La differenza fra Storia e storia non è solo questione di una S maiuscola o minuscola. A mio modo di vedere è molto più un fatto di virgole e punti fermi. La storia, le storie che si succedono nella vita di tutti noi sono incisi, frasi subordinate racchiuse fra due virgole, corollari all’interno di un testo più complesso e articolato. La Storia è composta invece da quei fatti che sono stati capaci di porre un punto fermo nell’ora lento ora veloce fluire del tempo. Quegli accadimenti che hanno comportato la necessità di fermarsi a riflettere e che meritano di essere ricordati da una coscienza comune

 

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Alle Cantine Florio di Marsala di punti fermi ne sono stati segnati tanti dal 1833, anno della sua fondazione, ormai quasi due secoli orsono. Alcuni di questi punti sono stati iscritti da illustri personaggi che nel tempo si sono succeduti nella visita a queste magnifiche cantine. Personaggi Storici (lo so che qui non ci andrebbe la maiuscola, ma è per rimarcare il fatto che trattasi di personaggi che hanno fatto la Storia e non comparse di qualche storia popolare) che hanno voluto lasciare un segno del loro passaggio come il re Vittorio Emanuele III che nell’8 giugno 1922 firmò, come tanti, il libro dei visitatori, oppure Mussolini che poco meno di due anni dopo “sostò, onnipresente”

 

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Ma il personaggio Storico che più di tutti ha impresso il proprio marchio sulle Cantine Florio, così come su tutta Marsala, è stato sicuramente Giuseppe Garibaldi. Tanto che dalla sua visita alla cantina la cuvée di Marsala che mostrò gradire maggiormente porta il suo nome e, di converso, il suo cavallo portava il nome di Marsala, memento vivente della città dove sbarcò con i mille. Ma di personaggi che hanno segnato punti fermi se ne annoverano parecchi nella stessa famiglia Florio. Il più illustre dei quali, il senatore Vincenzo Florio fondatore delle cantine, è stato il simbolo di una borghesia siciliana ottocentesca con un incredibile senso degli affari, capace di costruire veri imperi. Basti pensare che, nel 1881 quando i Florio decisero di allearsi con i Ribattino all’interno della Navigazione Generale Italiana potevano contare su di una flotta di 99 navi commerciali che battevano tutte le principali rotte del mondo. Oppure a Ignazio Florio padre, che decise di acquistare le isole di Favignana e Formica e Ignazio Florio figlio, mecenate di stampo quasi rinascimentale che volle costruire il teatro Massimo di Palermo, il più grande edificio dedicato al canto lirico dopo l’Opéra di Parigi

 

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Forse la figura della famiglia Florio che più risulta archetipica di una certa idea di sicilianità è stata Franca Florio, la regina di Palermo, l’ultima dei Florio a possedere le proprietà di famiglia che poi fu obbligata a vendere. Una donna dall’acume fuori dal comune, massimo simbolo della belle époque siciliana in cui l’aristocrazia di più alto lignaggio si unì alla borghesia di maggior spessore. Donna Franca, moglie di Ignazio Florio, era punto fisso della vita mondana nella capitale dell’isola, tanto che ogni regnante che passava da Palermo era aduso recarle visita, che esso fosse il Kaiser o il re d’Italia, eternamente perdonante i tradimenti del marito, che la leggenda narra regalarle per ogni tradimento una perla per il suo collier nel tempo fattosi sconfinato. Ma Donna Franca è anche simbolo di una classe sociale che non seppe adattarsi ai tempi che evolsero verso nuove dinamiche, e fu obbligata a cedere il passo a portatori di idee più moderne, per quanto decisamente meno romantiche

 

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Di Storia nelle cantine Florio se ne respira in ogni angolo. La Storia accoglie il visitatore in maniera imponente ed imperiosa all’ingresso delle cantine storiche con l’enorme tino di vinificazione che fu presentato all’esposizione internazionale di San Francisco del 1915 ed ancora oggi troneggia, possente e mite gigante, nella prima sala. Di Storia è impregnato il Marsala che ancora riposa nelle poche botti che si sono salvate al bombardamento alleato che, per spezzare le reni alla resistenza italo tedesca in Sicilia, prese di mira la città di Marsala e con essa lo stabilimento Florio. La Storia l’hanno vista passare le bottiglie che attendono nell’enoteca storica, allineati soldatini di tempi che furono, insensibili ai decenni, alcune volte perfino ai secoli, tanto che è prima il vetro a cedere, dovendo sottostare anch’esso col tempo alle leggi della fisica che governano i fluidi, che il vino

 

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Oggi sono le storie delle persone che tramandano la tradizione dei Florio a perpetuare la Storia della cantina, a farne vivere gli sconfinati spazi, a comunicarne i vividi e vivificanti vini. E sono le storie dei visitatori (oltre 30mila nello scorso anno) che scelgono di venire a visitare questo pezzo di Storia vivente, di Marsala e di Sicilia e d’Italia, ad arricchire il patrimonio di questo luogo incantato dove il tempo pare perdere forza, diminuire lo slancio ed infine arrendersi all’immutabile bellezza dei vini che qui sono prodotti, risparmiando intatta nella sua eterna cavalcata anche l’abbacinante bellezza del centro di Marsala, realizzato in tufo di Favignana così delicato e così lucente, ma questa è una storia che racconterò fra qualche giorno …

 

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Non si può restare insensibili di fronte alla Storia. Si può solo cercare di capirla e, timidamente, emozionarsi

 

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Articolo scritto e redatto da Federico Malgarini | Tutti i diritti sono riservati

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