Il vino per scelta

 La storia della cantina Silvio Grasso parla di scelte coraggiose, di grande impegno personale, di risultati raggiunti con le proprie forze e di tanta conoscenza della propria terra. Il fondatore della cantina da sempre lavora con la terra, una terra che ama e che rispetta e di cui ha imparato a conoscere ogni sfumatura. Questa grande esperienza ha permesso di riconvertire un’azienda agricola dedita alla coltivazione e vendita di frutta in una preziosa realtà vitivinicola produttrice di vere chicche nel cuore della DOCG Barolo

 É con grande umiltà che questa cantina ha mosso i primi passi pubblici, ad un Vinitaly degli anni ’80 in cui in anteprima e quasi per caso è stato presentato il Barolo prodotto dall’azienda. Ed è con questo stesso spirito che il fondatore vuole continuare ad operare, quasi sottovoce, anche se i suoi prodotti parlano, cantano e lo fanno in modo molto chiaro

La gamma di prodotti della cantina, ottenuti traendo il massimo risultato dai circa 11 ettari vitati splendidamente baciati dal sole timido ma fecondo della colline di questo angolo di Piemonte, è molto varia, ma per scelta personale ho deciso di focalizzarmi sulle diverse espressioni del Nebbiolo

La prima tappa di questo interessante parcorso è la versione base del Nebbiolo, molto piacevole, fresca e profumata, un vino rosso poco impegnativo, che si lascia bere con facilità e che farebbe splendida figura in un aperitivo all’aperto prima di cena

La seconda e la terza stazione sono due Nebbioli che nel loro affinamento hanno potuto godere della preziosa compagnia del legno per qualche tempo, fino a diventare, nel caso del Peirass, dei veri e propri “piccoli baroli”, dotati di complessità e struttura. L’azione del legno si fa sentire prima al naso, trasformando quasi magicamente i profumi di frutta fresca tipici del Nebbiolo in frutta matura più dolce, e poi in bocca allungando in maniera significativa la persistenza del vino

La naturale continuazione di questo percorso fra le differenti vesti di cui il vitigno langarolo si ammanta non può che condurre all’incontro col Barolo. Classificazione unica che sta stretta alle innumerevoli sfaccettature che questo stupendo frutto della terra assume a seconda della natura del terreno da cui prende vita. Poprio per questo motivo, al fine di esaltare al massimo il timbro di ogni singolo cru, la gamma di Baroli offerta dalla cantina è molto ampia, spaziando da vini ottenuti secondo il metodo tradizionale (Turnè), ad altri che riposano in barriques di secondo e terzo passaggio (Giachini) ad altri ancora che vengono affinati esclusivamente in barriques nuove (Bricco Luciani)

Forse perchè ottenuto dalla vigne più anziane, forse perchè proveniente dal colle che amorevolomente abbraccia la cantina, ma il Ciabot Manzoni ha, a mio parere, una marcia in più. Più morbido e gentile dei suoi fratelli, pur di un’annata spigolosa come il 2006, di profumo più marcato e di coda elegante e molto lunga, rappresenta una gradevolissima scoperta da cui si viene facilmente ammaliati

Iniziativa lodevole che riporto con grande piacere è L’Insieme, un vino che nasce dall’assemblaggio di uve di territorio (Nebbiolo e Barbera) ed internazionali (Merlot e Cabernet Sauvignon), che vede la collaborazione di sei produttori delle Langhe, ognuno dei quali ha realizzato un proprio blend caratteristico, ed una parte del cui prezzo viene devoluta in beneficenza

 

 Una bella scoperta, sia enologica che umana

 

Articolo scritto e redatto da Federico Malgarini | Tutti i diritti sono riservati

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