Da neomamma sono soggetta a un male frequente: leggere molto, talvolta con un pizzico di apprensione, per cercare di capire cosa fare/non fare per il proprio bambino. Spesso mi imbatto in suggerimenti poco sensati, in credenze popolari che ancora imperano, ma capita anche di inciampare in piacevoli sorprese. La più grande è stata scoprire quanto sia importante conservare il cordone di un nuovo nato. Me l’ha spiegato Famicord – tra le prime 3 banche europee di cellule staminali cordonali – e voglio dirlo anche voi. Mi rivolgo soprattutto alle mamme in attesa, perchè non facciano il mio stesso errore: come il 95% dei cordoni ombelicali in Italia, anche quello della mia piccola Matilde è stato gettato come “rifiuto speciale“. Avrei dovuto, invece, rivolgermi a una struttura pubblica o privata e farlo conservare, per almeno 10 motivi.
1. Le cellule staminali estratte dal sangue cordonale sono cellule staminali emopoietiche in grado di rigenerare il sistema sanguigno malato. Per questo vengono applicate nella cura di malattie del sangue e del sistema immunitario come leucemie, linfomi, talassemie, anemie ed altre ancora. Oggi sono ben 80 le malattie curabili con le cellule staminali emopoietiche. Il trapianto di cellule staminali prelevate dal cordone ombelicale dei nascituri è una realtà consolidata e sicura, con tassi di successo paragonabili a quelli del più invasivo espianto di midollo osseo.
2. I campi di applicazione aumentano di giorno in giorno: uno studio statunitense, condotto presso la Duke University, ha dimostrato come il trapianto autologo di cellule staminali cordonali abbia reso possibile la ripresa di bambini affetti da paralisi cerebrale infantile che, altrimenti, sarebbero stati destinati all’invalidità. Ma non solo. A livello sperimentale ci sono riscontri ottimi anche per altre malattie neurologiche, quali SLA, Autismo, Sclerosi Multipla, Diabete di tipo 1. Il gruppo Famicord è coinvolto direttamente in questi studi e sta collaborando con diversi centri di Ricerca Clinica.
3. L’applicazione clinica delle cellule staminali estratte dal sangue cordonale richiede la compatibilità parziale di 3/6 parametri HLA tra donatore e ricevente. Questo è un dato di grande importanza se si pensa che altri trapianti richiedono compatibilità totale.
4. Le cellule staminali cordonali sono dotate di ottima vitalità e risultano “incontaminate” perchè perfettamente protette durante la vita fetale dall’utero materno, che le preserva da qualsiasi intervento esterno.
5. Sempre rimanendo in ambito clinico e parlando di ipotetiche problematiche, i dati dimostrano un rischio di rigetto molto limitato.
6. La conservazione del cordone fa sì che le cellule staminali in esso contenute siano disponibili in immediato, azzerando i tempi di attesa qualora risultassero preziose per curare una patologia.
7. Tra l’altro le cellule staminali cordonali sono conservate rendendone noti i parametri in termine di qualità: il campione conservato è sempre idoneo all’utilizzo clinico.
8. La conservazione in banche private come Famicord rende possibile l’utilizzo del campione anche per le terapie sperimentali e, verificata la compatibilità, potrà essere utilizzato anche dai familiari più stretti (genitori e fratelli).
9. La conservazione in strutture private può essere decennale e questo amplifica le occasioni di potenziale impiego. I tempi d conservazione possono essere lunghissimi perchè a -135° non avviene nessun processo né biologico né fisico e il campione rimane integro.
10. La conservazione delle cellule staminali cordonali non presenta alcun problema etico in quanto è un materiale biologico ospedaliero che, se non conservato, viene buttato.
Articolo scritto e redatto da Mara Stragapede | Tutti i diritti sono riservati