Mi hanno chiesto di aprire il mio cuore, dare spazio alla mia mente e lasciare defluire le mie parole così, come se la coscienza muovesse tutto questo come la mano di un artista che fa scivolare lentamente il pennello su una tela bianca

Mi hanno lasciata libera: di pensare, di riflettere, di lasciare fluire quello che ho dentro fino ad farlo arrivare qui, nero su bianco, a prendere forma, illusoriamente, su un foglio bianco

Mi hanno detto che potevo scegliere di scegliere e che anzi, la mia libertà sarebbe stata il valore aggiunto di tutto questo

 

Ma prima, facciamo un passo indietro, arriviamo ad un sabato mattina che profuma di primavera, di agrumi e di quel roseto che papà ogni giorno coltiva con amore nel suo giardino. Arriviamo ad una sveglia che suona a pochi metri dal mare, a casa dei miei, in Liguria. Lasciando alle spalle un mare cristallino, piatto come una tavola, blu come in pochi momenti dell’anno sa essere, ho inforcato la macchina è percorso quei duecento chilometri che mi separano dalla mia seconda casa, Milano. L’appuntamento era importante, ci si incontrava con un gruppo di amici per parlare di un prodotto nuovo, o meglio, di un prodotto che quest’anno diventa più che maggiorenne anagraficamente parlando, ma che è talmente unico sul mercato che è innovativo come se fosse nato da poche ore. Parliamo di Touche Eclat, l’illuminatore per eccellenza. Ideato e prodotto per le donne da Yves Saint Laurent, questo prodotto iconico del brand ha attraversato cuori e cuori di donne, fino ad arrivare ad oggi, in splendente forma, per conquistarne molti altri.

 

touche eclat theoldnow

 

[youtube id=’KoeglPUOlvw’ width=’100%’ height=’auto’]

Si dice, dati alla mano, che nel mondo se ne venda uno ogni 10 secondi ed il suo successo non è di sicuro una magia, ma bensì una formula ben studiata che bilancia in maniera ottimale due componenti fondamentali: mentre da un lato viene idratata la parte di pelle dove viene applicato il prodotto, dall’altra in sinergia viene catturata la luce dall’esterno, impressa all’interno della pelle che in questo modo riesce addirittura a rifletterla, andando così ad intervenire sulle naturali zone d’ombra del viso a favore di una lucentezza naturale che dona subito un aspetto delicato e meraviglioso al viso della donna

 

È come se Touche Eclat fosse in grado di accendere la luce del nostro viso.

Di renderlo luminoso, in maniera naturale. Di farlo diventare ancora più bello e desiderabile.

 

touche eclat theoldnow

touche eclat theoldnow

E la domanda così, sorge praticamente spontanea: ma se Touche Eclat è in grado di accendere la luminosità del nostro volto, cosa illumina le nostre giornate?

 

Ci ho riflettuto parecchio perché, in effetti, continuavano a venirmi in mente piccoli gesti, parole sporadiche ed immagini rapide che rendono più armoniche e felici le mie giornate. Non perché sia particolarmente fortunata o perché questo periodo dell’anno sia incredibilmente ricco di successi e di traguardi raggiunti, ma semplicemente perché ho imparato dalla quotidianità a ridere delle piccole gioie che la vita dissemina nelle nostre ventiquattr’ore, cercando sempre di ricordare ciò che mi fa sorridere piuttosto che quello che mi fa perdere il sorriso. Ma in tutti questi gesti, parole ed immagini non trovavo qualcosa che davvero mi accendesse. Era come se fossero piccoli corollari di felicità appuntati qua e là nella mia vita diurna.

Poi, un pomeriggio, per pura casualità e senza assolutamente una programmazione ho incontrato un’amica. Una di quelle persone belle che ho scoperto lungo il mio cammino nel mondo del Web. Una di quelle donne che non si tira indietro, che affronta la vita a testa alta, con gli occhi aperti ed il sorriso sul viso. Ho parlato con lei a lungo, sempre per casualità, e come molto spesso succede, proprio nei momenti in cui non cerchi parole amiche ma semplicemente un confronto, questo arriva e ti coglie inaspettatamente impreparata.

 

Ti emoziona, ti dà grinta, ti accende.

 

E’ così che, senza rendermene conto ho (ri)scoperto quello che mi accende. Mi accende (ndr. il gioco di parole è ovviamente voluto) la condivisione, mettere su un piatto le mie idee e vedere come si intersecano insieme alle idee degli altri. Mi piace il confronto, mi piace quel desiderio che vedo negli occhi degli altri quando racconto qualcosa che mi piacerebbe fare e che accende qualcosa al loro interno, come una volontà che sembrava sopita e che ora è reale. Mi piace l’idea di creare un network nel network, di dare vita a una rete unica nel suo genere dove ci sia uno scambio emozionale, dove il pensiero e la condivisione dello stesso siano alla base della condivisione con le altre persone, come in uno scambio di energie che si autoalimenta. Adoro pensare che quello che sembrava il futuro è già qui, è una fonte di luce che mi emoziona mentre scrivo queste parole di getto, quasi come se uscissero da sola dalla mia mente per diventare reali e tangibili, per andarsi ad intersecare con tutti i pixel che fanno parte del mio schermo e tutti i bit che compongono la rete che metterà queste mie parole a disposizione di tutte le persone che vorranno leggerle e che si emozioneranno, spero, all’idea di un meccanismo che si sta muovendo, di un qualcosa sotto di loro, dentro di loro, intorno a loro che è in continuo fluire, come l’onda del mare che ho lasciato pacifica quel sabato mattina, che nel suo perdurare continuo ed eterno di movimento che va scavando la sabbia, che va creando il fondale, che va a fondersi con il movimento delle increspature del vento sulla sua superficie, regala quella sensazione unica al mondo di dinamismo, dentro la quale vorrei affondare i piedi come dentro la sabbia sulla battigia, per farmi sorprendere dalla luce del sole primaverile con una luce nuova negli occhi. La luce della condivisione.