Per fare il vino buono bisogna possedere tante qualità che spaziano dall’amore per il proprio lavoro fino allo zelo. Ed in mezzo alla lista deve essere assolutamente presente la competenza: mix di esperienza, volontà e desiderio di migliorarsi che non tutti possiedono e che permette a coloro che ne sono dotati di ottenere dei prodotti che si distaccano dalla massa. Perché se è vero che nessuno nasce imparato, è anche vero che non tutti hanno la sensibilità e l’acume per continuare il proprio percorso formativo anno dopo anno, per cercare di acquisire sempre conoscenze nuove
La sensazione che si ha parlando con Armin Kobler della sua esperienza come vitivinicoltore, visitando la sua cantina, assaggiandone i vini, è proprio quella di trovarsi di fronte ad una persona di grande competenza. Una importante esperienza nel mondo della frutticoltura prima e della viticoltura poi ed un trascorso da ricercatore enologico presso il centro sperimentale di Laimburg hanno formato professionalmente Armin che, a partire dal 2006, ha deciso di provare a fare il grande salto ed iniziare ad imbottigliare in proprio. Di uva ne veniva già prodotta nei 4,5 ettari vitati acquisiti nel tempo da Erich, il padre di Armin, ma veniva poi conferita all’esterno; ad oggi la produzione di circa metà della superficie viene invece destinata alla vinificazione ed imbottigliamento in proprio
La cantina è piccola e raccolta, estremamente funzionale, sembra fatta su misura per accogliere il vino che si fregerà dell’etichetta Weinhof Kobler. I vigneti, suddivisi in vari appezzamenti, sono tutti ubicati nel comune di Magrè e compresi fra i 200 ed i 220 metri sul livello del mare. I vitigni sono stati impiantati studiando attentamente il miglior matrimonio possibile fra le caratteristiche naturali di suolo, esposizione e clima, e quelle dei varietali selezionati. Il lavoro in vigna cerca di essere il meno impattante possibile: lotta integrata, grande attenzione alle previsioni meteorologiche, diminuzione dei trattamenti e vendemmia al giusto grado di maturazione permettono di portare in cantina un’uva assolutamente sana, che potrà quindi esprimersi al meglio
Ma parliamo dei vini, partendo dall’Ogeaner 2011, uno Chardonnay in purezza ottenuto dalle vigne più vecchie dell’azienda, acquistate nel 1958 ed in parte già impiantate con questo varietale. La finezza e la freschezza di questo vino colpiscono subito: profumi delicati tendenti alla frutta esotica dati dalla perfetta maturazione delle uve al momento della vendemmia si sposano ad una corretta acidità e ad una vivacità generale rendendo il vino molto piacevole e di grande beva. Si passa quindi al Pinot grigio 2011 Klausner che, seguendo la stessa lavorazione dell’Ogeaner (fermentazione malolattica non svolta ed affinamento solo in acciaio), mantiene intatte le caratteristiche del varietale. Profumi più intensi, in sui prevalgono la frutta verde matura ed i fiori appassiti, ed un corpo decisamente più importante e persistente, sono la prova di come il Pinot grigio abbia trovato in questa zona dell’Alto Adige un territorio assolutamente vocato
Il Feld 2010, invece, è un Gewürztraminer un po’ fuori dagli schemi. Un naso piacevole focalizzato sulla rosa, ma che si amplia anche su spezia (chiodi di garofano) e frutta (litchi), in bocca è polposo e chiude piacevolmente secco, senza indulgere in quella dolcezza caramellosa che troppo spesso si trova in questi vini. Abbandonati i bianchi si effettua una rapida, ma interessante, escursione nel mondo dei rosati col Kotzner 2011: Merlot 100% con una breve sosta in barrique usate. Naso leggero e suadente: piccoli frutti rossi maturi fra cui spiccano lampone e ribes, morbido e piacevole in bocca, bilanciato fra corposità e finezza, davvero un bel prodotto. Si chiude con classe passando al Klausner 2009, un Merlot riserva che effettua la fermentazione malolattica in barrique usate. Un vino di classe, estremamente vellutato in bocca, senza spigoli, tondo e pieno
Una bella visita, una bella persona, dei bei vini, un grande attaccamento alla terra testimoniato dalle etichette che riproducono gli appezzamenti di proprietà, da visitare!
Articolo scritto e redatto da Federico Malgarini | Tutti i diritti sono riservati