Inizia venerdì sera la conferenza stampa di Cook The Mountain. Non aspettatevi però una conferenza blasonata, seduti nella hall di un albergo ma catapultatevi con la mente in Alta Badia per una cena davvero interessante nel ristorante St. Hubertus dove, il noto chef Norbert Niederkofler, apre così i battenti di un progetto che vede coinvolti anima e corpo, mente e mani di nove chef internazionali  di cui sentiremo parlare a lungo. Cook The Mountain nasce come un progetto trasversale che abbraccia enogastronomia di altissima qualità, rispetto per l’ambiente, amore per le montagne ed attenzione verso la qualità delle materie prime. Questi i quattro pilastri che reggono un progetto di carattere intercontinentale che è stato presentato durante il weekend appena concluso nella cornice delle Dolomiti proprio dai nove protagonisti che, con le loro conoscenze, ed i loro piatti, hanno dato concretezza ad un’ idea nata nata ben tre anni fa. Entusiasti della possibilità di prenderne parte, gli chef si sono dati appuntamento all’albergo Rosa Alpina per incontrare giornalisti della carta stampata e non insieme a critici gastronomici e partner dell’iniziativa per ufficializzare l’inizio di un percorso che punta all’EXPO 2015.

Cook The Mountain viene definito come un progetto costituito da: concretezza, valorizzazione delle materie prime che si trovano in alta montagna, per le quali Eleonora Cunaccia è stata scelta come vera e propria esperta per la scelta e raccolta delle erbe e delle bacche di alta montagna che sono poi divenute protagoniste di alcuni dei piatti che abbiamo avuto modo di gustare durante la due giorni appena strasfersa. L’idea di questo progetto ha visto la sua luce proprio su queste dolomiti grazie alla visione di Norbert Niederkofler che ha voluto raccogliere intono a se eccellenze gastronomiche e talenti provenienti da tutto il mondo.

Cook The Mountain rappresenta il primo vero progetto internazionale che vuole partire da una filosofia puramente gastronomica per andare ad impattare sul benessere reale delle persone che vorranno sposare una filosofia di rispetto dell’ambiente e dei prodotti che esso ci offre, rispettandone la stagionalità e le caratteristiche primarie, lavorando e cucinando queste ultime al meglio per preservare i principi nutrizionali in essere contenute.

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Chef progetto Cook The Mountain

Gli chef del progetto sono ben nove, di radici e collocazione geografica fra le più differenti, conosciamoli insieme

Giancarlo Morelli

Chef del ristorante Pomiroeu a Seregno, Giancarlo è una persona entusiasta e genuina. Allegro e dinamico crea con estro nella cucina come nella vita tanto da affermare che il suo ingrediente segreto, in cucina, è il sorriso. E non si può certo dargli torto, è capace con il suo carattere solare di mettere di buon umore in pochi minuti

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Norbert Niederkofler

Ideatore del progetto è un uomo che ha fatto dell’estero la sua casa fino a tornare in Italia dove le sue radici avevano davvero visto la luce. Appassionato di gastronomia e di territorio conduce oggi il ristorante St Hubertus dove il progetto è ufficialmente nato.

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Roland Trettl

Italiano doc, classe 1971 è di Bolzano ed ama queste montagne fra le quali è nato e ha mosso i primi passi in fatto di cucina. Dopo Maiorca e Tokyo la sua esperienza gastronomica si è arricchita moltissimo ed è oggi uno chef completo

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Alfio Ghezzi

Trentino, classe 1970 è cresciuto con due maestri del calibro di Gualtiero Marchesi e Andrea Berton. Nel suo cv spiccano gli esami superati alla Facoltà di Lettere ed il ruolo di docente per la formazione professionale alberghiera, ma soprattutto l’esperienza fatta in alcuni monumenti dell’ospitalità italiana quali il Grand Hotel Villa d’Este ed il Grand Hotel Villa Serbelloni. Successivamente, eccolo alla scuola del più grande dei maestri italiani, Gualtiero Marchesi, prima in Italia e poi all’estero, e quindi a quella di Andrea Berton. Di questi, Ghezzi è stato, prima del ritorno in Trentino, il braccio destro da Trussardi alla Scala a Milano. I suoi piatti oggi si possono gustare presso la Locanda Margon

 

Virgilio Martinez

Peruviano di nascita, cosmopolita per identità. Chef del ristorante Central di Lima è oggi considerato uno dei miei più importanti cuochi del Perù. La sua cucina è stata annoverata fra i The World’s 50 Best Restaurants, come assegnato dal magazine britannico Restaurant. Martínez è noto per il suo uso di ingredienti unici come la patata coltivata a 5.000 metri sul livello del mare e per l’utilizzo del sale che, nella cucina del Central, fa la sua comparsa in più di 120 diverse varietà.

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Ana Ros

Chef del Ristorante Hiša Franko, Slovenia, Ana definisce la sua cucina come “una cucina d’autore, innovativa, legata fortemente al territorio e alla stagione. Per questo spesso imprevedibile a lungo termine“. Ama raccogliere e cucina i funghi che nella sua terra crescono in abbondanza, cercando di utilizzare solo quelli raccolti in mattinata in quanto la gran parte delle sue ricette sono previsti crudi.

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Rodolfo Guzman

Chef del ristorante Boragò, Santiago del Cile, annoverato nella classifica de The World’s 50 Best Restaurants è un ragazzo curioso che ha voglia di mettersi costantemente in gioco. Laureato in ingegneria chimica e Bioprocessi è un cuoco dalle mille sfaccettature.

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Josean Alija

Alija, 32 anni, è nato a Léon ma di formazione basca, da oltre 10 anni alla guida del ristorante Guggenheim Museum di Bilbao, da primavera 2011 diventato Nerua.

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Eleonora Cunaccia

Rinominata anche “la Signora delle vette”, Eleonora è davvero un guru in materia di erbe di montagna, tanto da aver creato Primitivizia, un’azienda con sede a Trento che vuole portare sulle nostre tavole i prodotti favolosi di queste montagne. Tutti i prodotti sono realizzati con erbe spontanee di montagna, raccolte a mano nelle diverse stagioni al limitar dei ghiacciai, nei ruscelli, sui pendii delle montagne e nei boschi che circondano la zona della Val Rendena, sede della loro attività

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Sponsor del progetto Cook The Mountain

Come da tradizione i progetti di eccellenza sposano l’eccellenza stessa. Tra gli sponsor del progetto troviamo la casa automobilistica Porsche Italia, la rinomata azienda vinicola Ferrari, l’importante azienda italiana produttrice di pasta Felicetti, nonché Patagonia, top brand di abbigliamento da montagna e non solo.

A fare da collante nel progetto e nelle diverse tipologie di cucina che i nove chef hanno portato all’interno di Cook The Mountain, vi sono due concetti principali: rispetto per ambiente ed importanza qualitativa delle materie prime. Non si poteva quindi pensare ad un progetto di questo tipo senza due eccellenze di DNA fortemente italiano: il Pastificio Felicetti, azienda già rinomata in Italia ed oltre confine per la sua attenzione verso i prodotti bio che costituiscono oggi quasi il 60% del fatturato dell’azienda stessa e che , non contenta dei risultati fino ad ora ottenuti, concorre per premi internazionali e propone ai suoi affezionati clienti un nuovo tipo di pasta di farro. Degno compagno dei piatti in degustazione non poteva invece che fare capolino Ferrari, che ci ha accompagnato lungo tutto il percorso gastronomico a partire dalle sue bollicine Riserva Lunelli 2006, fino ad arrivare al Perlè Nero del 2007 che, con la sua sapiente acidità ha saputo esaltare i sapori portati sulle tavole dai nove chef. L’azienda vinicola, non appena venuta a conoscenza del progetto, non si è tirata indietro e ne supporta tutt’ora la filosofia in merito all’eccellenza delle materie prime e dell’importanza della montagna.

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Dulcis in fundo ecco comparire tra gli sponsor il rinomato brand internazionale Porsche. Fisiologica la perplessità in merito all’inserimento di un partner automobilistico all’interno di una manifestazione puramente enogastronomia. A tediare ogni dubbio arriva però la conoscenza del brand, da sempre impegnato sul fronte dell’ottimizzazione dei consumi nonché sul risparmio energetico. Come spiega direttamente Pietro Innocenti, AD Porsche Italia S.p.A., presente alla manifestazione, il brand è da sempre impegnato attivamente nello studio e nella ricerca di nuove tecnologie che permettano la salvaguardia dell’ambiente, come i motori ibridi delle Panamera presenti all’evento ed altre innovazioni sul fronte dei consumi ai quali l’azienda dedica il 25% del proprio budget di ricerca. Non ultimo esempio della filosofia della casa automobilistica di Stoccarda l’aver nella propria società un impianto che copra una dimensione di 6 campi da calcio completamente autonomo dal punto di vista energetico. Il brand, infine, oltre che condividere la filosofia di Cook The Mountain ha preso parte attivamente alla manifestazione in Alta Badia con la presenza sul territorio di alcuni dei suoi fiori all’occhiello, messi a disposizione dei partecipanti che hanno così avuto modo di vivere l’esperienza Porsche, con tanto di test drive, a bordo di Panamera e Macan.

 

 

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Ma l’esperienza non è finita qui: alle parole della presentazioni sono seguiti alcuni momenti di “prova sul campo” inerenti ai piatti proposti che ci hanno permesso di entrare fisicamente nel vivo di questo progetto. Durante il weekend infatti, dopo la cena al St. Hubertus, noi e gli altri partecipanti abbiamo potuto godere di un pranzo fra le montagne svoltosi presso il rifugio Scotoni raggiunto dopo una passeggiata di un’ora circa fra le montagne fino alla quota di 2040  metri slm. Si è trattato di un momento piacevole  e conviviale durante il quale gli chef hanno voluto raccontarci, con le loro parole, quello che Cook The Mountain rappresenta per loro lasciandoci affascinati e curiosi

 

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Curiosità la nostra che è stata subito esaudita durante la serata a Castle Colz, La Villa dove è stata proposta una cena a nove mani durante la quale ogni portata è stata affidata ad un diverso chef che ha avuto così la possibilità di prepararci qualcosa e raccontarcelo con profumi e sapori.

Di seguito vi lasciamo  con il menù serale ed il racconto fotografico delle prelibatezze proposte. Uno speciale ringraziamento va agli chef, all’organizzazione ed all’ufficio del turismo dell’Alto Adige che ha reso possibile tutto questo. A presto!

 

Menù cena Castle Colz | Cook The Mountain

Rapa bianca con frutti essiccati e succo di verza e senape. Chef Josean Martinez Alija

Symbiosis. Chef Ana Ros

Lucioperca con radici,fondo di lime e alghe andine / Zander Ruben Limettenfond Andean Algen. Chef Virgilio Martinez Veliz

Scalogno in crosta di sale e carbone con fondo di formaggio di malga. Chef Roland Trettl

Stinco di vitello con radice di sedano rapa e germogli di rapanelli. Chef Alfio Ghezzi

 

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Tutte le immagini dell’articolo sono proprietà di Laura Renieri – Realizzate con Canon Reflex EOS 70D con ottica Canon EF-S 10-22mm | Tutti i diritti sono riservati

 

 

Informazioni Utili

Hotel Rosa Alpina – Ristorante St. Hubertus

Strada Micurà de Ru 20, San Cassiano in Badia (BZ)

Castle Colz – La Villa

Rifugio Scotoni

Alpe Lagazuoi, 2 – La Villa, 39030 Badia Bolzano

Revital Concept Roman Rita

Val di Cembra Località Sauch Giovo (TN)

Hotel La Fradora

Str. Costadedoi, 21 39030 San Cassiano (BZ)