Che cos’è l’arte se non il plasmare, attraverso la propria sensibilità, ciò che la natura ha messo a disposizione dell’artista? Un pittore, così come uno scultore cerca di riproporre all’esterno la sua visione personale del mondo utilizzando il mezzo che maggiormente trova adatto a questo scopo. In quest’ottica non penso vi sia nessun dubbio che fare vino (artigianale) sia un’arte. Difatti cosa fa il vignaiolo di diverso da un musicista? Anch’egli interpreta la materia naturale cercando di proporre una sua visione personale delle cose e laddove il musicista utilizza le note, il pittore i colori e lo scultore la pietra od il metallo, il vignaiolo impiega l’uva, il legno, l’acciaio, il vetro ed il sughero al fine di comporre una piccola opera d’arte che sia solo sua ed inimitabile

 

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 L’arte dev’essere guadagnata. Per poter gustare appieno il significato artistico racchiuso all’interno di un’opera non ci si può esimere dallo studiare la vita dell’artista, dal visitarne i luoghi che l’hanno ispirato, dal cercare di entrare in sintonia col suo pensiero. E mentre ciò è alquanto difficile, ad esempio, per la pittura rinascimentale, lo è molto meno per la moderna vitivinicoltura. Basta mettersi in marcia ed andare a trovare questi moderni artisti rurali nel loro ambiente, nelle loro cantine, nelle loro vigne. Solo così si riuscirà a comprendere appieno la portata di un vino, la sua storia, l’idea che c’è dietro e dentro quella bottiglia che ci si appresta ad assaggiare

 

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Quando si parla di canton Ticino probabilmente la prima cosa che viene in mente non è il vino. Eppure in questa zona della Svizzera che sembra protendersi volitivamente verso l’Italia la viticoltura ha radici antiche (documentate fin dal ‘400) e produce frutti di rara pregevolezza. Sui Ronchi di Cademario, in uno scenario naturalistico emozionante si trova la Cantina Monti, piccola realtà artigiana che lavora circa 4 ettari ed è tanto bella quanto impegnativa da raggiungere. Le pendenze sono importanti, superando anche il 70%, e tutte le lavorazioni devono di conseguenza essere fatte rigorosamente a mano. La vista che si gode dallo spiazzo antistante la cantina è grandiosa, trasmette un senso di dominazione ed insieme di libertà

 

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L’azienda è stata voluta e realizzata negli anni ’70 da Sergio Monti proprio con l’intento di recuperare il magnifico terroir, ormai in stato di abbandono, delle ripide coste del Malcantone. Ad oggi è il figlio Ivo che con passione e determinazione dirige la cantina ed è proprio lui che mi accompagna alla scoperta di questo piccolo scrigno incastonato all’interno della montagna ticinese. Gli spazi sono ristretti e tutto deve essere assolutamente funzionale, ma in questo disegno razionale trovano il loro spazio anche le opere di Delio, fratello di Ivo, fra cui la scultura che abbellisce la barricaia. Opera d’arte completa in mezzo ad altre opere d’arte in lavorazione, maturazione, definizione, quasi a mostrar loro la via verso il compimento

 

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La formazione enologica di Ivo, e di Sergio prima di lui, viene svolta a Bordeaux, di conseguenza l’utilizzo del legno è una costante che arricchisce i vini della cantina, quasi fosse un colore in più nella tavolozza dei Monti per meglio definire il loro vino. Lo si capisce fin da subito assaggiando il bianco di Cademario 2011, Müller Thurgau in prevalenza con una piccola quota di Chardonnay e Pinot grigio. La fermentazione e l’affinamento in barrique non ne incrinano la freschezza, ma la affiancano ad una bella complessità aromatica, ma soprattutto gustativa, donando al vino una persistenza incredibile. C’è del tropicale in questo vino, che però non si dimentica del proprio terroir, non se ne distanzia e trasmette note sapide e fresche durante tutto il sorso, chiudendo con una nocciola da applausi. Un vino ancora giovane che probabilmente dopo un paio d’anni di bottiglia sarà capace di regalare emozioni ancora più grandi

 

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Il Rovere 2009 è un bicchiere che infonde pace e serenità fin dal naso. È un Merlot in purezza rotondo, maturo, di grande beva e col giusto equilibrio fra calore e freschezza che fa sì che il bicchiere si vuoti facilmente, quasi con avidità. È il prodotto più caratteristico di questo terroir dove, qualcuno dice, il Merlot abbia trovato le migliori condizioni per svilupparsi dopo Pomerol (tanto che fu proprio Luigi Veronelli a riconoscere al Canto della Terra 2000, il Merlot selezione della cantina, l’onore del sole nella sua guida 2003, ma questa è un’altra storia…). La frutta al naso è scura e dolce, ricorda nitidamente la fragola matura e poi la mora. L’assaggio è materico, ma al contempo soave, scivola sulla lingua con leggiadria e naturalezza e chiama il secondo sorso

 

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Il Malcantone Rosso dei Ronchi 2009 è invece il risultato di tutto quanto la terra di questi monti può dare. Un blend composto sia da varietali bordolesi, (Merlot su tutti, ma anche Cabernet Sauvignon e Franc) che autoctoni (Caminoir e Diolinoir) insieme ad un piccolo saldo di Ancellotta. Fermentazione e permanenza in legno più lunghe del Rovere accentuano la complessità di questo vino dallo spettro aromatico quanto mai ricco e variegato che spazia senza sforzo apparente dalle spezie alla frutta matura a note più scure di corteccia.  Un vino meno espansivo e più introverso, da ascoltare, da comprendere, quasi avesse più livelli di lettura. Un vino da prendere senza fretta e da consumare da soli, perché come dice Ivo, il modo migliore per degustare i suoi vini è essere in tre persone e mandarne a casa due

 

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Ma la famiglia Monti non si ferma al vino, perché l’opera d’arte più bella è il sorriso che rifiorisce sul viso di persone che avevano perso la capacità di  essere serene. Ecco allora nascere la Fundacion Yuluka in Colombia per sostenere le popolazioni indigene della Sierra Nevada di Santa Marta con progetti sanitari e di sviluppo sostenibile, e l’attività di Ivo che tramite l’ausilio dei cavalli cerca di aiutare persone affette da disturbi psichici

 

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La visita alla cantina Monti è un viaggio a più livelli che permette di scoprire un piccolo mondo nuovo del vino ticinese, una bottega d’arte contemporanea e la bellezza insita nel fare del bene, un viaggio emozionante

Il Fede

 

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Articolo scritto e redatto da Federico Malgarini | Tutti i diritti sono riservati