Finito l’albero e terminato il presepe uno dei gesti più consueti che facciamo in molti è quello di concludere le decorazioni con la stella-cometa. Indiscutibilmente uno dei simboli delle feste natalizie, la stella-cometa illumina le fredde notti d’inizio inverno. Ma cosa c’è di vero nella storia che ci viene raccontata? Forse poco, anzi nulla (la cometa è un’invenzione artistica), ma andiamo per ordine e vediamo di ricostruire i fatti di questa vicenda storica.

Prima di tutto il termine stella-cometa è errato, in quanto la parola unisce due corpi celesti molto diversi tra loro: la stella è un corpo celeste che si trova a distanze assiderali dal nostro pianeta e che brilla di luce propria; la cometa molto più piccola rispetto a una stella si trova all’interno del sistema solare e soprattutto non brilla di luce propria.

Dei quattro Vangeli Canonici l’unico che cita l’episodio è quello di Matteo (2,1-12.6), secondo il quale la Stella di Betlemme guidò i Magi fino alla capanna dove era nato Gesù. Notare che non viene usato il termine stella-cometa ma bensì Stella di Betlemme. Nell’antichità le opinioni dei vari astronomi erano confuse, non esisteva una linea comune di pensiero sulle stelle e dei corpi celesti in generale. Inoltre i testi sacri sono soggetti a varie interpretazioni (generando molta confusione), ma le comete erano ben note all’epoca dei fatti; il termine deriva dal greco antico kometés (dotato di chioma). Quindi se fosse stata una cometa il testo lo avrebbe riportato. Ma allora per quale motivo si è arrivati ad associare questo corpo celeste con la nascita di Gesù?

La risposta è semplice (almeno in parte). Nel 1301 Giotto stava dipingendo la Natività nella Cappella degli Scrovegni a Padova, all’epoca il mondo era impressionato per il passaggio della Cometa di Halley. Il pittore quindi decise di apporre una coda alla Stella di Betlemme, rappresentandola come una cometa. La coda rispondeva all’esigenza del testo evangelico di indicare una via da seguire. L’intuizione artistica fu premiata, infatti da quel momento le varie rappresentazioni sulla nascita di Gesù furono associate sempre a una cometa.

Bisogna ricordare che le comete in passato però non godevano di buona fama, anzi spesso venivano viste come annunciatrici di grandi catastrofi e questo fino a non poco tempo fa. Basti pensare a una pubblicità del 1910 (anno di un ennesimo passaggio della cometa di Halley) dove si raccomandava di respirare aria pura da apposite bombole per difendersi dalla coda infettiva della cometa. Resta difficile che una cometa poteva essere associata a un evento positivo e importante (come la nascita del Messia).

 

Ma se non era una cometa e non era nemmeno una semplice stella, quale evento astronomico può aver spinto Matteo a inserirlo nel Vangelo? Come detto in precedenza nell’antichità, con il termine stella poteva essere racchiusi vari fenomeni che interessavano il cielo visto dalla Terra. Gli storici concordano che intorno all’Anno Zero un evento cosmico importante (confermato anche in altri testi al di fuori del Vangelo) è realmente accaduto. Cosa di preciso? Sicuramente doveva essere un fenomeno ben visibile rispetto a una semplice stella.

Lo studio non è stato facile, nel corso degli anni sono stati analizzati testi provenienti da ogni cultura, in particolare i libri provenienti della Cina, perché nella storia del popolo Cinese le varie dinastie di imperatori hanno sempre annotato con costante meticolosità l’evoluzione della volta celeste, in quanto lo studio del cielo era ritenuto funzionale alla vita sulla terra.

Sono state formulate diverse ipotesi. In primis si è pensato all’esplosione di una supernova, un evento che renderebbe la stella ben distinguibile di notte rendendola l’oggetto più luminoso in cielo dopo la Luna. Matteo, utilizza il termine aster, che veniva associato proprio alle stelle. Un’altra teoria proposta è stata quella di un’eclisse lunare piena, che avrebbe reso la Luna di colore rosso intenso. Circostanza poco credibile in quanto l’evangelista descrive un evento luminoso. Seppur questi due eventi si sono verificati intorno all’Anno Zero, sono fatti talmente macroscopici che avrebbero avuto maggiori riscontri nella letteratura e arte dell’epoca in quanto ben distinguibili da tutti.

Si è quindi giunti alla conclusione che l’evento non doveva essere alla portata di tutti, ma notabile solo da esperti di astronomia.

L’ipotesi attualmente più accreditata è quella di una triplice congiunzione tra Giove Saturno e Marte. All’epoca non si conoscevano con esattezza le orbite dei vari pianeti, quindi osservare tre corpi celesti, tra cui alcuni di grande rilevanza (come lo erano Giove Saturno) incrociarsi tra di loro doveva significare che qualcosa d’importante poteva accadere sulla Terra.Il Vangelo non usa il termine Re Magi, ma solo Magi. I Magi erano una casta sacerdotale di astrologi zoroastriani, quindi persone che sapevano leggere bene la volta celeste. Vista dalla Terra la congiunzione tra pianeti appare (per un inesperto osservatore) come una stella molto più grande e luminosa rispetto alle altre. Questo effetto è dovuto all’insolita vicinanza dei tre corpi celesti interessati. Oltre a questo, il fenomeno in questione brillava a sud di Gerusalemme ed è infatti la direzione di Betlemme. Il Vangelo non riporta che la stella si sia fermata sulla capanna ma semplicemente che l’astro si trovava al di sopra di Betlemme.

Quindi tirando le somme, se tornassimo indietro nel tempo, in Medio Oriente, intorno all’anno 7 (data reale cui gli storici posizionano la nascita di Gesù) in direzione della località di Betlemme noteremmo un astro ben luminoso e distinguibile rispetto agli altri nel cielo notturno. Questo corpo celeste non è una stella ma semplicemente l’unione di tre pianeti (Giove, Saturno e Marte) che transitando molto vicini tra di loro, dando l’impressione di una grande stella.

In conclusione l’affascinante mistero della Stella Betlemme continuerà a esistere e far discutere, ma questo non cambierà di certo il significato e anche la magia di una dei simboli di Natale cui siamo maggiormente legati.Sono stati scritti libri, girati film e scritto canzoni (tra le più note Star Of Bethlehem degli Angels Airwawes) quindi la sua leggenda non avrà fine.

Per chi fosse interessato al fenomeno, il Planetario Ulrico Hoepli di Milano organizza a Dicembre uno spettacolo (ripetuto nel corso del mese) dove si affrontata in maniera più dettagliata la storia della Cometa di Natale.

halley 1910s

Articolo scritto e redatto da ALESSANDRO SACCO | Tutti i diritti sono riservati

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