Ricevere un invito da parte di Porsche per la centesima edizione della Targa Florio è qualcosa di elettrizzante. Da un lato sono lusingato che la casa di Stoccarda dopo tanti anni di collaborazione rinnovi la sua fiducia nel mio lavoro, dall’altro perché la centesima edizione della Targa Florio è stato qualcosa di unico e che potrò raccontare ai miei nipoti e potervi prendere parte con tre vetture eccezionali quali la nuova Porsche 911 Carrera 4S, la nuova 911 Turbo e la nuova 911 Turbo S è stato poi il coronamento di un sogno lungo una vita.

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La Targa Florio è una gara storica che trova le proprie radici nella cultura siciliana di inizio secolo: un po’ folle ed un po’ prepotente da poter credere di fare qualsiasi cosa. Vincenzo Florio, giovane magnate di una ricchissima famiglia palermitana ed appassionato di automobilismo, desiderava fortemente una competizione unica ed esclusiva che potesse lasciare il proprio segno nella storia e così, insieme ad alcuni amici, studiò il percorso di un tracciato veloce ed impegnativo in grado di districarsi lungo le colline siciliane un tempo terra di nessuno e creò una competizione che prese il nome di Targa Florio.

La scelta del circuito, non lontano da Palermo e libero da passaggi a livello, fu opera del suo amico Conte d’Isnello: si trattava del cosiddetto «grande circuito» (Km. 146,901) che faceva capo al rettifilo di Bonfornello e traversava anche le due Petralie, Geraci, Castelbuono e Isnello.

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La partenza era stata stabilita sul livello del mare per poi proseguire sulle colline e sulle montagne di una delle zone più suggestive della Sicilia per poi scendere nuovamente al mare e ripetere questo anello per un numero variabile di volte lungo un circuito caratterizzato da numerosissime curve ed alcuni rettilinei velocissimi. Alla prima edizione presero parte solo dieci piloti, per via di uno sciopero in corso in alcuni porti che non permise a molte vetture francesi di raggiungere l’isola ma nonostante tutto fu un successo immediato, anche grazie al grande potere della famiglia Florio, che ai tempi dominava l’isola.

La Targa Florio è una gara a cavallo tra il passato ed il moderno dove tradizione ed innovazione sono sempre andate a braccetto. Una gara folle le cui prime edizioni si svolgevano in strade aperte al pubblico senza nessun genere di precauzione.

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Per rendere omaggio alla centesima edizione della Targa Florio Porsche ha utilizzato l’artiglieria pesante portando in Sicilia alcuni dei pezzi più pregiati del blindatissimo museo di Stoccarda. Esposta a Palermo, prima di fronte al Teatro Massimo e poi a Floriopoli, troviamo infatti una rarissima Porsche 908/2 brandizzata Gulf  e sviluppata nel 1969 per adeguarsi al nuovo regolamento del Campionato Mondiale marche. In questa occasione Porsche piazzò quattro delle sei vetture ai primi posti e forse fece capire, una volta per tutte, che Porsche non era più solo una casa produttrice di auto agili e di piccola cilindrata ma a tutti gli effetti le auto da battere.

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Porsche protagonista alla Targa Florio 2016

Tra gli altri pezzi unici trasportati dalla Germania alla Sicilia troviamo le rarissime Porsche 550 Spyder, 356 B 200 GS-GT e 718 RS 60 Spyder del 1960 e la 911 Carrera RSR, GT estrema (3.0 litri, 330 cavalli, 850 kg), con cui Van Lennep colse nel 1973 l’ultimo successo Porsche alla Targa Florio e che recentemente è stata riproposta in chiave moderna. Oltre alle vetture uniche ed esclusive Porsche ha organizzato anche il ritrovo di alcuni dei piloti che maggiormente hanno caratterizzato le vittorie Porsche in Sicilia. Alla reunion hanno preso parte piloti come Vic Elford e Gijs Van Lennep, veri mostri sacri dell’automobile in un periodo in cui l’automobilismo era uno sport vero nel quale contava avere il piede pesante e le palle d’acciaio. Fare quattro chiacchiere con questi Maestri dell’automobile mi ha fatto fare un salto nel passato dell’automobilismo e nella storia del Bel Paese quando ancora si viveva di cose semplici. Sentire i racconti di questi piloti, di come i partecipanti aiutassero gli automobilisti in caso di difficoltà e di come tutto si svolgesse nella più totale incuranza delle elementari misure minime di sicurezza  è stato fantastico ed averli al mio fianco durante tutta l’esperienza Porsche è qualcosa che difficilmente dimenticherò.

Dell’esperienza con Porsche alla Targa Florio mi rimane un’emozione profonda di una gara a cavallo tra l’antico e il moderno, dove vetture tecnologicamente avanzate si sono sfidate a colpi di cronometro lungo un tracciato folle e pericoloso e nel quale la tradizione di una terra ricca di storia ha sempre dominato sull’evoluzione. Oggi Targa Florio è una competizione sicura, al livello degli standard moderni ma mantiene quel pizzico di follia e disorganizzazione tipica del sud che fa ricordare i giorni nei quali a fianco delle auto in corsa passeggiavano i calessi.

 

Articolo scritto e redatto da lingegnere | Tutti i diritti sono riservati

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