La vigna in città, é questa la prima impressione che si ha avvicinandosi alla cantina Bea, posizionata sulla collina che domina a nord Pinerolo, il confine fra urbano e naturale qui é davvero labile.
Varcato il cancello la sensazione é quella di essere trasportati istantaneamente in un relais di campagna, mentre la vista a valle sulla città stretta ai piedi del colle dà una sensazione di autorità all’insieme

L’azienda agricola Bea è giovane, nata nel 1999 dal desiderio di Francesco Romano di creare un nuovo concetto di vigna che concili il buono del vino, prodotto principe della terra pinerolese, col bello dell’arte, delle geometrie naturali ed architettoniche, inserendo nell’equazione anche un rustico elegantemente ristrutturato e dedicato, oltre che a cullare dolcemente il vino dell’azienda, ad accogliere gli ospiti della cantina

 

  I primi ceppi di Barbera sono stati piantati nel 2000 e la favorevole disposizione del versante collinare, esposto a sud, insieme  alla ricchezza del terreno ha permesso di osare una densità di piante, circa 4.000 ceppi per ettaro, che é quasi il doppio della media della zona. La scelta di piantare Barbera, vitigno principe di quest’area del Piemonte, costituisce una dichiarazione d’amore per la propria terra

In totale la superficie vitata é di circa un ettaro, sui 3 di proprietà. I vitigni coltivati ed in produzione sono Barbera e Merlot, mentre é stata da poco impiantata una piccola zone a Pinot Noir in via sperimentale e non ancora produttivo, qualcuno a questo proposito sogna bollicine piemontesi di altissimo livello.
Il prodotto di punta dell’azienda è il Barbera Pinerolese DOC che viene proposto sia con fermentazione ed affinamento esclusivamente in acciaio per lasciare inalterata la freschezza ed il naso del vitigno nel vino (600 bottiglie/anno) sia con fermentazione in tino e successivo affinamento in barrique per permettere ai tratti tipici di questo vitigno autoctono di acquisire spessore e complessità (4000 bottiglie/anno).

 

 

 

 

Viene proposto anche un merlot in purezza, che purtroppo non ha ancora ottenuto l’igt e per questo viene presentato con un’etichetta completamente bianca ed un biglietto esplicativo in cui si chiede al consumatore di scrivere direttamente quelle che sono le sue sensazioni assaporando il vino (600 bottiglie / anno)

La cantina ed il locale degustazione sono accoglienti e raccolti, ricavati sotto al corpo principale della struttura adibito a resort, con affascinante piscina a sfioro che nella stagione calda deve essere davvero un piacere per le membra e per gli occhi

Concludo con le parole citate sulla brochure della cantina che mi vedono pienamente d’accordo: “…sono gli occhi di chi guarda a rendere grandi le cose”

Articolo scritto e redatto da Federico Malgarini | Tutti i diritti sono riservati