Verrebbe quasi da intitolare il post Burger&The City, visto il fiorire negli ultimi mesi di luoghi dove affondare i denti in quel morbido panino farcito con quella che le mamme ci hanno insegnato a chiamare “la svizzera” e rinvigorito da salse, verdure, formaggio e condimenti vari.

La verità è che Milano, quindi l’Italia, ha finalmente sdoganato l’hamburger, anzi il burger che fa più cool, dopo anni passati a relegarlo nei bassifondi della cucina, marchiato con l’infamante etichetta di junk food e tacciato di essere Il Male Assoluto: e se anche l’azienda che più di tutte ha subito questa campagna-contro, per intenderci quella con una M dorata come logo, ha dato una svolta alla propria tradizione proponendo prodotti che hanno ingannato anche i palati più scettici, viene da dire che siamo entrati nell’Età dell’Oro di questa succulenta leccornia.

Dunque, dove gustare un ottimo burger? Oggi giochiamo in casa, nel senso che nella centralissima Piazza San Babila, al terzo piano del Brian&Barry Building, l’Hamburgheria di Eataly ci accoglie tra tavoli di legno, pareti di bottiglie e cucine a vista per farci assaporare il risultato dell’incontro tra la filosofia della qualità tutta italiana de La Granda e il fast food.

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Nei primi anni 2000 il veterinario Sergio Capaldo, visitando gli allevamenti della provincia di Cuneo, detta La Granda per la sua vastità, si rese conto che la pregiata e antichissima razza piemontese stava pian piano sparendo, vittima di un mercato sempre più votato alla quantità a dispetto della qualità e di costi che mal si sposavano con la filosofia della cascina, perdente rispetto a quella dei grandi allevamenti di massa. Deciso a proteggere quella che è a tutti gli effetti un’eccellenza italiana, stese un rigido disciplinare di produzione al quale da allora tutti gli allevatori, macellai (i trincianti) e ristoratori riuniti nell’Associazione La Granda, che è anche Presidio Slow food, si devono attenere per produrre, lavorare e vendere questa meravigliosa carne bovina.

Da Eataly la carne è rigorosamente de La Granda, e l’Hamburgheria è il trionfo di questa materia prima che viene valorizzata nelle proposte in carta: abbiamo assaggiato il classico Giotto con insalata e pomodori e salse a scelta, il Cis-Giotto con formaggio Raschera D.O.P. (altro che cheddar!), il Pollogiotto, per chi gradisce la carne bianca, sempre selezione La Granda, l’Ortogiotto per i vegetariani (minuto di silenzio….fatto? Ok) e il Gorgogiotto, peccaminoso e libidinoso connubio tra carne 100% piemontese, gorgonzola e cipolla rossa caramellata, succoso e sontuoso, piatto grondante sensualità e sapore, in equilibrio sopra la follia tra il dolce della cipolla, il gusto deciso e sapido del formaggio e quello rotondo e delicato della carne. Un calice di Nebbiolo di livello o di Barbera del Monferrato è il minimo sindacale.

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cis giotto

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giotto

gorgogiotto

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Se aggiungiamo al conto che prima dei piatti forti siamo stati viziati con focacce con crudo e stracciatella pugliese e con pomodoro, pestato di taggiasche e mozzarella di bufala, capirete che l’esperienza è stata intensa e appagante, in un ambiente assolutamente informale e seguiti da uno staff giovane e professionale, nel contesto di una location che è già punto di riferimento per lo shopping e il buon vivere milanese.

Un pensiero personale: se dopo questo post anche una sola persona cambierà idea su dove andare a cena stasera, e dal sushi virerà verso un gaudente burger, beh…ne sarà valsa la pena.

Enjoy!

Credits courtesy of Hamburgeria | Tutti i diritti sono riservati 

Articolo scritto e redatto da Lorenzo Volpi | Tutti i diritti sono riservati 

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