La Mixology è l’abilità di combinare fra loro elementi alcolici e analcolici al fine di creare un drink equilibrato e godibile. I bartender sono gli artisti della mixology così come gli chef lo sono della cucina. A livello mondiale da alcuni anni si sta assistendo al crescente interesse che questa attività sta suscitando nel pubblico che sempre di più è propenso ad approfondire la conoscenza di ciò che beve e andare alla ricerca di cocktail che siano fatti a regola d’arte e che magari escano un po’ fuori dagli schemi, che vadano oltre il solito rum e cola creando, al pari di un piatto ben riuscito, un’esperienza gusto olfattiva completa
Anche in Italia, sebbene decisamente in ritardo rispetto ad altri Paesi come gli Stati Uniti o la più vicina Spagna, la mixology inizia finalmente a suscitare interesse e a catalizzare l’attenzione di un pubblico di appassionati che si sta lentamente espandendo. La Diageo World Class è la Champions League dei bartender. Una competizione internazionale giunta alla sua sesta edizione che ad oggi coinvolge oltre 18.000 professionisti del settore a livello mondiale. Un torneo estremamente articolato che ha come scopo finale quello di selezionare il più completo e creativo mixologist del mondo. La competizione prevede delle fasi preliminari nazionali volte ad individuare i concorrenti che difenderanno i colori del proprio Paese alla successiva fase continentale, per poi concludersi con la sfida finale dei migliori 16 bartender a livello mondiale
L’anno scorso il portacolori italiano che ha raggiunto la fase finale dei top 16 è stato Mattia Pastori del Bamboo bar, di cui avevamo parlato qui. Dal mese scorso è invece entrata nel vivo la competizione di quest’anno con la ripartenza della fase di selezione locale. Tre semifinali italiane (Sud, Centro e Nord), ognuna con il coinvolgimento di 16 bartender già previamente selezionati da una importante rosa di candidati che si contenderanno i 16 posti della finale nazionale di Milano a maggio. E quest’anno ho avuto l’onore di essere chiamato, oltre a raccontarvi l’avvincente storia di questa competizione, anche a vivere in prima persona l’esperienza della Diageo World Class in qualità di giurato. È così che con grande entusiasmo ho partecipato alla prima tappa della selezione nazionale che si è tenuta all’Archivio Storico di Napoli, affascinante bar dal sapore antico, ma dalla verve assolutamente contemporanea ubicato nel centro del capoluogo partenopeo
I 16 sfidanti hanno dovuto affrontare due prove di creazione di un cocktail a base di due prodotti top della linea Diageo Reserve (organizzatore e sponsor della manifestazione) che in questo caso specifico sono stati il whisky Jhonny Walker e la vodka Ketel One. Ogni bartender aveva a disposizione 5 minuti per la preparazione e presentazione del cocktail, stesso tempo messo successivamente a disposizione della giuria per degustazione, domande e valutazione. A complicare la sfida erano stati posti due temi principali: “mid-century mediterranean mastery” per Ketel One (sfida per la quale sono stato giurato) e “the flavour challenge” per Jhonny Walker. I bartender venivano giudicati non solo in base alla bontà del drink, ma anche alla presentazione, all’aderenza al tema prescelto, alla capacità di stare dietro al bancone e di intrattenere la giuria con la spiegazione di quanto preparato
Assistere alla competizione dalla posizione privilegiata, per quanto delicata, di giudice mi ha permesso di entrare estremamente in sintonia con l’evento e di apprezzare le capacità dei concorrenti. Essere a proprio agio in una situazione del genere non è da tutti, e chi aveva più esperienza è effettivamente risaltato sfoggiando una maggiore sicurezza, una gestualità più naturale e, di conseguenza, creando un feeling decisamente migliore con la platea. La creatività non mancava di certo ai concorrenti che si sono cimentati in ardite creazioni, ricorrendo anche all’utilizzo di elementi insoliti come ghiaccio secco e essenze floreali. Qualcuno si è fatto un po’ prendere la mano costruendo un piccolo laboratorio chimico sul bancone, con tanto di colonne di distillazione, perdendo però di vista il cuore della competizione che verteva sull’armonia del cocktail da presentare
Alla fine è stata la città ospitante, Napoli, a fare l’en plein. I quattro vincitori della prima semifinale erano infatti tutti provenienti dal capoluogo campano, con il vincitore che addirittura giocava in casa. Difatti Alexander Frezza che si è aggiudicato la gara è proprio il barista dell’Archivio Storico e ha piacevolmente impressionato con Lemon Island gli altri qualificati per la finale nazionale sono stati Salvatore D’anna del locale Occhi Occhi Oh, Antonio Esposito del Jungle American Bar e Daniele Pons de La Mela. Dei loro cocktail parlerò a breve in un successivo post. Con loro ci si rivedrà a Milano per la finale di maggio
Non mi resta che fare i complimenti a tutti i partecipanti, all’organizzazione che è stata impeccabile ed a rivederci alla prossima semifinale che si terrà a Firenze
Photo courtesy of Diageo Reserve
Articolo scritto e redatto da Federico Malgarini | Tutti i diritti sono riservati