Si narra che Grado venga definita la figlia di Aquileia e la madre di Venezia, in un connubio di leggende e vicissitudini che l’hanno portata fino ai giorni nostri. Certo è che, questa cittadina, è senza dubbio ricca di arte e di tradizioni, di storia e di bellezza. Quella stessa bellezza che mi ha accolta in un giovedì di metà ottobre, con le nuvole a far da cornice a uno scenario lagunare che incanta fin dall’arrivo.

Non è un caso che il regista e poeta Pier Paolo Pasolini l’abbia scelta per girarvi Medea, uno dei suoi capolavori, definendola “Luogo dell’Anima” e fotografando alla perfezione una piccola enclave di armonica coesistenza tra la natura incontaminata della laguna, la tradizione asburgica che ancora si percepisce e la storia che si riconosce passeggiando entro le mura e visitando le chiese e i resti archeologici.

E proprio dalla storia vorrei iniziare questo racconto perchè i vecchi isolani ricordano sempre nelle loro parole ciò che menzionavo all’inizio: Grado è figlia di Aquileia e madre di Venezia, e dal punto di vista storico, questa frase risulta ineccepibile perché la storia di Grado è assolutamente legata a quella di Aquileia e del suo porto fluviale, sorto lungo le rive del fiume Akilis-Natisone, con lo scavo, gradus, sul mare. A seguito delle invasioni barbariche (401 – 408 Alarico, Attila 452), parte della popolazione trovò rifugio sulla costa. Nel 476 venne deposto Romolo Augusto, ultimo imperatore romano d’Occidente: la costa rimase nell’orbita bizantina, legata a Ravenna. Sede dal 586 del Patriarca, Grado conserva di quel periodo alcuni splendidi monumenti, che costituiscono il nucleo del suo incantevole centro storico (castrum), molto ben conservato.

La visita che vi consiglio prende quindi corpo proprio dal castrum: un pittoresco labirinto di calli e campielli (denominazione in comune con Venezia), con architetture tradizionali tratteggiate da muri di pietra e mattoni, piccole finestre, strette scalinate esterne, caratteristici comignoli (fugher) e ballatoi (balaor). Un tessuto urbano rimasto pressoché omogeneo e inalterato nel tempo, volto tipico di un borgo marinaro alto-adriatico. All’interno di questo scrigno di tesori, spiccano senza dubbio: la basilica paleocristiana di Santa Eufemia con il battistero, che conserva la testimonianza di quattordici secoli di storia con l’ambone romano, la grande pala veneziana trecentesca, in argento, il mirabile mosaico pavimentare e l’abside con l’affresco gotico del Cristo in gloria. Il lapidario nell’antica basilica di Santa Maria delle Grazie, con la sua caratteristica base rettangolare e i pavimenti musivi a doppio livello, edificata sul sito di una precedente basilica, risalente alla prima metà del V secolo. Si tratta di severi edifici alto-medievali in cui brillano le tessere di preziosi mosaici. Tesori d’arte e di architettura intorno a cui si sviluppa la città vecchia.

Città che non vanta solo arte e storia, ma anche una serie di botteghe tipiche come Oricalco e Salsedine Ceramiche, due piccole perle locali che val la pena di visitare e il Lungomare Nazario Sauro, definito dai gradesi “la diga” perchè nel ‘700 fu eretto a difesa della vecchia città dalle mareggiate, che collega oggi la spiaggia dell’Imperatore a est, alla spiaggia Costa Azzurra ad ovest.

Nel 1800, Grado divenne la meta privilegiata della buona borghesia e della nobiltà asburgica che, nel giro di qualche decennio, la fecero diventare il luogo di villeggiatura marina più alla moda dell’impero. Allora, all’Isola del Sole, riconosciuta ufficialmente dalle autorità austriache come località termale, si approdava con un battello, che faceva regolarmente la spola con la terraferma. Ora ci si arriva comodamente in auto, percorrendo la strada che, dal 1914, la collega alla campagna e, nei mesi estivi, con il battello Santa Maria che la collega ad Aquileia.

Se di battello parliamo, una meta tutta da scoprire è senza dubbio la laguna con sosta al Santuario dell’Isola di Barbana. Leggenda narra che nel 582 sull’isola vivevano solo due eremiti: Barbano e Tarilesso. In quell’anno ci fu una violenta mareggiata, al termine della quale gli eremiti trovarono sopra i rami di un olmo una piccola statua in legno della Madonna. Corsero a informare il Patriarca Elia di questa straordinaria scoperta e, il Patriarca (che allo stesso tempo aveva visto in sogno la Madonna che aveva detto di volere una chiesa sull’isola) decise di fare costruire qui un monastero. Monastero di cui restano due colonne realizzate in marmo greco perchè oggi, al suo posto, troviamo il nuovo monastero costruito nell’Ottocento, all’interno del quale vi è custodita la reliquia del frammento dell’albero presso il quale fu trovata l’immagine della Madonna. Dal 1237 Barbana è anche meta del famoso Perdòn, la processione che la comunità di Grado compie ogni prima domenica di luglio a bordo di barche, per rinnovare un antico voto alla Madonna che avrebbe salvato il paese da una terribile epidemia di peste. Ancora oggi l’Isola di Barbana e il suo Santuario mariano è meta ambita di numerosi pellegrinaggi che si compiono prevalentemente dal mese di aprile, al mese di novembre.

Tornando sulla terra ferma, due sono le destinazioni imperdibili: la Riserva Naturale Valle Cavanata e L’Isola della Cona nella Riserva Naturale Regionale della Foce dell’Isonzo.

La Valle Cavanata, sita nella parte orientale della laguna di Grado, dopo un passato come valle da pesca, viene inserita nel 1978 nella lista delle zone umide di valore internazionale, tutelate dalla convenzione di Ramsar. Nel 1996 diventa Riserva Naturale Regionale e successivamente viene inserita nella Rete Natura 2000 per la tutela della biodiversità. Simbolo della Riserva è l’oca selvatica, reintrodotta nel 1984 e ora nidificante. L’avifauna annovera 273 specie tra cui l’airone rosso, il cigno reale, la volpoca, il falco di palude, il cavaliere d’Italia, la spatola, il combattente, la pantana e la presenza saltuaria dei fenicotteri. Molto interessanti le zattere artificiali per favorire la nidificazione della sterna comune. Il centro visite della riserva si trova lungo la strada che da Grado porta a Fossalon e tramite pannelli, supporti audio e ricostruzioni agevola l’interpretazione ambientale. Il laboratorio didattico di Casa Spina, indirizzato principalmente al pubblico scolastico, completa l’offerta della riserva. Nei 327 ettari che la costituiscono, trova spazio un fitto mosaico di ambienti come gli ampi bacini salmastri, i canali di marea di varia profondità, le barene della ex valle da pesca, la zona litoranea e il bosco umido.

L’isola della Cona fa parte della Riserva Naturale Foce dell’Isonzo. Racchiusa in un’area di 2.400 ettari, l’area è situata lungo gli ultimi 15 km del fiume Isonzo ed è stata riconosciuta come miglior zona d’Italia per il birdwatching. Il suo simbolo è il chiurlo maggiore e dista solo 20 km da Grado. Un ecosistema unico al mondo, dove è possibile ammirare la rigogliosa flora (650 le specie presenti) e la fauna autoctone (sono 323 le specie avicole censite nella Riserva). È l’habitat ideale per decine di specie di uccelli acquatici come gli aironi, le folaghe, i germani reali, le alzavole, le marzaiole, le anatre e i gabbiani. L’area è attrezzata per escursioni a piedi o in bicicletta e offre la possibilità di partecipare a laboratori didattici e visite guidate; nonchè escursioni in sella ai bianchi cavalli Camargue.

Grado, piccola isola collegata con un ponte alla terraferma solo dal 1936, non è soltanto una località balneare, ma un concentrato di ambienti naturalistici tutti da scoprire. Certo, c’è la spiaggia, c’è la diga sul lungomare, il centro storico piccolo ma molto suggestivo e la laguna dell’Adriatico, ma il fascino crescente di questa località è legato al particolare ambiente in cui è immersa, un ambiente che comprende la laguna e due riserve naturali capaci di fare innamorare al primo sguardo.

Informazioni utili

Cosa fare a Grado: visita centro storico, visita Basilica di Sant’Eufemia, visita Basilica Santa Maria delle grazie, passeggiata sul Lungomare Nazario Sauro, visita Porto Mandracchio e celebri spiagge, visita Riserva Naturale Valle Cavanata, visita Isola della Cona, visita Tenuta Marco Felluga Russiz Superiore.

Dove mangiare a Grado: Ristorante alla Pace, Hotel Marea, Tavernetta Pizzeria Santa Lucia, Bar Bomben

Dove dormire a Grado: Hotel Ville Bianchi.