di sperimentazione: monovigneto (cru direbbero i francesi), con una parte che fa macerazione sulle bucce ed quota inferiore al 10% passata in barrique nuove. Quello che si ottiene è un vino più carico già nel colore, dalla frutta più matura e dotato di intense note floreali. In bocca è complesso e persistente con un bell’incedere sulla pesca matura. Un Arneis di grandissima classe
Il bello della gioventù è che si ha sempre grande desiderio di sperimentare strade nuove ed una di quelle che Federico sta cercando di percorrere lo porta al Riesling. Il Sassi e Sabbia 2011, chiaro rimando al terreno di provenienza, è un’opera prima che non smentisce la linea della cantina soprattutto al palato, mentre pecca un po’ di chiusura al naso. Grande risultato per essere un primo tentativo che, sono certo, con l’esperienza saprà riempire le piccole mancanze ed amplificare i tanti pregi. Davvero molto interessante il Fosso della Rosa 2011, Brachetto del Roero completamente diverso dal fratello di Acqui, al occhi chiusi si direbbe un moscato per i nitidi aromi di camomilla e miele. Una piacevole scoperta
Ma Roero è anche terra di gradevoli Nebbioli. Non grandiosi, pomposi, muscolosi o tannici, ma Nebbioli che giocano più sul frutto, sulla freschezza, sulla beva e sulla grandissima piacevolezza. Il Roero 2011 da vasca è un vino facile e fresco, con un naso in cui la frutta del Nebbiolo è padrona incontrastata ed una chiusura leggera di legno che ricorda il cacao dolce (invecchiamento parte in barrique di secondo passaggio, parte in botti grandi). Il Bric Valdiana 2010 è invece più maturo, frutto di un processo più ”spinto” (12 giorni di fermentazione, malolattica in barrique ed affinamento in botte) svela una bella ciliegia rossa, mentre al palato risulta ancora molto giovane e bisognoso di tempo per amalgamarsi al meglio. Riassaggiato dopo un giorno di apertura risulta molto più equilibrato e delicato dando certezze sull’invecchiamento. La prova da botte del 2011 è una vera bomba di profumi e piacevolezza di beva, se prosegue su questa strada (e ci proseguirà) diventerà un vino da arresto preventivo
Una visita che mette di buonumore quella alla cantina di Almondo, da visitare anche per sidro di ottima fattura che qui viene prodotto
Articolo scritto e redatto da Federico Malgarini | Tutti i diritti sono riservati