Il vino è un prodotto nato per essere bevuto mangiando. Il non plus ultra per apprezzare correttamente  una bottiglia è mangiarci assieme una pietanza che esalti al massimo le qualità organolettiche del vino degustato. Per un certo periodo, però, una corrente modaiola foraggiata dai giudizi lusinghieri impartiti da critici d’oltreoceano ha portato alla ribalta vini praticamente inabbinabili: pesanti, pastosi e legnosi, a tutto discapito di categorie di vini più semplici (ma non per questo con meno dignità, diamine) che da sempre meglio si abbinano alla cucina italiana

 

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Per fortuna già da alcuni anni il trend si sta invertendo e finalmente, con lentezza, la gente si sta riavvicinando a vini diretti e poco costruiti con cui è un piacere pasteggiare. Il progetto alla base della Tenuta l’Armonia è proprio quello di produrre vini che ben si adattino alle caratteristiche della cucina della zona. Siamo a Montecchio Maggiore (Vicenza) alle pendici dei monti Lessini, sul confine con i colli Berici ed è qui che Andrea Pendin sta realizzando il suo disegno. Laureato in Scienze gastronomiche all’Università di Parma, per Andrea il vino si inserisce all’interno di un quadro più completo fatto di cucina casalinga e di autoproduzione delle materie prime (oltre al vino vengono prodotti nei 15 ettari dell’azienda anche olio, luppolo ed il famoso broccolo fiolaro vicentino)

 

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L’idea di vino di Andrea ha nella viticoltura biodinamica e nella macerazione carbonica due punti fissi, necessari a mantenere quella freschezza fruttata conferita dai terreni all’uva che rende il vino gradevole e  beverino. L’uva tipica dei monti Lessini è la Durella che la Tenuta propone spumantizzata , ottenendo un vino di grande freschezza, di buona sapidità ed acidità. Uno di quei vini che a tavola ci sta proprio bene, che se sei fra amici se ne svuotano due o tre bottiglie senza neanche accorgersene. E poi bevuto insieme ad un piatto di spaghettoni con broccolo fiolaro e colatura di alici era perfetto

 

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L’uva simbolo dell’azienda è sicuramente il Carmenere dalla quale si ottiene un vino estremamente abbinabile a tavola. Il 2011 assaggiato da vasca ha profumi singolari che spaziano dall’erbaceo al balsamico al salino (sensazione nitida di capperi in salamoia) e che si contrappongo ad una grande morbidezza in bocca ed a un senso di dolcezza conferito dalla glicerina sviluppata nella macerazione carbonica. Il Gioia 2009 riserva dell’Armonia è un Carmenere in purezza che viene affinato esclusivamente in legno. Le note olfattive quasi aggressive sperimentate nell’assaggio del fratellino da vasca vengono ingentilite dal tempo ed affiancate da sentori fruttati. In bocca si ritrova la morbidezza, la rotondità, senza la nota dolce assente nell’annata 2009. La beva è grandiosa, il bicchiere sembra quasi bucato

 

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Ma il progetto di Andrea non si ferma qui. Difatti l’idea prevede di far diventare la Tenuta un punto di aggregazione di altri produttori di tipicità della zona (tant’è vero che vengono venduti anche i vini di altre cantine) al fine di fungere da vetrina per le unicità enogastronomiche vicentine. Con l’olio dell’Armonia, inoltre, viene anche prodotto uno speciale cioccolato senza l’utilizzo di burro di cacao. Pensate che sia finita qui? Ed invece no, perché a rotazione mensile vengono ospitati negli spazi della cantina microproduzioni di birra di birrifici locali che sono poi proposte a tavola

 

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Insomma un gran bel progetto che finalmente unisce invece di dividere, da prendere come esempio

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Articolo scritto e redatto da Federico Malgarini | Tutti i diritti sono riservati