Cosa trasforma un cocktail qualsiasi in un’esperienza da ricordare? Sicuramente l’equilibrio degli ingredienti, che devono risultare perfettamente bilanciati fra di loro; la qualità degli ingredienti stessi che, come per ogni ricetta che si rispetti, gioca un ruolo fondamentale nella buona riuscita del prodotto finale. Ma poi contano anche l’inventiva e la creatività del bartender nell’ideazione del drink e, perché no, anche il nome che esso ha scelto di associarci perché sarà anche sulla base del nome che si deciderà di prendere proprio quel cocktail piuttosto che un altro

 

Diageo_WC2014_Firenze_ParteFinale_Low-33

 

Diageo_WC2014_Firenze_GaraKO_Low-29

 

La competizione Diageo Reserve World Class si basa proprio su questi principi. La gara, che mira ad individuare il miglior bartender del mondo, è un percorso articolato che inizia con le selezioni nazionali e, dopo una fase di semifinali locali volte a determinare il candidato più indicato a rappresentare il proprio Paese nell’ardua disfida, termina con un vero e proprio show down mondiale alla fine del quale resterà soltanto un vincitore. Giunta nel 2014 alla sua sesta edizione, la gara sta entrando nel vivo della fase nazionale e, dopo la prima semifinale di Napoli dedicata al sud Italia di cui avevo parlato qui, fa tappa a Firenze per scegliere i quattro bartender del centro Italia più completi che si sfideranno a maggio nella finale di Milano

 

Diageo_WC2014_Firenze_ParteFinale_Low-51

 

Diageo_WC2014_Firenze_GaraJW_Low-99

 

La location che accoglie la tappa fiorentina della sfida è davvero notevole. Si tratta della discoteca Otel Varieté, anche se definirla semplicemente discoteca appare quasi riduttivo. I locali di questo genere hanno di solito la brutta peculiarità di apparire sciatti e trasandati quando li si visita di giorno con la luce, quando rivelano agli occhi non appannati dall’alcool e confusi dalle luci stroboscopiche la loro vera natura. La discoteca in questione è invece elegante e piacevole anche visitata di giorno, con due banconi davvero notevoli che formano dei veri e propri palchi di scena su cui i 16 bartener previamente selezionati da una rosa importante di candidati si sono sfidati senza esclusione di colpi

 

Diageo_WC2014_Firenze_ParteFinale_Low-22

 

Diageo_WC2014_Firenze_GaraKO_Low-21

 

Anche per queste seconda semifinale nazionale le sfide che ogni concorrente si è trovato ad affrontare sono state due: da una parte la Mid Century Mediterranean Mastery in cui i partecipanti hanno dovuto mettere alla prova la loro abilità creando un cocktail a base di vodka Ketel One che rievocasse le atmosfere sognanti e spensierate della bella vita degli anni ’50 e ’60. Dall’altra parta la Flavour Challenge ha testato le doti dei bartender nel creare drink perfettamente bilanciati utilizzando come base il whisky Johnnie Walker Gold Label. Le idee viste a Firenze sono state tante e decisamente interessanti, rispetto alla tappa partenopea si è subito notata una maggiore confidenza dei partecipanti, probabilmente più abituati dei colleghi a competizioni di questo genere

 

Diageo_WC2014_Firenze_GaraJW_Low-19

 

Diageo_WC2014_Firenze_GaraKO_Low-3

 

Diageo_WC2014_Firenze_GaraKO_Low-55

 

Ma questa non era una competizione qualsiasi. La Diageo Reserve Wold Class è la champions leage della mixology ed ogni anno coinvolge migliaia di bartender da tutto il mondo (per questa edizione si parla di circa 18.000 candidati iniziali) mettendoli a dura prova al fine di determinare solo i migliori che potranno ambire a confrontarsi col gotha mondiale della disciplina nella finale che si terrà quest’estate in Inghilterra. La tensione è palpabile fin dalla chiamata dei concorrenti, all’estrazione dell’ordine di apparizione il silenzio è quasi irreale, soprattutto considerano la location dove ti aspetteresti invece musica e confusione. Anche bartender navigati che da anni sono sul palcoscenico nazionale sentono il nervosismo e non si contano le mani che tremano maneggiando il jigger. Le giurie, formate anche in questo caso da bartender affermati, professionisti della comunicazione e del mondo del beverage sono chiamate al delicato compito di giudicare i drink dei 16 sfidanti sulla base di un set di parametri che ne considera ogni aspetto dall’equilibrio, all’utilizzo dello spirit al nome scelto per il drink

 

Diageo_WC2014_Firenze_GaraJW_Low-5

 

Diageo_WC2014_Firenze_GaraJW_Low-86

 

Alla fine della lunga giornata di assaggi sono quattri i nomi che emergono dal gruppo. Si tratta di Elis Carriero del Disco Club di Bazzano alle porte di Bologna, Gabriele Menini del ConFusion di Verona, Leonardo Veronesi del Rivabar di Riva del Garda e Matteo Zamberlan del  Settembrini Cafè di Roma, con quest’ultimo ad aggiudicarsi anche la vittoria di tappa grazia ad un’accoppiata di drink davvero notevole. Il suo The Royal Family per la Flavour Challenge è un perfetto mix di profumi il cui tocco vincente risulta essere l’aromatizzazione con trucioli di quercia al porto che dona spessore e persistenza olfattiva; il That’s Amore creato da Zamberlan per la sfida dedicata alle atmosfere sognanti del Mid Century centra assolutamente tutti i temi della gara, coniugando elementi tipicamente mediterranei  come la marmellata di pomodoro pachino ad un gusto retrò e risultando nel complesso estremamente appagante

 

Diageo_WC2014_Firenze_GaraJW_Low-170

 

Diageo_WC2014_Firenze_ParteFinale_Low-104

 

Questi sono i secondi quattro candidati alla vittoria finale che, insieme a quelli selezionati a Napoli e ai quattro usciti vincitori dalla tappa torinese di cui parlerò a breve, si sfideranno all’ultimo cocktail nella finale meneghina. Ne vedremo ancora delle belle

 

Diageo_WC2014_Firenze_ParteFinale_Low-87

 

Diageo_WC2014_Firenze_ParteFinale_Low-103

Photo courtesy of Diageo

Articolo scritto e redatto da Federico Malgarini | Tutti i diritti sono riservati