Negli ultimi 10 giorni mi sono fatto accompagnare nei miei viaggi cittadini e fuori porta da un SUV di casa Lexus, più precisamente il modello RX450h che trovate nelle diverse foto qui proposte.

Innanzitutto ci tengo a precisare che questo modello non rappresenta l’ultimo prodotto della casa giapponese, la base è un SUV di lusso molto consolidato i cui esterni hanno recentemente subito un ringiovanimento. Cerchiamo di contestualizzare il prodotto: Lexus, come ho già probabilmente spiegato altrove, è un brand figlio di Toyota che nasce negli anni 90 per rispondere alla domanda di auto di lusso del mercato statunitense. LEXUS significa infatti [L]uxury [EX]port [US]A – veicoli di lusso per l’esportazione nel mercato statunitense e la Lexus RX450h ne è un tipico esemplare: ibrida, lussuosa ed affidabile. Nel corso degli anni la produzione, di notevole successo negli USA, si è espansa nel mercato interno giapponese ed in quello europeo. Oggi Lexus è presente in Italia con alcuni modelli che hanno tutti in comune la medesima caratteristica: sono auto ibride.

Lexus RX450h (2)

 

Questa RX450h è un modello che tecnologicamente precede la NX300h (che possiamo chiamare solo “Lexus NX”) che ho avuto modo di provare ad ottobre ma ne possiede le medesime caratteristiche ovvero un motore termico a ciclo di Atkinson ed un propulsore elettrico (nel caso della mia auto i propulsori erano due).

È un’auto che comunica solidità e affidabilità e che nei quasi 2000 km fatti non ha mai accennato ad una sbavatura. Questo conferma la mia teoria precedentemente esposta circa l’affidabilità estrema delle giapponesi. Entrato nell’abitacolo e premuto il pulsante di accensione vieni avvolto dagli automatismi che riportano il volante ed i sedili nelle condizioni lasciate prima di spegnere il veicolo. Come di consueto la partenza avviene con i propulsori elettrici che, in caso di batteria sufficientemente carica, gestiscono il moto fino a quasi 50 km orari.

Parlando di auto ibride e dei relativi consumi vi racconto il mio punto di vista: un po’ di tempo fa in occasione della fiera di Padova ho conosciuto una “mosca bianca” ovvero una persona che si è lamentata con me degli eccessivi consumi della sua Toyota. Dopo un breve colloquio ho capito che la persona utilizzava l’auto in maniera sbagliata.

Forse si dovrebbe prima di tutto comprendere il criterio di funzionamento delle auto ibride per poi adeguare il proprio stile di guida alle funzioni specifiche del mezzo che sta guidando. Quello che voglio dire è ad esempio che non si può pensare di guidare un’auto ibrida facendo delle brusche frenate perché questo non fa nient’altro che sprecare energia preziosa che anziché essere convertita in energia elettrica viene dissipata sotto forma di calore dalle pinze dei freni.

Se una persona non conosce questi semplici tecnicismi (ad esempio perché compra un veicolo di seconda mano e non riceve quindi nessuna spiegazione dalla concessionaria), allora è normale che formuli osservazioni come “la batteria non si si ricarica mai” oppure “l’auto consuma”. Non tutti gli stili di guida sono ottimali per un’ibrida e vi assicuro peraltro che non è richiesta una laurea in ingegneria.

Innanzitutto cerchiamo di capire come si caricano le batterie.  La RX450h, come tutte le altre Lexus presenti in Italia, non si attaccano alla presa elettrica. Questo perché non è prevista la possibilità di ricaricare le batterie dall’esterno. Quel genere di auto si chiama tecnicamente “ibrida plugin”, questa è una “Ibrida Full Hybrid”.

Vediamo questa immagine che rappresenta il quadro (le lettere le ho disegnate io).

tachimetro-rx450h

Vediamo che sulla sinistra, al posto del classico contagiri, abbiamo un indicatore che ci aiuta a comprendere come stiamo utilizzando l’energia del veicolo. Quando la lancetta è nella posizione rappresentata dall’immagine significa che abbiamo un bilancio energetico neutro ovvero non produco corrente per le batterie ma nemmeno ne sto utilizzando. Notare che il tachimetro segna 20 km/h circa.

Premendo il pedale del freno la lancetta va verso il basso (zona “A”). In funzione della mia pressione scenderà fino a raggiungere il fondo scala. Quando la lancetta si trova esattamente al fondo scala sto in qualche modo rallentando il veicolo attraverso i sistemi in grado di convertire l’energia del moto in energia elettrica. Quest’energia elettrica viene immagazzinata dalle batterie dell’auto. Se, una volta raggiunto il fondo scala, premo ulteriormente il freno significa che sto chiedendo al veicolo di arrestarsi in maniera più importante e quindi, oltre a frenare con il “freno motore”, stiamo utilizzando le pastiglie dei freni che purtroppo non ci permettono di recuperare nemmeno un filo di energia. Prima conseguenza di questa condizione ? Le frenate lunghe e delicate aiutano a non consumare le pastiglie dei freni e a recuperare l’energia elettrica.

La zona “B”, essendo verso l’alto, identifica una condizione di moto ed è la zona nella quale i motori elettrici (se dispongono di corrente sufficiente) muovono il veicolo indipendentemente dalla sua velocità. Se avete il piede estremamente leggero è facile che possiate raggiungere velocità cittadine solo ed esclusivamente con l’uso dei due motori elettrici. In tangenziale, magari in un tratto dove il traffico è rallentato, potete tranquillamente tenere la lancetta nella zona azzurra per far veleggiare la vostra Lexus con il solo ausilio dei motori elettrici.

La terza zona “C” accende il motore termico ed in questo caso una parte dell’energia prodotta dal motore viene destinata al moto ed una parte viene destinata alle batterie. Ad esempio io quando voglio in qualche modo forzare una ricarica rapida delle batterie tengo l’acceleratore premuto quanto basta per rimanere nella zona “C” fino a quando non sono soddisfatto del livello di carica delle batterie. In questa zona tendenzialmente lavora solo ed esclusivamente il motore termico e quindi la potenza disponibile è pari a quella emessa dal 3.5 litri.

La zona “D” è quella di massime performances: la corrente elettrica immagazzinata nelle batterie viene utilizzata per alimentare i motori elettrici e tutta l’energia prodotta dal motore termico viene destinata al moto. In questo caso la nostra RX450h esprime tutto il suo potenziale di auto sportiva e arriva ad erogare quasi trecento cavalli (avevo in mano la versione FSPORT).

Due parole sui consumi. La logica conseguenza di quanto esposto sopra è che l’intervento dei motori elettrici contribuisce a ridurre i consumi in tutte quelle situazioni dove abbiamo dei rallentamenti susseguiti da delle ripartenze oppure in generale possiamo beneficiare appieno dei vantaggi dell’auto elettrica quando possiamo effettivamente farci aiutare da motore elettrico. Viene da sé che in autostrada, a velocità sostenute, non abbiamo un grosso aiuto dai motori elettrici e pertanto il consumo è comunque evidente come in qualsiasi grossa auto. In città invece (some si vede dalla foto) si riesce ad arrivare a valori di consumo basso, fin quasi inimmaginabili per un’auto di questa stazza.

Lexus RX450h (12)

Per quanto riguarda le altre caratteristiche di questa macchina io posso solo dirvi che conquisterà. Gli interni, sofisticati ed ergonomici, trovano al centro della scena lo schermo del navigatore 8 pollici che può essere comandato tramite l’innovativo dispositivo di controllo Remote Touch, collocato proprio di fronte al braccio centrale, che funziona esattamente come un mouse. Le dinamiche di guida vi permettono cavarvela in ogni situazione, anche grazie alla trazione integrale che si aziona per il tramite del secondo motore elettrico. Le numerose comodità come l’illuminazione degli esterni dagli specchietti retrovisori, la telecamera esterna di retromarcia, il sistema Keyless (per avviare il veicolo senza chiave), i finestrini elettrici a doppia velocità o il sistema HUD, per avere una proiezione delle principali indicazioni direttamente sullo schermo del pilota, migliorano notevolmente l’esperienza di guida.

Io l’ho capita solo dopo due o tre giorni di utilizzo ma una volta adeguato lo stile di guida non potrete fare a meno di rinunciare ai morbidi sedili in pelle che vi accompagnano in ogni viaggio. Non potrete rinunciare al portellone posteriore elettrico che si apre in uno spazio di carico estremamente importante e per nulla influenzato dalla presenza del pacco batterie. Vi accorgerete di quanto è più chic arrivare in un posto con l’auto silenziosa perché alimentata da solo motore elettrico piuttosto che farsi sentire da decine di metri di distanza con un motore rombante. Toccherete con mano la proverbiale affidabilità delle auto giapponesi e vi renderete conto che nonostante sia una vettura fortemente tecnologica non avete mai particolari problemi di affidabilità e che forse il massimo dei vostri problemi sarà cambiare una lampadina dopo 200.000 km.

Una cosa: siccome l’auto ibrida è considerata “non inquinante”, non si paga l’ecopass per entrare in Area C.

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