Per quasi mille anni Santa Sofia, o Haghia Sophia, fu il più ampio spazio chiuso esistente al mondo, progettato per esibire la potenza e la ricchezza degli imperatori bizantini ai propri sudditi ed ai dignitari stranieri in visita. La chiesa, situata sull’antica Acropoli, dominò l’orizzonte cittadino per circa un millennio fino a che, nel 1453, con la conquista ottomana della Turchia, le cupole ed i minareti delle moschee cominciarono a incrinare la posizione di preminenza.

Santa Sofia fu una moschea fino al 1932 quando si eseguirono gli ultimi lavori di ristrutturazione e nel 1934 venne aperta come museo. Entrando nella navata attraversando il portale dell’imperatore è difficile non restare impressionati dal suggestivo senso di vastità creato dalla straordinaria cupola di circa 32 m di diametro e 55 m di altezza da terra, con 40 aperture che inondano di luce l’interno. Ad aumentare le dimensioni della cupola, ci sono poi le semi cupole inserite a est e a ovest. Anche le pareti del timpano a sud e a nord della cupola centrale accentuano l’altezza della costruzione.

I mosaici bizantini furono ideati per essere visti alla luce di una candela e questo è il modo migliore per accorgersi dell’incredibile maestria degli artisti: la luce tremolante che si riflette nei frammenti di vetro e di oro, sapientemente inseriti in angoli disparati, regala ai mosaici un’apparenza di movimento e vita. Quanto rimane dei mosaici astratti e delle ampie aree di oro che coprivano il lato inferiore della cupola e altri tratti di pareti e soffitti datati sesto secolo. Ciò che rimane dell’epoca in cui Santa Sofia fu una moschea sono un mihrab, un minbar, un alloggio del sultano e le enormi targhe in legno che recano i sacri nomi di Allah, del profeta Maometto, dei primi quattro califfi e dei nipoti del profeta, Hassan e Hussein. Queste iscrizioni e quelle sulla cupola sono opera del calligrafo Azzet Efendi e risalgono all’epoca del restauro a opera dei fratelli Fossati.

Tutti i mosaici figurativi di Santa Sofia sono successivi al iconoclastia (726-843). Tra i più interessanti vi è quello di una deesis (supplica) che ritrae Cristo, la Vergine e San Giovanni Battista. Il mosaico è danneggiato ma i tre volti sono ben conservati e quello di Giovanni Battista particolarmente espressivo, tradendo grande dolore e sofferenza, mentre la Vergine agli occhi bassi e un’espressione di modestia e umiltà.

Circa trecento anni dopo la trasformazione di Santa Sofia in una moschea, nell’angolo nord orientale del complesso venne edificato un imaret (cucina della minestra) al quale si accede attraverso un raffinato portale barocco. A partire dal 2013 questa splendida struttura cupola ospita l’interessante museo di tappeti con una collezione di tappeti tessuti kilim si antichi sia più recenti.

Santa Sofia è un monumento incantevole ricco di storia dove tradizioni millenarie si fondono insieme all’arte e all’architettura per dare vita a un connubio decisamente da non perdere

 

Info

Santa Sofia

Sultanahmet Mh., Ayasofya Meydanı, Fatih/İstanbul, Turchia