È innegabile, il mondo del food & drink ultimamente è diventato di moda, molto di moda. Si parla sempre più spesso di tematiche legate al cibo e al vino con dibattiti oramai divenuti dei veri cult del genere come la sempreverde discussione sulla perimetrazione dei vini naturali: chi sono? Da dove vengono? In cosa sono differenti dagli altri? Dove stanno andando?
Troppo poco spesso, a mio parere, si parla invece dell’importanza del giusto bicchiere per esaltare al massimo le qualità organolettiche di un determinato vino. Questo è, invece, un tema molto importante per poter gustare appieno un vino al culmine delle sue potenzialità. E quando si parla di bicchieri da degustazione la mente non può non andare direttamente al nome di Riedel, l’azienda austriaca che ha da sempre legato il proprio brand al mondo della degustazione sia professionale che edonistica
Ad oggi chi tira le redini dell’azienda è Maximilian J. Riedel, undicesima generazione alla guida della società il cui stabilimento principale a Kufstein, nel tirolo austriaco, continua a produrre raffinati calici soffiati a bocca. È il 1956 l’anno in cui tale stabilimento viene inaugurato e solo pochi anni dopo, nel 1961, appaiono per la prima volta in assoluto nel catalogo dell’azienda calici da vino differenziati per forma e dimensione, studiati appositamente per massimizzare l’espressione del vino nel bicchiere. L’unione di tradizione e innovazione è ciò che ha fatto la fortuna della Riedel che nel 1973 ha presentato la serie che ne ha decretato il successo globale: la Sommeliers che quindi con quest’anno festeggia i 40 anni di continui successi
Fu Claus Riedel ad idearla e la presentazione ufficiale avvenne proprio in Italia, ad Orvieto, in collaborazione con l’AIS. Una serie, la prima, di calici ideati appositamente per esaltare ognuno una singola tipologia di vitigno. Da allora la ricerca della perfezione da parte della Riedel non si è più fermata, approcciando il mondo della degustazione in maniera sperimentale e approfondita e giungendo nel 1986 al lancio della collezione Vinum, la prima al mondo a proporre bicchieri differenziati per tipologia di vitigno soffiati a macchina. Il frutto di un lungo percorso di studio e degustazione alla ricerca della forma perfetta per ogni vino, perché in questo caso “è il contenuto che determina la forma”
“A ciascun vino il suo bicchiere” sintetizza pienamente la filosofia e la determinazione di Georg Riedel, padre di Maximilian e figlio di Claus, l’uomo che è stato capace di traghettare l’azienda dalle luci dei primi successi alla solida stabilità attuale, senza smettere mai di inseguire un’idea, un obiettivo ben preciso: quello di produrre calici capaci di enfatizzare le naturali caratteristiche del vino per il quale sono stati ideati. I numeri attuali sono testimonianza di un indubbio successo: tre stabilimenti di produzione (Kufstein, Amberg e Weiden), 1.200 addetti e un totale di 50 milioni di pezzi prodotti ogni anno
E se le mie parole non dovessero bastarvi restate sintonizzati su queste frequenze, a breve si passerà alla pratica col racconto di una degustazione di alcuni vini effettuata in bicchieri diversi, per cercare di capire davvero la differenza che la forma può conferire alla percezione della sostanza
Image courtesy of Riedel
Articolo scritto e redatto da Federico Malgarini | Tutti i diritti sono riservati
interessante questo brand,nell’ultima foto quei candelabri sono meravigliosi
ti auguro in anticipo Buon Anno
tr3ndygirl.com
un bacione
Grazie mille del’augurio e scusa per il ritardo nella risposta, ma mi sono preso qualche giorno di stacco
La Riedel è una sicurezza quando si parla di bicchieri da degustazione
Buon anno anche a te