Al nostro ingresso nella cantina Azelia veniamo accolti da due simboli di questa realtà: il rappresentante del presente,

quinta generazione di Scavino in azienda, e quello del passato, un orologio a pendolo concepito e realizzato dal fondatore della cantina fra il 1920 (anno di fondazione) ed il 1930. Come abbiamo compreso solo con la prosecuzione della visita e della chiacchierata non potrebbe esserci immagine maggiormente significativa per descrivere il carattere dicotomico di Azelia, con radici profondamente aggrappate al passato e germogli caparbiamente rivolti verso il sole futuro

 

 Questo fil rouge si ripete durante tutta la visita che ci viene cortesemente offerta, la struttura della cantina è quella originale, muri spessi e temperatura e umidità naturalmente costanti. L’affinamento viene diviso fra botti grandi, rigorosamente non verniciate per pemettere una respirazione ottimale al vino, e barriques accuratamente selezionate ed utilizzate con attenzione. La scelta delle botti riflette un deciso convincimento della famiglia Scavino, che pretende dai propri fornitori solo il massimo perché ciò è quello che il loro vino, curato e coccolato per tanti anni, si merita

La cantina personale è un piccolo angolo ricco di tesori, in cui le annate migliori vengono gelosamente conservate per essere degustate in occasioni speciali assaporando l’opera paziente che il tempo ha svolto sui tannini del Nebbiolo, ammorbidendoli, arricchendoli ed esaltandoli. I pilastri sui quali si basa Azelia sono solidi: vinificazione di uve esclusivamente coltivate in azienda, ricerca della qualità a discapito della quantità e grande amore per la propria terra. Il risultato nel bicchiere è sorprendente

La visita della cantinta si termina dove era iniziata, nella sala dell’orologio, perfetto simbolismo anche questo della ciclicità del tempo. Si passa quindi alla degustazione dei prodotti della casa, espressione sensoriale della passione e della cura che la famiglia Scavino ripone nella viticoltura. Il Nebbiolo Langhe DOC è un florilegio di profumi fra i quali spicca il lampone, un vino che si beve con grandissimo piacere, fresco, delicato, non è facile riporre il bicchiere quando lo si è assaggiato

 Si passa quindi al principe delle Langhe, il Barolo in versione base presenta i profumi già sentiti nel Nebbiolo, ma più maturi, ingentiliti dall’utilizzo del legno (botti grandi) mentre in bocca il tannino è morbido ed elegante, carattere comune dell’annata 2007, ma di un livello decisamente superiore. Nella dolcezza dei tannini e nel corpo di questo vino si inizia a comprendere l’importanza della “vendemmia verde” eseguita all’inizio dell’estate per selezionare solo i grappoli migliori e concentrare i profumi e gli strutturanti a scapito della resa per pianta

La vera scoperta è il Barolo Bricco Fiasco, cru selezionato di Nebbiolo da vigne di oltre 50 anni (per il riserva viene impiegata uva proveniente solo da vigne di oltre 75 anni), affinato in barriques prevalentemente di secondo passaggio per non nascondere i profumi del vino, impresa che sarebbe comunque ardua visto il sontuoso timbro olfattivo, che in bocca è una vera esplosione, un corpo imponente, ma raffinato, in cui l’astringenza non viene quasi avvertita e la coda gustativa è dolce e tipicamente fruttata. Un vino importante e gentile, figlio della passione lunga quasi un secolo per la vigna e per i suoi frutti. Un Barolo di grande carattere ed eleganza, da grande occasione

Una realtà vitivinicola di grande valore, orgogliosa della sua storia, le etichette sono le stesse da cinquant’anni incuranti delle mode, ed innamorata della sua terra. Il frutto, non ci sarebbe termine migliore, di questa passione si sente, eccome

Articolo scritto e redatto da Federico Malgarini | Tutti i diritti sono riservati

4 Risposte

  1. Marta

    mi piace molto l’inizio di questo post.. è molto fiabesco!
    ciao!

    Marty