Anche quest’anno è arrivato il Natale e tra baci sotto il vischio, cene, regali e presepi. Sono innumerevoli le leggende che si tramandano da secoli sul tema natalizio, ma sappiamo come sono nate esattamente e soprattutto come sono giunte fino noi? In linea di massima tutti sappiamo che la tradizione del presepe deriva da San Francesco e che Babbo Natale è rosso per via della Coca-Cola, ma degli altri simboli che contraddistinguono questa festa cosa sappiamo? Vediamo di fare una breve carrellata facendo un po’ d’ordine.
A scuola ci insegnano che Gesù è nato nell’anno zero, ma in realtà non è così. Secondo gli studiosi nacque intorno al sesto (o settimo) anno; dei quattro evangelisti canonici, due (Marco e Giovanni) non dicono nulla sul tema mentre Matteo (2:1) dedica al Natale un breve versetto: “Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode”. Solo il Vangelo di Luca ci riporta qualche dettaglio, questo perché i primi cristiani consideravano sconveniente parlare di certi aspetti della vita del Messia, poichè entravano in contrasto con la sua natura divina. Nemmeno la data 25 dicembre sarebbe corretta! Andando alle radici della festa cristiana non troviamo evangelisti, ma un pagano imperatore romano, e un papa. L’imperatore era Aureliano che, volendo unificare culturalmente il mondo romano, istituì nel 274 la celebrazione del Sol invictus, fissandone la festa (Dies natalis) poco dopo il solstizio d’inverno, quando le giornate ricominciano ad allungarsi. I cristiani sostituirono il Sole con Gesù, infatti il simbolismo teologico “Cristo-Luce” è caratteristico del Vangelo secondo Giovanni, che mette spesso in evidenza la contrapposizione tra luce e tenebra. In seguito fu papa Giulio I che fissò la data del 25 dicembre intorno al 352.
Come detto in precedenza la tradizione del presepe è ben nota, mentre l’artefice dell’albero di natale fu San Bonifacio. Intorno al VII secolo, per convertire i popoli germanici, abbatté una quercia sacra ai pagani e rimediò successivamente all’offesa regalando un piccolo abete che addobbò appoggiando sui rami delle candele accese che simboleggiavano la discesa dello Spirito Santo sulla terra con la venuta di Gesù. Sempre dal Nord-Europa arriva la tradizione dei doni che non sono portati solo da Babbo Natale, ma anche da San Nicola, Santa Lucia (tradizione ancora viva in alcune parti d’Italia il 13 dicembre) e San Martino.
Ho citato Babbo Natale e solo su di lui si potrebbero scrivere libri interi perchè è una figura presente in molte tradizioni mondiali. Santa Claus, così viene chiamato nei paesi anglofoni, nasce dalla penna di Clement Clarke Moore nel 1823 che scrive la poesia “Era la notte prima di Natale”, per divertire i propri figli la notte del 24 dicembre. Santa Claus somiglia a un nissen, folletto della mitologia vichinga, e viaggia su una slitta tirata da renne. A prescindere da come lo si chiami, le rappresentazioni di un personaggio che porta i regali derivano principalmente dallo stesso personaggio storico: San Nicola, vescovo di Myra (oggi Demre, città situata in Turchia), di cui per esempio si racconta che ritrovò e riportò in vita cinque fanciulli, rapiti ed uccisi da un oste, e che per questo era considerato il protettore dei bimbi. L’appellativo Santa Claus deriva da Sinterklaas, nome olandese di san Nicola. Come riportato all’inizio dell’articolo Babbo Natale era di vestito verde, o almeno così veniva raffigurato da una disegnatrice svedese verso la fine del 1800; fu poi un altro disegnatore, Haddon Sundblom, che nel 1930 lo raffigurò di rosso quando la Coca-Cola lo scelse come testimonial della bibita (anche se alcuni versioni in rosso erano iniziate a circolare prima della notorietà raggiunta dalla Coca-Cola).
Un altro simbolo del Natale è la stella cometa, presente su molti e alberi e presepi; in realtà, fino a quando Giotto non la dipinse nella Cappella degli Scrovegni, gli antichi che raccontano la storia dei Magi parlavano solo di un “astro anomalo”. Figure classiche del presepio sono anche il bue e l’asinello presenti nella grotta della natività, di cui non si sa molto: sicuramente i Vangeli canonici non li citano e secondo le più recenti ricerche essi compaiono in alcuni dei vangeli apocrifi.
Dove aver approfondito (e anche sfatato) qualche mito, concludiamo con qualcosa di buono: i dolci natalizi, partendo dal classico panettone. Su di esso girano diverse leggende ma una delle più famose racconta che il panettone fu inventato a Milano dal cuoco di Ludovico il Moro. Il primo a scrivere di una focaccia dolce che ricorda l’impasto dell’attuale panettone fu Cristoforo di Messisbugo, un cuoco di Ferrara che nel 1549 in un suo ricettario parlava di un dolce fatto dalle parti di Milano a base di farina, burro, zucchero uova e latte. Non c’erano ancora uvette e canditi (spesso ingratamente contestati), ma l’impasto era praticamente identico. Passiamo al mandorlato, prodotto con miele, zucchero, albume d’uovo e mandorle; tipico della zona di Cologna Veneta (Verona), fu realizzato dallo speziale Antonio Finco nel suo laboratorio, dove ancora oggi, ogni anno, con la festa dell’Immacolata Concezione, si festeggia la produzione pluricentenaria del dolce. Sempre veronese è un altro dolce del Natale rivale del popolare panettone: il pandoro. Le origini sono da ricercare addirittura nell’antica Roma dove si consumava il panis, dolce preparato con burro, farina e olio; la nascita della ricetta moderna, almeno come la intendiamo oggi, risale invece all’800, come evoluzione del nadalin, dolce veronese, quando Domenico Melegatti, fondatore dell’omonima industria dolciaria veronese, depositò all’ufficio brevetti un dolce morbido e dal caratteristico corpo a forma di stella a otto punte, opera dell’artista Angelo Dall’Oca Bianca, pittore impressionista.
Si conclude così la nostra breve carrellata natalizia ma prima di augurarvi Buon Natale vi ricordo che se volete dare un tocco musicale alle vostre feste la canzone di Natale moderna più famosa è White Christmas di Irving Berlin, scritta nel 1940 e cantata da Bing Crosby. Nonostante gli innumerevoli tentativi di imitazione l’originale risulta essere il singolo natalizio più venduto, con tanto di Oscar vinto nel ’43.
BUON NATALE!
Articolo scritto e redatto da ALESSANDRO SACCO | Tutti i diritti sono riservati