Dopo aver brevemente descritto il dibattito svoltosi giovedì sera, oggi illustriamo nel dettaglio gli abiti che sono stati presentati dai giovani stilisti

 

WHEN ORCHIDS BORN

di Martina Minotti


La forma e l’anima dell’abito si ispirano all’orchidea: un tubino di cordoncini oro cinge il corpo femminile esaltandone le forme, mentre un ricco corpino lo avvolge in un abbraccio floreale dischiudendosi in più corolle concentriche e variopinte. Ogni corolla è caratterizzata da una lavorazione differente realizzata mediante l’applicazione di nastri di raso arricciati o plissettati. La rigidità dei materiali utilizzati per la realizzazione dell’intero abito rievoca la consistenza dei petali del fiore, esaltandone i cromatismi attraverso il contrasto lucido dei rasi e opaco dei feltri.


Le Aziende:

Manifattura di Domodossola

Forza Giovane Decor

Remmert

Topp Italia

Zip Gfd

 



 

BLUE LIGHT
 
di Silvia Deambrosis

Il progetto Blue Light è ispirato al mondo dei corsetti e dei pizzi

del 1700, da cui prende una linea sinuosa e aderente e le lavorazioni di pizzi e nastri. Nasce così un capo che mantiene l’eleganza e la particolarità di quell’epoca, ma che esalta dettagli moderni con borchie e applicazioni, in modo che risulti sbarazzino e sensuale allo stesso tempo. Si compone di un corpino dalle linee attillate e sinuose decorato sulle fasce laterali con l’applicazione di borchie, attraversato in diagonale da una doppia zip e rivestito internamente da nastri glitterati. Una volta aperto, mostra un abito di tulle arrricciato dalla gonna a balze in pizzo e passamanerie.


Le Aziende:

Ricamificio Vanoni

Linea Ellepi

Palm

Achille Valera Lissoni

Zip Gfd

 

B.A.T. : SCULTURE IN MOVIMENTO
di Matthan Gori

“Il Tempo. Se ci fermassimo in stasi assoluta, allora allo stesso modo si avrebbe il ricordo immobile di noi per tutta la durata della nostra esperienza.” Matthan Gori.

Due modi per vincere lo stesso gioco: correre da inseguiti, o fermarsi fino a diventare parte del gioco stesso. La pietra ha senz’altro scelto quest’ultima possibilità, diventando lei stessa la memoria del Tempo.

– Capo Marmorizzato:

L’immobilità di una lastra di Marmo, il suo colore immutabile nel tempo e la sua forma incorruttibile ha influenzato poeticamente provocazione dello stilista, nel voler proporre come materiale con cui abbigliarsi, il Marmo. Questo Capo è stato realizzato con tre tipologie di spalmature ottenute attraverso un procedimento innovativo in cui è stata utilizzata la Polvere di Marmo.

– Capo Industriale:

L’innovazione nel messaggio che passa attraverso la forma: un progetto che annienta il tempo e lo spazio. Un capo “a-temporale”, ispirato alle forme aerodinamiche dei 3 prototipi Alfaromeo che Franco Scaglione disegnò negli anni 50 per la Carrozzeria Bertone: le BAT.

CUTUP-GUSCIO
di Laura Carabba



L’abito come abitazione, scudo protettivo e allo stesso tempo

comunicazione di personalità. L’ispirazione a una forma che è simbolo stesso di creatività, l’ovale, a un’immagine estetica bilanciata fra arte pittorica e intelligenza stilistica, il sapiente assemblaggio dei ricami e dei decori sul tessuto neutro ma arricchito da speciali agugliature, dipingono con nuova armonia un guscio fatto di petali e di poesia.


Le Aziende:

Federico Aspesi S.r.l.

Forza Giovane Decor S.r.l.


WAVING ZIP
di Elisa Carcano

Da un abito bianco finemente ricamato esplode il volume di una nuvola di ruches ondeggianti, scandita da serpentine di zip colorate. L’ispirazione nasce dalle forme della natura, i disegni che l’acqua crea sulla sabbia e le sinuosità delle corolle dei fiori.

Dinamismo e purezza, gioco e femminilità. La tecnicità delle cerniere e il romanticismo del tulle si fondono in un armonioso contrasto, nel quale il candore del bianco è spezzato dal movimento chiaroscurale della goffratura del tessuto.


Le Aziende:

Ricamificio Dama (a cui va un particolare ringraziamento per i tessuti)
Zip Gfd

SHELLY DRESS
di Maria Serena Badessa

L’abito richiama nella forma e nei colori una conchiglia: una serie di raggi si dirama dai lati a formare due strutture stellate che avvolgono il corpo e lo racchiudono come valve di una conchiglia.

La decorazione è realizzata montando nastri di raso di diversa altezza, passamanerie, fili di perline e paillettes neri, su un tessuto bianco che è stato accoppiato per dare rigidità alla struttura. Le pieghe ricordano le scanalature tipiche delle conchiglie e creano giochi di luce e ombra.

La ricercatezza e il preziosismo della parte superiore dell’abito vengono bilanciati ed esaltati dal contrasto con il tessuto dell’abito di base, che, grazie all’accoppiamento con un film di poliuretano opaco arancione, acquisisce un aspetto tecnico.


Le Aziende:


Forza Giovane Decor Srl

Framis Italia S.p.A.

 

EAST MEETS WEST. (S)composizione al limite della distruzione
di Mattia Tripepi


Un viaggio tra oriente e occidente volto a mettere a confronto l’approccio progettuale di due realtà così diverse ma allo stesso tempo simili per molti aspetti.

Un processo di (s)composizione al limite della distruzione perchè si assiste ad un ribaltamento della comune prospettiva, di quei canoni ormai assimilati, tramite la distruzione dei punti FISSI e la conseguente creazione di nuovi, VARIABILI.

Una collezione che nasce da una commistione di culture orientali e occidentali, tutte però facenti capo ad un’unica filosofia: “the air between the skin and the garment”. Già, perchè questi abiti nascono non per svelare un corpo nascosto nè per esibirlo in maniera ostentata, ricalcando la filosofia dell’abito giapponese che, a differenza di quello occidentale, non ricalca il corpo ma è il corpo ad interpretare l’abito perchè il corpo stesso dà forma all’abito.

L’intero progetto è il frutto di una forte relazione fra la piattezza delle geometrie e i volumi (de)costruiti nonché tra tradizione e innovazione. Un percorso che va dalla radicale reinvenzione di tecniche tradizionali – quali l’arte della piegatura giapponese- al progresso tecnologico nella produzione e finissaggio del tessuto.

Si tratta di capi che interpretano uno “chic inverso” attraverso l’uso di tessuti atipici, lisi e grossolanamente strutturati.

Tutte caratteristiche perfettamente riscontrabili nel Washi, il primo vero tessuto di carta giapponese, prodotto da fibra di carta tessuta come un qualsiasi altro filato.

Per progettare l’intera collezione Mattia ha agganciato la tecnica del taglio – fondamento della sartorialità occidentale – all’origata – l’arte della piegatura giapponese – e nel realizzare i capi ha definito 3 diverse tipologie di pieghe:

– pieghe di costruzione che danno origine a volumi (non sono visibili sul capo ma stanno alla base della costruzione su carta per passare dal 2d al 3d)

– pieghe per strutturare (sono visibili sul capo nella forma di una plissettatura più o meno regolare) dando sostegno, struttura e forma al capo

– pieghe che danno origine a stratificazione (determinano un capo caratterizzato da sovrapposizione di layers)

Allora? che ne pensate di questi giovani artisti?Quale di queste interessanti creazioni vi è piaciuta di più?

A proposito dell'autore

Ingegnere? Pusher of Enthusiasm Consulente Digitale. Prof Universitaria Fondatrice di TheOldNow.it beauty. book. family. podcast. travel.

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