L’Italia è una nazione unica nel suo genere. La ricchezza naturalistica che, dalle Alpi fino alle ultime isole che lambiscono le coste tunisine, caratterizza tutta la penisola è un patrimonio insostituibile fatto di vedute mozzafiato, di scenari di grande pace, di violenta bellezza e di luci oniriche. In mezzo a tanto splendore si incastra un patrimonio diverso, fatto di una varietà di specie viticole assolutamente eccezionale. Dall’Albana allo Zibibbo, l’intero territorio nazionale è la culla di un panorama ampelografico vastissimo e che necessita cura e attenzione

 

 

In questa direzione va la manifestazione di Autochtona, il forum nazionale dei vini autoctoni che si è tenuto alla fiera di Bolzano il 22 e 23 Ottobre scorsi. Una rassegna che raccoglie produttori vinicoli che, in tutta Italia, si impegnano per la salvaguardia dei varietali tipici delle loro zone di coltivazione.  Un’edizione, quella del 2012, che ha raccolto circa 150 produttori per oltre 300 etichette in degustazione e che si è rivolta in maniera particolare ai professionisti del settore, motivo della scelta dei giorni di lunedì e martedì per aprire i battenti. La concomitanza con Hotel, la fiera dell’hotellerie di qualità, ha fatto in modo di attirare un pubblico competente ed interessato fra i banchi di Autochtona

 

 

 

Un’offerta molto interessante fatta principalmente di piccoli e medi produttori che hanno portato in degustazione delle vere e proprie chicche. Vini poco conosciuti, prodotti in piccole quantità e che difficilmente si ha la possibilità di degustare sono stati proposti al pubblico di appassionati. Si ha quindi avuto la possibilità di provare i vini di alta montagna della Valle d’Aosta, fra cui il metodo classico Neblù di Les Crêtes da uva Premetta che ha vinto il premio come miglior bollicina, così come i passati delle Eolie, davvero unico il passito di Paola Lantieri prodotto sull’isole nera di Vulcano

 

 

 

In mezzo a questi due estremi si sono potuti scoprire i vini da vitigni rari del Friuli proposti da Bulfon, da segnarsi il Ros di Sanzuan da uva Cordenossa, il particolare Moscato Giallo secco dei Colli Euganei di Le Volpi, gli ottimi Pignoletto dei Colli Bolognesi (Manaresi sopra tutti), il frutto delle vigne vecchie de Il Calamaio (Mazzese, Barsagnina, Buonamico e Malvasia nera oltre a Sangiovese nell’Antenato),  la Passerina della cantina Orsogna, la soprendente Tintilia del Molise delle Cantiune d’Uva e l’eccezionale Grillo di Nino Barraco. Una proposta ampia, interessante, insolita, che permette di scoprire sempre qualcosa di nuovo ed inaspettato

 

 

 

In omaggio alla terra ospitante, l’Alto Adige, il secondo giorno delle fiera si è tenuto una importante degustazione del rosso autoctono più rappresentativo della regione: il Lagrein. Antico vitigno, la cui coltivazione copre oggi circa 300 ettari, i vini che se ne ottengono sono stati i protagonisti del Tasting Lagrein, degustazione comparativa dei prodotti di 20 cantine altoatesine. Altro momento clou della manifestazione è stata la consegna dei riconoscimenti, gli Autochtona Awards, che sono andati a premiare i vini che si sono maggiormente distinti fra i presenti nelle differenti categorie. Il premio più ambito, quello al Terroir, è andato quest’anno al Primitivo 2009 Gioia del Colle DOC di Polvanera, un altro riconoscimento alla produzione vinicola di una regione, la Puglia, che negli ultimi anni sta regalando dei piccoli gioielli al panorama enoico italiano

 

 

 

Una bellissima fiera, un evento interessante, formativo, una bellissima occasione per fare un passo in più alla scoperta della ricchezza vitivinicola italiana

Il Fede

Articolo scritto e redatto da Federico Malgarini | Tutti i diritti sono riservati