Ogni giorno imponiamo al nostro corpo una serie di movimenti o attività sportive che, nell’intento di apportare dei benefici, potenzialmente possono anche ledere il suo equilibrio. Ma quanto si è consapevoli del proprio corpo e del suo modo di comunicare? Abbiamo intervistato Alessandro Maniero, Dr. in scienze chiropratiche, specializzato in Terapia Manuale Osteopatica, che, sulla base del suo interesse per il corpo umano e la costante ricerca di un equilibrio psico-fisico, ha studiato e messo a punto un Metodo ad inversione gravitazionale per riequilibrare il corpo umano.

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In che modo è scattata la scintilla per il corpo umano ed il suo benessere?

E’ sempre stato un interesse latente, che nel corso del mio percorso professionale si è manifestato in diversi modi. Mi piace definirmi un laboratorio vivente in costante evoluzione. Questo mi porta costantemente ad approfondire, sperimentare, ma soprattutto a confrontarmi ogni giorno con le persone e i loro problemi, ascoltarli per capire la soluzione più efficace per riportare il benessere.

Un benessere, però, è la conseguenza di un equilibrio psico-fisico, di cui ognuno di noi ha la responsabilità. Ogni persona, infatti, deve ricercarlo in ogni situazione e di saperlo adattare ogni volta che il nostro fisico o le esperienze quotidiane lo richiedono.

Quali sono i presupposti della Terapia Inversione? Come funziona?

La Terapia Inversione Metodo Maniero sfrutta semplicemente la forza di gravità ed agisce sul corpo umano per riportare il perfetto equilibrio. Nello specifico, si basa sull’utilizzo della panca antigravitazionale attraverso la quale la persona viene portata a testa in giù per porre la colonna vertebrale in completa decompressione. In questo modo, l’assenza di gravità fornisce immediati benefici alla colonna e alle patologie ad essa correlate, fornendo ottimi vantaggi anche a livello posturale. Tuttavia, bisogna attenersi alle varie fasi della metodologia, altrimenti non si possono garantire dei risultati accettabili.

Quali sono state finora le applicazioni in ambito sportivo che hanno dato maggiori risultati?

Può e dovrebbe essere applicata in tutti gli sport, anzi, sarebbe davvero fantastico! Io lo sto facendo nel golf collaborando con la Feder Liguria Golf ed il Golf Rapallo e i risultati sono davvero sorprendenti.

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Qualcuno afferma che la corsa faccia male al corpo, cosa ne pensi?

Ogni individuo deve guardare se stesso, le sue esperienze pregresse e del quotidiano, la corsa può far male e può far molto bene.

Ognuno di noi dovrebbe imparare ad ascoltarsi e a considerare il proprio stato in costante relazione con le esperienze pregresse così come quelle che animano il quotidiano. Bisogna ascoltare i messaggi del proprio corpo, considerandolo come una macchina fantastica che ci è stata donata ma che bisogna imparare a gestire e prendersene cura.

Fare attività fisica fa molto bene al nostro corpo a patto che venga se gestito accuratamente. Tuttavia, l’agonismo in tutte le sue sfaccettature può, allo stesso tempo, fare molto male. Di nuovo tutto è un equilibrio, per cui corriamo, ma facciamolo senza subirne gli effetti negativi altrimenti ci si ritrova allo stato di partenza senza alcun vantaggio per il proprio benessere. La corsa deve aiutarci a scaricare tensioni a farci sentire in armonia, quindi deve avere un’eccezione positiva, altrimenti rischia di generare ulteriore stress.

Quali possono essere i problemi più frequenti che un runner può riscontrare? Come potrebbero essere prevenuti?

In base alla mia esperienza, il runner che non supera un chilometraggio settimanale che si aggira intorno i 30, 40 chilometri al massimo rimane affetto da problematiche facilmente risolvibili. Sempre a patto che si ascolti e sappia chiedere aiuto in modo tempestivo alle persone corrette! Superando, invece, i 10/15 chilometri ad uscita, il runner rischia di incorrere in problematiche più serie, o di far riaffiorare traumi accaduti molti anni prima, o ancora di essere affetto da patologie che se riconosciute in tempi non sospetti avrebbero potuto essere semplicemente corrette. La prevenzione è strettamente legata alla conoscenza del proprio corpo e bisogna affidarsi a persone esperte per modificare la postura, correggere alcuni difetti della propria fisicità, intervenire sulla tipologia di allenamenti o, come dico io, “farsi rimettere in bolla” per non accusare più i sintomi di qualcosa che potrebbe solo degenerare.

Inoltre, a mio avviso, sarebbe riduttivo fare un elenco delle patologie che un runner può sperimentare perché alcune generano un effetto domino su altre parti del corpo, alterando l’equilibrio della macchina. Ad esempio, una delle problematiche base per un runner è legato all’appoggio del piede che se scorretto e non individuato, alla lunga, può innescare tantissime patologie ad altre parti scheletriche o muscolari del corpo.

Qual è la giusta frequenza per un assestamento posturale?

Io sposo la filosofia dove non esiste una frequenza prestabilita secondo la quale bisogna sottoporsi ad una figura esterna, quale potrebbe essere osteopata, chiropratico o altre professioni mediche per sentirsi meglio. Se il percorso di gestione della propria persona è completo si percepisce da soli quando è il momento giusto di farsi aiutare. Si tratta si istruire alla sensibilizzazione del proprio corpo.

Si fa sempre più sport, eppure sempre più persone e sempre più giovani devono ricorrere a correggere dei dolori o delle imperfezioni posturali. Cosa ne pensi?

Purtroppo, la domanda mette in luce un grave problema del periodo corrente: le basi dei giovani. Loro sono il nostro futuro eppure sembra che non si è più in grado di proteggere e rafforzare le loro basi, ovvero i loro piedi! Stiamo minando i loro piedi creando uno dei maggiori problemi nel loro futuro. Io credo che non esista una cultura di base ed oggi subiamo, come mi piace affermare, la società degli appoggiati. Quando li osservo per le strade li trovo drammaticamente, tutti in disequilibrio, che si trascinano appoggiandosi su piedi che sono solo l’inizio di un problema futuro. Bisognerebbe sensibilizzare le famiglie, prima, poi gli sportivi di ogni età e disciplina.

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Ci sono degli esercizi quotidiani che consiglieresti a chiunque a prescindere della disciplina sportiva praticata?

Io consiglio molto per la pratica quotidiana dei cinque tibetani perché racchiudono lo sforzo per l’attività di riequilibrio ed allungamento muscolare. Ma anche in questo caso, il traguardo più bello sarebbe imparare a sapersi gestire senza seguire protocolli o consiglio stereotipati. Siamo tenutari di un corpo perfetto, abbiamo il nostro cervello per comprendere, capire, modificare e chiedere, non abbiate paura!

Articolo scritto e redatto da FRANCESCA TOGNONI | Tutti i diritti sono riservati

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