Ho sempre sostenuto che per conoscere a fondo un vino, per carpirne l’essenza ed intravederne l’anima, sia necessario andarlo a trovare a casa sua. Camminare fra le vigne, sentire il profumo della terra e sperimentare il caldo bacio del sole che porta a maturazione i grappoli d’uva, sono tutte esperienze che reputo necessarie per imparare ad apprezzare nella giusta maniera un vino che lì viene prodotto. Per comprendere meglio il Prosecco non può di conseguenza esserci occasione migliore di Vino in Villa, una due giorni dedicata alle bollicine venete per antonomasia

E in questo caso non si tratta di un territorio da Prosecco qualsiasi, ma del cuore pulsante della DOCG Conegliano Valdobbiadene, che ha avuto il riconoscimento della “G” ad ulteriore suggello della qualità dei suoi prodotti e della crescente necessità di tutela. La prima tappa del weekend ha previsto la conferenza introduttiva della rassegna, che si è tenuta nell’affascinante cornice di Villa dei Cedri a Valdobbiadene. I numeri della neopromossa DOCG, ottenuta nel 2009, sono di quelli importanti: oltre 5.600 ettari in produzione, quasi 63 milioni di bottiglie di spumante prodotte, delle quali il 40% esportate, per un valore globale del prodotto al consumo di circa 420 milioni di €

Vista l’importanza fondamentale che ricopre l’esportazione per il Prosecco DOCG uno spunto di riflessione lanciato in occasione della conferenza merita di essere richiamato. Il grande successo che il Prosecco ha avuto sui mercati esteri, su tutti Stati Uniti, Svizzera e nord Europa, gli ha permesso di diventare in pratica sinonimo di spumante italiano. Come successo per pochissimi prodotti, il nome del particolare ormai descrive la categoria di appartenenza. Ma questo vuol dire anche che prodotti di qualità inferiore vengono chiamati all’estero, e aggiungerei non solo all’estero, con l’appellativo di Prosecco, minandone la reputazione di vino di qualità superiore. L’azione di tutela e di salvaguardia della riconoscibilità del prodotto risulta quindi una tematica di preminente importanza

Ma è giunto il momento di passare alla seconda tappa, di passeggiare per le colline della sottodenominazione più piccola e forse più rinomata dell’intera DOCG: il Cartizze. Un piccolo fazzoletto di terra, 107 ettari di vigneto in tutto, dai quali vengono prodotte non più di un milione e mezzo di bottiglie dal timbro unico e raffinato. La combinazione di esposizione ottimale, escursioni termiche importanti e terreno misto morenico argilloso costituisce il perfetto substrato sul quale far prosperare il Glera, varietale impetuoso e fecondo, ed ottenerne un prodotto eccezionale

Il centro della manifestazione è però il castello di Susegana, maniero di straordinario fascino che domina incontrastato le vigne della zona meridionale della denominazione. All’interno delle ampie sale del castello si svolge il clou della rassegna, con i banchi di assaggio in cui si ha l’occasione di sperimentare le diverse sfumature delle quali il Prosecco DOCG si arricchisce a seconda dell’areale di produzione, guidati direttamente dai produttori. Un viaggio sensoriale fra colori, sapori, ma soprattuto profumi sempre simili, ma costantemente diversi fra loro che ogni azienda, coltivando la vigna e lavorando in cantina come ritiene maggiormente rispettoso del terroir, cerca di trasmettere nel bicchiere

Il tema di quest’anno era Autoctono Cosmopolita, un Prosecco che fosse ambasciatore del proprio territorio nel mondo. Per questo motivo anche la serata al castello si è ammantata di internazionalità grazie alla presenza di illustri ospiti stranieri, fra cui lo chef Klavs Styrbæk del ristorante Kvægtorvet di Odense, Danimarca. La cena proposta dallo chef ospite ha cercato di armonizzare la cucina della regione danese della Fionia alle diverse espressioni del Prosecco, abbinando un piatto alle diverse tipologie del Prosecco DOCG. Una cucina interessante, con una grande presenza di fiori, erbe e semi che ha esaltato le caratteristiche uniche del vino prodotto nelle verdi vallate trevigiane

Un bellissimo weekend all’insegna di un grande prodotto veneto, italiano, di cui andare fieri nel mondo

Articolo scritto e redatto da Federico Malgarini | Tutti i diritti sono riservati