Nel mese di giugno 2014 Porsche tornerà a competere nello storico circuito di Le Mans con la nuova vettura LMP1: la 919 Hybrid, presentata per l’occasione al Salone Internazionale dell’auto di Ginevra. Si tratta di un veicolo ibrido dalle impressionanti caratteristiche tecniche e in grado di sviluppare, con un semplice motore V4 2 litri turbo, l’impressionante potenza di 500 cavalli. A questo propulsore viene accoppiato un motore elettrico alimentato da batterie al litio raffreddate a liquido che vengono caricate dai sistemi di recupero di energia sia dai gas di scarico, sia dalle frenate.

A metà giugno Porsche tornerà a Le Mans proprio con quest’auto.
La competizione francese si svolge ogni anno dal 1923 al Circuit de la Sarthe e prende tradizionalmente il via alle ore 16:00 di sabato per terminare allo stesso orario del giorno successivo. Il circuito ha una lunghezza di ben 13 km (è uno dei circuiti più lunghi del mondo ) e vengono utilizzate sia parti interne al tracciato sia strade aperte alla normale circolazione per tutto il resto dell’anno. In onore alla casa del cavallino di Stoccarda esiste una sezione del tracciato denominata “curve Porsche” che, negli anni 70, ha sostituito una sezione di strada statale eccessivamente vicina alle abitazioni private.

La gara di Le Mans oggi prevede una partenza lanciata ma nei primi anni 70 si era soliti partire dal lato opposto del circuito e correre verso le auto. Questo tipo di partenza venne considerata successivamente troppo poco sicura e si passò quindi ad una partenza da fermi con i piloti già seduti a bordo delle auto e i veicoli allineati a bordo pista. Successivamente si eliminò anche questo tipo di prassi per passare ad una partenza lanciata. Curiosità: la posizione dell’accensione sinistra, tipica delle Porsche, deriva proprio dalla tradizione sviluppata a Le Mans di avviare l’auto con la sinistra e innestare in contemporanea la prima marcia !

La storia di Porsche alla 24 ore di Le Mans inizia nel 1951 in cui gareggia come primo e unico produttore tedesco per mezzo di una Porsche 356SL (Gmund Coupe), versione opportunamente modificata del modello prodotto dal 1948 al 1965: una due posti leggera e sportiva dotata di trazione posteriore che ha quasi l’aspetto di una lattina, per via di quei copri ruota così evidenti e della struttura in alluminio.

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Nonostante il successo in numerose composizioni motoristiche, l’esordio non apporta al podio ma i risultati furono comunque incoraggianti. La squadra di colleghi francesi finì in ventesima posizione completando quindi con successo la gara.

L’anno successivo, sempre con il medesimo veicolo, le cose andarono meglio e sempre i medesimi piloti riuscirono ad arrivare undicesimi.

Nel 1953 la squadra tedesca si presenta con la Porsche RS550, veicolo molto basso e interamente costruito in alluminio, alimentato da un quattro cilindri boxer raffreddato ad aria di circa 110 cavalli.

Si tratta del primo veicolo effettivamente concepito per le competizioni mai prodotto da Porsche e che porta la casa del cavallino fino al successivo modello, il 718 apparso nelle competizioni motoristiche solo nel 1957, due anni dopo il tragico incidente di Mercedes Benz che costò la vita a 83 persone e che ne ferì oltre 120.

La Porsche 718 è un’auto principalmente concepita per l’ambito motoristico ma che purtroppo, al suo debutto, non riuscì a completare la gara per via di un incidente occorso durante la notte ma che nell’anno successivo, in una gara segnata da condizioni climatiche catastrofiche, permise a Jean Behra e Hans Herrmann di ottenere il primo podio della storia.

Gli anni successivi sono passati permettendo a Porsche di migliorare sempre più la propria tecnologia fino all’edizione del 1970 che vide il primo successo nella corsa per Porsche tramite la 917K (Kurzheck, codacorta) così chiamata per la coda modificata per risolvere alcuni problemi di aerodinamica che erano presenti nella 917. Questa nuova versione garantiva infatti maggiore stabilità del retrotreno e migliorava notevolmente raffreddamento del motore purtroppo con qualche perdita aerodinamica.

Lo stesso risultato di un ottenuto con il medesimo veicolo anche nel 1971, anno che segna anche il record del tracciato: 5.335,16 km percorsi in 24 ore, pari a 397 giri e una media di 222,304 km/h

Gli anni 70 videro la casa di Stoccarda ancora vincitrice nel 1976 nel 1977 ma i veri successi e le grandi conquiste arrivano solo negli anni 80 con le 936, 956 e 962. Vittoria generale nel 1981, tripla vittoria nel 1982, vittoria generale nel 1983, 1984, 1986 e 1987 con un’auto sviluppata in soli 9 mesi di lavoro !

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L’ultima vittoria risale al 1998, dove la Porsche 911 GT1-98 condotta dal trio Aïello, McNish e Ortelli percorse 4.773 chilometri e 351 giri. Da allora non vi è traccia del cavallino di Zuffenhausen alla 24 ore di Le Mans ed il ritorno è atteso, sia per la presenza di un pilota d’eccellenza come Mark Webber, sia per gli enormi sforzi tecnologici messi in campo da Porsche per dimostrare ad Audi e Toyota che son finiti gli anni di dominio senza rivali.

Mai slogan fu più azzeccato. Mission 2014: our return.

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Above Images ©Dr. Ing. h.c. F. Porsche AG

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