Nel cuore della Franciacorta, quell’affascinante lembo di terra verdeggiante che si apre sotto al lago d’Iseo, esattamente fra Adro ed Erbusco si trova Villa Crespia, punto di partenza e nodo nevralgico dell’arcipelago enoviticolo nato dalla collaborazione fra un grande nome dell’industria dei filati come Bruno Muratori, il quale conferisce anche il nome al progetto, ed un enologo dalle vedute all’avanguardia come Francesco Iacono. Villa Crespia rappresenta la prima delle quattro isole che compongono l’Arcipelago Muratori, il quale vanta proprietà anche nella magica Val di Cornia a Suvereto, sull’isola di Ischia e nel Sannio Beneventano

Territori molto diversi fra loro, in cui si ritrovano condizioni eccezionali per la coltivazione della vite non replicabili in nessuna parte del mondo con lo stesso risultato. Proprio per non mortificare la ricchezza e la predominanza dell’impronta impressa da queste terre sull’uva che vi cresce, da subito Francesco Iacono propone di produrre vini che lascino il più possibile immutati nel bicchiere queste note caratteristiche, uniche e peculiari del terroir di provenienza. L’idea è sposata con entusiasmo da Bruno Muratori che intorno a questo concetto costruisce quella che oggi è una realtà di spicco del panorama vitivinicolo italiano

Più in particolare la cantina della Franciacorta, Villa Crespia appunto, è stata concepita e realizzata da zero, permettendo ai creatori di sbizzarrirsi a loro piacimento e di poter applicare tutto quanto immaginato fin dalle fondamenta, senza vincoli. Il risultato è un ambiente estremamente funzionale in cui l’omogeneità è una regola base. Per cui il mosto prodotto da ognuna delle sei sottozone in cui sono suddivisi i terreni di proprietà viene vinificato singolarmente, ma non solo. L’intera produzione di ogni singola zona viene accolta in un unico serbatoio in modo che tutto il vino della stessa tipologia sia tenuto assieme e subisca la medesima lavorazione

A seguito dell’imbottigliamento inizia la fase di affinamento sui lieviti, che in Villa Crespia può durare anche oltre 70 mesi per le riserve più pregiate. Anche durante questo lungo passaggio si cerca di mantenere la totalità delle bottiglie in condizioni omogenee, raccolte in cassoni di acciaio di dimensioni non eccessive in modo che non si creino differenziali di temperatura importanti fra le bottiglie sui bordi e quelle al centro. Periodicamente viene effettuato in maniera meccanica il remuage, anche in questo caso per garantire che tutte le bottiglie subiscano il medesimo trattamento

 

 

 

 L’espressione più caratteristica di questo modus operandi è il Numero Zero, Franciacorta DOCG a dosaggio zero. Primo vino di Villa Crespia, è uno Chardonnay 100% al quale dopo la sboccatura non viene aggiunto nessun liqueur d’expédition in modo da lasciare inalterate nel vino tutte le note olfattive e gustative impresse dalla terra. Una piccola porzione effettua anche un breve passaggio in legno non nuovo per conferire un tocco di maggiore complessità, che però non deve essere preponderante, ma deve solo veicolare al meglio tutte le affascinanti sfaccettature di questo vino. Un vino che volutamente non viene reso troppo complicato e strutturato in quanto l’idea è quella di proporlo a tutto pasto, un vino da bere senza esitazioni

Villa Crespia rappresenta l’inizio di un affascinante viaggio nell’Arcipelago Muratori che spero di proseguire anche visitando le altre isole

 

Articolo scritto e redatto da Federico Malgarini | Tutti i diritti sono riservati