Le terre del Gavi sono un piccolo triangolo verde fra Piemonte e Liguria. Di un verde di mille tonalità diverse, ora più acceso, ora più tenue e delicato. Il verde delle vigne nel pieno della loro espressione vegetativa si confonde, o meglio si fonde, col verde acceso dei boschi che in queste terre sono stati saggiamente curati e conservati. E dovendo scegliere un colore per descrivere il vino ottenuto dalle uve Cortese coltivate su queste terre non si potrebbe che optare per il verde.

Verde per la sua freschezza tipicamente vegetale. Verde per la sua spiccata acidità che rappresenta un marchio di questo terroir. Verde per l’equilibrio che viene osservato nella coltivazione delle vigne dalle cui uve si otterrà il Gavi DOCG. Proprio per comunicare queste terra, le sue ricchezze, ma soprattutto i suoi valori, nasce il Circuito Golden Gavi, unione di nove produttori d’eccellenza (fra cui La Giustiniana di cui avevo parlato in un precedente post) che da queste terre traggono il loro sostentamento. Nove aziende viticole prima che vinicole la cui filosofia si ispira all’assioma “dalla terra al bicchiere”

 Una volta l’anno, i produttori del Circuito chiamano a raccolta appassionati e professionisti per far loro scoprire il proprio territorio ed il proprio vino. Si tratta di “E’ Forte Questo Gavi” evento celebrativo del vino omonimo in cui viene presentata la nuova annata in commercio e si fa conoscere il Gavi sotto un punto di vista inusuale. Il Forte in questione è un castello nel vero senso della parola. Maestoso ed imponente si staglia incontrastato sul colle che domina la piana sottostante “unico italico suolo invitto” è il messaggio inciso nel marmo all’ingresso

All’interno del Forte viene tolto il velo all’annata 2011 del Gavi DOCG delle nove cantine aderenti al Circuito Golden Gavi. Annata calda ed impegnativa, ricca di profumi e di acidità, risulta interessante notare come ogni produttore interpreti in maniera personale e diversa da tutti gli altri il carattere di questo vino. Chi preferisce lasciarlo un po’ scontroso, con la nota spiccatamente acida che si erige a protagonista assoluta, chi lo vede come un vino più gentile, più profumato e di sapori lievi, e chi invece riconosce in esso una potenzialità in termini di corpo ed aromi da sfruttare e far sentire nel bicchiere

Ma la vera scoperta della rassegna è la “diagonale” di nove annate di Gavi DOCG che viene proposta subito dopo. Diagonale perchè ci si sposta sia nel tempo con le annate dal 2010 al 2000 (saltando la 2002 e la 2004), che nello spazio in quanto ogni millesimo viene presentato da una cantina diversa. E qui le sorprese non mancano. Quella nota acida, citrina, che nel 2011 era preponderante, rende il Cortese coltivato in queste terre un ottimo candidato all’invecchiamento. Col tempo vengono a galla profumi più maturi, di frutta candita e di fiori appassiti, perfino di pane tostato. Si sviluppano corpo e struttura ed ancora di più appaiono le differenze fra la sensibilità dei diversi produttori nell’interpretare alla loro maniera questo prodotto della terra. Il 2000 è un vino eccezionale, per niente rilassato, mantiene ancora una freschezza sorprendente

L’edizione di quest’anno aveva come tema “Gavi, un vino da cinema”. Ad animare ed allietare la degustazione con aneddoti e retroscena dal mondo del grande schermo c’erano Steve Della Casa e Riccardo Rossi i quali alla fine della manifestazione hanno avuto l’onore di piantare la propria barbatella nella vigna del Forte. Sì, perchè, ad ulteriore riprova del legame indissolubile fra la città di Gavi ed il vino, all’interno del Forte  si cela una vigna storica adottata dai produttori del Circuito che accoglie le barbatelle piantumate dagli ospiti d’onore e coperte dalla terra proveniente dai vigneti di ognuno dei nove produttori. Lo scenario che si gode dalla vigna è altamente suggestivo

Come altamente suggestiva è anche la location scelta per la cena che conclude la giornata dedicata al Gavi. Si tratta del refettorio del Convento Francescano di Gavi, dove Fabrizio e Serena Rebollini del ristorante Belvedere di Pessinate propongono un menuv basato sulle tradizioni culinarie locali. Tradizioni che parlano piemontese e ligure, vi si trovano legumi così come acciughe, tradizioni che inevitabilmente dialogano in maniera elettiva col Gavi DOCG

 Un territorio tutto da scoprire e da gustare

Articolo scritto e redatto da Federico Malgarini | Tutti i diritti sono riservati

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