Una figura favolosa quella che sfila da Gianfranco Ferrè
Dalle menti creative di Federico Piaggi e Stefano Citron si libra una donna assolutamente decisa, contaminata da un gusto masculine che ne esalta il carattere energico e indipendente. Le ispirazioni si combinano ecletticamente, la composizione architettonica dello spazio ristrutturato da Achille Castiglioni sembra fondersi negli abiti, un vago gusto quasi d’Oriente contamina i dettagli, le silhouette.
La purezza di stile che si origina esalta una femminilità contemporanea che non ha nulla da invidiare, nulla da chiedere. Volumi fluidi al contempo strutturati da cintura annodate in vita, sapientemente e distrattamente: sono queste a calamitare lo sguardo sul punto vita. Le asimmetrie si accentuano, i volumi si enfatizzano, i dettagli si evolvono, mutano passo dopo passo tra segni grafici, giochi geometrici e linee fluide.
Astrattezza e praticità si corteggiano attraverso scolli, fronte e retro, capispalla over e maxi lunghezze. Nudo non nudo.
Purezza di stile e femminilità contemporanea dal fascino colto: questo è quello che la maison italiana contempla e realizza, attraverso colori decisi e vibranti. Il nero è ancora una presenza ingombrante, ma assolutamente riuscita, il bianco il filo narrativo che dà continuità all’evolversi della gamma cromatica: cipria, ebano, blu, rosso e le infinite nuance di nudo.
Maniche kimono, polsini rigidi e colletti esasperati. I mai tralasciabili dettagli fur, drappeggi, sovrapposizioni e irriverenti spacchi laterali. Gilet iperbolici e baschine che sul punto di vita si fondono con gonne e pantaloni. La chiave è nella zip, iconica, rivisitata come dettaglio gioiello con la sua identità, il suo carattere.
Il gusto architettonico mi ha assolutamente soggiogata, nei capi come negli accessori, dai grandi bracciali compositi ai plastron che enfatizzano il collo, rigidi e sofisticati.
Il risultato? Una sensualità assoluta.
(Credits. Grazia.it)
Articolo scritto e redatto da Barbara Ceriali | Tutti i diritti sono riservati