La crescita personale passa inevitabilmente attraverso la conoscenza. Per crescere è necessario non smettere mai di cercare, di indagare, di entrare in contatto con realtà nuove, vicine e lontane dalla nostra. Questo è quanto mai valido nel mondo del vino che ha visto per troppo tempo una grossa fetta dei nostri produttori trincerasi dietro frasi del tipo “si fa così perché si è sempre fatto così” o “tanto noi facciamo il vino buono, non abbiamo bisogno di imparare dall’estero”. A maggior ragione c’è da imparare parlando di realtà che nel tempo sono state capaci di costruire un conclamato successo mondiale grazie alla qualità dei loro prodotti
Un bell’esempio di queste realtà globalmente affermate è senza ombra di dubbio la regione vitivinicola francese dell’Alsazia. Territorio lungamente ed aspramente conteso fra Francia e Germania dove si producono vini bianchi di qualità eccezionale. Nel 2013 uno dei principali organi di promozione del territorio alsaziano e dei suoi vini, la Route des Vins d’Alsace, festeggia la veneranda età di 60 anni di attività e fa organizzando eventi di notevole interesse in giro per il mondo. Alcune settimane fa è stata Milano ad essere teatro di uno di questi imperdibili incontri: una cena preparata a quattro mani dagli chef Sandro Mei e Danilo Angè nell’incantevole cornice dell’hotel Four Seasons abbinata ai vini di 8 produttori alsaziani
L’aperitivo viene servito direttamente in cucina, contesto suggestivo ed estremamente azzeccato per far partire la serata nel migliore dei modi. Ed è fra fornelli fiammeggianti e piatti ricolmi di finger food che si inizia a mescere il Crémant d’Alsace brut prestige della Cave Jean Geiler, un Pinot blanc in prevalenza dai profumi freschi e delicati, che non punta sulla complessità, ma sulla piacevolezza di beva. L’aperitivo gustato direttamente in cucina ha tutto un altro sapore ed avere la possibilità di disquisire direttamente con il produttore fra un bicchiere di crémant ed un cono croccante al sesamo con baccalà mantecato è impagabile
Dopo il piacevole preludio ci si accomoda a tavola, e si viene subito deliziati dalla crema di riso allo zafferano, timo e limone con frittelle di loertis. Una rivisitazione del grande classico meneghino che trova nella combinazione dei sapori tradizionali con la freschezza di timo e limone un guizzo in più di notevole vitalità (come detto sopra, non si smette mai di imparare…). Il Pinot Blanc 2011 réserve della Cave Vinicole de Hunawihr è un geniale abbinamento col sapore dello zafferano, entrambi decisi e definiti col primo più etereo e pietroso (il Pinot) ed il secondo più terraneo (lo zafferano). L’Alsazia a Milano inizia già col botto
Il primo è un piatto da applauso: risotto con crudo di pesci e crostacei, spezie ed erbe aromatiche. La precisione nell’esecuzione apprezzabile alla vista è tanto più esaltata quando si assaggia: sapori estremamente definiti, precisi, marini, l’ostrica su tutti, ed il risotto incredibile agente sublimante che permette di gustare al meglio i frutti del mare. Per cotanto piatto un vino solo sembrava riduttivo, ecco allora l’accoppiata di due Riesling: la Cuvée Jean-Charles 2011 di Ruhlmann ed il Grand Cru Kastelberg 2010 della Domaine Gresser. Il primo è fenomenale con il pesce crudo, con quella mineralità sapida e verticale che solo il Riesling alsaziano riesce ad esprimere, mantenendo la finezza dei versanti ventilati di quella regione. Il secondo pecca un po’ di superbia affiancato al piatto, è un vino ottimo, ma più grasso e penetrante,d’impatto e persistente, troppo prevaricante rispetto ai sapore delicati del pesce. Assaggiato dopo un’oretta nel bicchiere da solo è una libidine
La portata principale esprime essenziale raffinatezza, condita dalla semplicità che solo con materie prime di assoluta eccellenza ci si può permettere. Il merluzzo nero con crumble di riso venere e cereali e cannolo di spuma di patate con agrumi è un piatto grandioso: il merluzzo cotto nel burro ne acquisisce la scioglievolezza smaterializzandosi in bocca e lasciando dietro di sé una scia di puro piacere. Il cannolo di patate ed agrumi dona quella leggera nota acida che completa il tutto. In abbinamento due vini agli antipodi. Il primo è il Pinot Noir 2011 di Ginglinger-Fix ed è un abbinamento elettivo, i delicati profumi di piccole bacche rosse del Pinot (chi l’avrebbe mai detto di trovarne un’espressione così fine in Alsazia?) si sposa egregiamente con la dolce burrosità del merluzzo, mentre l’acidità di fondo del vino, lava delicatamente la bocca, lasciandola vogliosa di un altro boccone e di un altro sorso. Il secondo è il Pinot Gris Grand Cru Rangen 2009 della celebre Domaine Zind-Humbrecht. Da uno dei lieu-dit che esprime maggiore complessità, il Clos Saint-Urbain, un Pinot gris completo e ricco che conferisce al pesce un’aura dorata, forse leggermente troppo vivida
Si chiude con la “Fragolata” un omaggio degli chef al delizioso frutto rosso in diverse preparazioni e consistenza, dalla più leggiadra mousse alla più materica, e sempre buona, fragola ricoperta di cioccolato un piccolo percorso degustativo molto apprezzato. Anche in questo caso due vini in abbinamento: il Gewurztraminer Grand Cru Froehn 2011 della Domaine Edmond Rentz ed il Riesling Vendanges Tardives 2007 di Vins Schoenheitz dal lieu-dit Herrenberen. Il Traminer sfoggia un naso estremamente varietale di petali di rosa che si trova molto bene con i profumi che arrivano dal piatto. Una vera scoperta il vendemmia tardiva di Schoenheitz che stupisce per la grande finezza che non viene intaccata dalla surmaturazione, ma anzi ne risulta esaltata. Un gran vino che trasmette tutto il savoir faire della splendida regione transalpina
Una serata grandiosa in cui ho avuto modo di conoscere ottimi vini e persone di grande umanità, bravo à tous!
Articolo scritto e redatto da Federico Malgarini | Tutti i diritti sono riservati