La storia si muove lungo traiettorie cicliche, i famosi corsi e ricorsi storici di Giambattista Vico. Alterna periodi di grandeur illuminata ad altri di buio oscurantismo con transizioni più o meno rapide. Ieri esportavi cultura in tutto il mondo e da tutto il mondo mandavano i rampolli di nobile schiatta a formarsi da te, mentre oggi le caricature di personaggi noti del tuo Paese campeggiano a guisa di sfottò sulle prime pagine dei principali giornali internazionali. Succede, l’importante è esserne consapevoli e rimanere pronti a sfruttare al meglio i momenti di picco

 

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I corsi e ricorsi ci sono, naturalmente anche nel vino, così territori che fino a qualche secolo fa venivano decantati dai viaggiatori come produttori di vini eccellentissimi, dopo qualche centinaio d’anni finiscono per essere ricordati solo per i pintoni di vino frizzantino ed acido cercato e temuto perché dà alla testa in fretta. Ma come nel surf bisogna essere pronti a prendere l’onda giusta quando arriva. L’Oltrepo pavese sta uscendo dall’ennesimo giro di giostra ed è sulla rampa di lancio giusta per iniziare un periodo di grande rinascita. Ad oggi c’è un manipolo di produttori illuminati che ha compreso che bisogna puntare risolutamente sulla qualità e sta provocando caparbiamente una nuova primavera per il vino oltre padano

 

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Fra questi produttori un posto di primo piano è occupato dalla cantina Frecciarossa, fondata circa un secolo fa da Mario Odero che oggi può contare su 34 ettari vitati per una produzione totale di circa 130 mila bottiglie. Già solo da questi primi numeri si può intuire il desiderio dell’azienda di puntare tutto sulla qualità a scapito della quantità, spingendo specialmente un vitigno che in Oltrepo trova una terra particolarmente adatta: il Pinot nero. Uva che viene proposta sia in spumante che in bianco che in rosso e proprio dalle bollicine inizia la degustazione in cantina, con I Moschettieri 2010, un metodo classico blanc de noir pas dosé che ha riposato 18 mesi sui lieviti. Naso fresco e spumeggiante di piccoli frutti rossi e buccia di mela che apre alle sensazioni gustative piacevolmente morbide per un non dosato e ad una bolla di bella cremosità

 

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La versione in bianco del Pinot nero, il Sillery 2012, ha colore molto scarico, e dà fin da subito l’impressione di essere un vino gentile e divertente. I profumi freschissimi che emana confermano quest’idea giocando sulle note delle fragoline non ancora mature e della panna fresca. La tesi viene ulteriormente avvalorata dall’assaggio che risulta semplice e pulito, con belle note di caramelle di frutta sostenute da una corretta spalla acida

 

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Prima di passare ai rossi c’è anche tempo per una mini mini verticale comparativa fra due annate de Gli Orti, Riesling Renano in purezza, un altro varietale che in Oltrepo ha attecchito parecchio con fortune, ad essere sincero, alterne. Il 2011 ha un bel naso di uva e di frutta gialla matura accompagnato da un grande equilibrio gustativo che chiude morbidamente. Il 2009 sta attraversando una fase di chiusura tendente a note più introspettive (fiori appassiti) che rivelano un vino ancora in evoluzione e da attendere con fiducia. Un vino quindi ancora vivo e non giunto al termine della propria parabole, che sarà intrigante riassaggiare fra qualche mese

 

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La Croatina 2009 reca ancora ben impresso il graffio lasciato da un anno trascorso in barrique non ancora del tutto amalgamato. Il sottostante è però di grande interesse con fondamenta di frutta matura poggianti specialmente sulla marasca e sorrette da un leggero tannino. Eccoci quindi alla punta di diamante della cantina: il Giorgio Odero. Il Pinot nero nella sua veste più classica e figlio di annata di grande maturità, la 2007, che conferisce al vino un naso importante, pieno ed avvolgente, dove al trittico lampone, mora, fragola  viene data una scossa di pepe, come nella migliore tradizione borgognone. Il sorso è carnoso e succoso, come una carezza vellutata sulla lingua che chiude con note di tostatura del legno. Senza ombra di dubbio un nobile esempio delle potenzialità del Pinot nero in Oltrepo quando trattato con i guanti bianchi

 

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Una cantina che non si rassegna alle facili etichette e cerca, con ottimi risultati, di apporre la propria impronta. Nel segno (sogno) dell’Oltrepo

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Articolo scritto e redatto da Federico Malgarini | Tutti i diritti sono riservati