Bravi. Mi fa piacere iniziare l’articolo dedicato all’edizione 2014 di Sorgente del Vino live con un sentito complimento. Difatti quella che si è svolta durante lo scorso weekend presso la Fonderia di Reggio Emilia è stata una manifestazione assolutamente ben riuscita in cui gli organizzatori hanno dato prova di aver ascoltato le critiche giunte da più parti dopo le problematiche rilevate nel 2013, ponendovi rimedio nel migliore dei modi. Segno questo di maturità purtroppo non così spesso dimostrato in altri ambienti
Il risultato è stato un copioso afflusso di pubblico, perfettamente accolto all’interno degli ampi spazi della fonderia. Per quanto il numero dei presenti non fosse proprio esiguo, non si è mai avuta l’impressione di soffocamento e di calca che spesso capita di sperimentare durante le fiere di settore. I corridoi, così come la larghezza dei banchetti dava modo ad ogni produttore di poter discorrere in relativa tranquillità con gli appassionati che di volta in volta si fermavano ad assaggiare e, curiosi, volevano conoscere più a fondo quello che stavano bevendo
Di conseguenza ho visto anche i produttori stessi decisamente più rilassati e a loro agio rispetto a tante altre fiere (per quanto si possa essere rilassati il secondo giorno di fiera dopo 8 ore in piedi a parlare del proprio vino), a tutto vantaggio della qualità della degustazione che avveniva in un clima decisamente disteso e conviviale. Oltre a ciò la sistemazione di Reggio Emilia non ha comportato alcuna problematica di posteggio anche per chi, come me, si è presentato nel corso del pomeriggio col forte timore di dover lasciare la macchina chissà dove e invece ha avuto la gradita sorpresa di un buon numero di posti auto ancora a disposizione nelle vicinanze
Ma naturalmente il cuore della manifestazione sono stati proprio i produttori e i loro vini. Una selezione omogenea a livello qualitativo come non ne vedevo da parecchio tempo, ho assaggiato tanto e davvero bene, con alcune belle scoperte e tante graditissime riconferme. Nessuna sbavatura, nessun vino sfocato o poco definito, probabilmente anch’essi risentivano positivamente di essere in un contesto piacevole e rilassato. Per non parlare poi delle piccole grandi eccellenze gastronomiche in assaggio e, soprattutto per i golosi come me, vendita che si potevano incontrare lungo i corridoi della fiera. C’era veramente di che placare la propria gola fra espositori di formaggi, salumi, oli e pani
Passando agli assaggi, la regione che mi ha colpito di più è stata la Liguria. Per quanto rappresentata da uno sparuto manipolo di coraggiosi viticoltori, tutti gli assaggi si sono rivelati a modo loro emozionanti. I vini luminosi di Fausto de Andreis di Le Rocche del Gatto sono un viaggio unico attraverso la produzione di un piccolo viticoltore appassionato della propria terra. Sono vini bianchi estremi nella loro produzione (oltre 20 giorni di macerazione) che però non perdono mai di vista l’importanza della piacevolezza del sorso. Sono stille del sole ponentino che bacia le colline di Albenga. Spigau 2006 da applausi a scena aperta. I bianchi di Selvadolce sono forse più scorbutici, ma altrettanto vibranti. Da vigne a picco sul mare lungo la costa di Bordighera, su terrazzamenti esposti a sud pieno, arrivano Pigato e Vermentino che portano tutta la freschezza sapida del maestrale. Di grande impatto gustativo il Rucantù, Pigato in purezza che fermenta spontaneamente e viene affinato alcuni mesi in barrique molto usate
Dal Trentino fino alla Sicilia si sono potuti assaggiare vini di tutta Italia. Interpretazioni diverse e personali di terroir blasonati così come veraci espressioni di territori meno noti. Ma soprattutto si sono potuti conoscere gli autori di questi piccoli tesori liquidi, apprezzarne l’intensa passione ed entrare in sintonia con il loro approccio produttivo. Un’esperienza da promuovere a pieni voti!
Articolo scritto e redatto da Federico Malgarini | Tutti i diritti sono riservati