C’è una linea di gioielli che sta facendo impazzire le belghe. Dimenticatevi Tiffany, ormai super inflazionato. In un paese nel quale i bracciali DoDo non sono mai arrivati, e nel quale nessuno segue i diktat della moda, ma quelli del proprio senso estetico, è nata Théa
Théa come la bimba di Emilie Duchêne (figlia di Luc Duchêne, del quale abbiamo parlato in più occasioni come qui, qui e qui), nata quasi contemporaneamente al progetto; Emilie ha scelto di legare al cuore questo momento di creatività.
Cos’è, in concreto? Non è così scontata come la collana da Carrie Bradshaw, usata ed abusata. Ma è molto più personale dell’anello oui, anch’esso visto e rivisto.
È una linea di gioielli in oro. Oro rosa. Costosi, forse troppo. Ma ognuno è unico, ed è realizzato, forgiato e prodotto su richiesta. Perché in un momento in cui mille voci sono pronte a farci sapere quello che vogliamo, Emilie si è chiesta se non fosse proprio nella personalizzazione di un prezioso, forse, il massimo del lusso
L’idea dietro a quel filo di metallo dal colore caldo è ambiziosa. E sta sfacciatamente tra il filosofico e il materialista. Poco importa l’occasione, postula Mademoiselle Duchêne, poco importa l’uso che se ne fa. Un pegno, un talismano, da offrire a qualcuno in un atto d’amore o da stringere al cuore come se fosse il proprio tesoro (e non è amare sé stessi forse una forma d’amore egualmente alta?). Un gioiello non è più espressione di status sociale, è un riflesso delle nostre aspirazioni, indossa i nostri desideri, i nostri desideri, la nostra identità. È un mezzo e non un fine, un messaggio, o forse no, al quale può essere legato un momento prezioso, o l’eternità. Proprio perché è personalizzato, unico, su misura
Ponendosi tra l’oreficeria artigiana (alla quale solo pochi eletti hanno accesso) e l’oreficeria di massa, l’occasione è grande per coloro che vogliono un prezioso di moda, ma unico.
Se ai suoi albori il brand proponeva solo anelli, sui quali forgiare un massimo di 5 lettere o numeri, un cuore o una stella in oro rosa o tempestata di diamanti, Thea cinge ora anche le braccia delle fashioniste belghe. Sotto forma di bracciali. Per ottenere il proprio gioiello basta specificare taglie e misure, ed aspettare che il prototipo sia pronto. Si parla di attese di tre settimane per riceverlo, ma, ha azzardato una blogger belga, in una società dove tutto va così in fretta, non fa male prendersi il tempo di desiderare.
Quanto a Emilie Duchêne, si può dire sia cresciuta nell’ambiente più congeniale ad una mente creativa. Nella moda, afferma infatti, alcuni sono coinvolti fin da piccoli: sono stati proprio i suoi genitori infatti ad immergerla in questo universo. Gli studi nel campo della moda a Parigi, poi, da buona figlia d’arte, sono arrivati i grandi nomi. Isabel Marant, Dior gioiello, Christian Dior pret-à-porter e Haute Couture Christian Lacroix. Solo la perfezione, come ricorda lei stessa, per abituarsi agli studi dei creatori, alle collezioni ed alle emozioni delle sfilate. Comunicatrice d’eccezione, Emilie Duchene ha lavorato tra l’altro per Paris Match e, chiaramente, per la rivista Glamour.
Oggi gestisce a tempo pieno la comunicazione della casa di moda creata da so padre (LUC.DUCHENE e Mare del Nord) ed è sono un editorialist per Elle.be. Ma ha anche trovato il tempo di gestire un blog (www.lilaloiseau.com), dove pubblica news e bons plans ogni giorno. E, cosa ben più importante, il tempo per l’amore.
Articolo scritto e redatto da Giulia Vettore che ad oggi non fa più parte del team autori di theoldnow.it