Ci sono pochi vitigni che rappresentino l’Italia tanto fedelmente quanto il Sangiovese. Innanzitutto per la propria distribuzione sul territorio nazionale, essendo il Sangiovese di gran lunga il varietale maggiormente presente sul suolo italico. Secondariamente per la propria capacità di adattamento: su terreni poveri, in annate difficili, proprio lì il Sangiovese tira fuori il suo lato migliore, un po’ come gli italiani, sempre capaci di adattarsi al loro meglio alle avversità. Per la sua rusticità, ruvidezza, ma al contempo espressività, esso si configura come perfetto simulacro dell’animo contadino italiano. La multiformità delle vesti che assume a seconda dei terroir in cui viene coltivato, senza mai perdere però il proprio timbro distintivo, rappresenta bene la varietà propria dell’Italia, ovunque diversa, ma sempre riconoscibile
There are few vine varietals representing Italy in such a faithful way as Sangiovese. First of all due to its geographical distribution upon national territory, being Sangiovese far apart the most cultivated vine on Italian soil. Secondly for its adaptability: on poor soils, in difficult vintages, is when Sangiovese pulls out its brightest side, as Italians do, always able to adapt themselves during difficult periods (such as the current). For its rusticity, roughness, but at the same time its expressivity, it can be qualified as a perfect mock of the typical Italian farmer. The multiformity of the habits it expresses depending on the terroir where it is grown, without losing its distinctive tone, represent perfectly Italy’s variety, ever different, always recognizable
A mio parere non c’è un territorio in cui il Sangiovese si esprima tanto bene quanto nella zona del Chianti Classico. La particolare combinazione di condizioni microclimatiche ottimali allo sviluppo del vitigno, la grande varietà dei suoli presenti, il profilo orografico, tutto sembra essere stato configurato appositamente per permettere a questo straordinario vitigno di tirar fuori il suo lato migliore. Dalle pianure solo leggermente mosse delle zone periferiche come Poggibonsi alle alte colline di Castellina (oltre 600 metri) fino ad arrivare alla vetta del monte san Michele (893 metri) nel comune di Greve in Chianti il Sangiovese ha modo di esprimersi liberamente ed in maniera estrosa
In my humble opinion, there’s no territory where Sangiovese expresses itself as well as in the Chianti Classico area. The peculiar combination of microclimatic conditions, great soil variety, orography, everything seems to have been studied intentionally to let the vines express themselves at best. From the low plains of the peripheral zones such as Poggibonsi, to the high hills of Castellina (over 2.000 feet) until the peak of mount San Michele (almost 3.000 feet) in Greve in Chianti, Sangiovese can communicate its features freely and strongly
La mano dell’uomo in questo territorio c’è, si vede, ma è di rara maestria. Vagolando per le colline dei nove comuni che compongono la denominazione, divisi fra la provincia di Siena e quella di Firenze, non si può non rimanere estasiati da come le vigne siano perfettamente integrate in una trama territoriale ancora molto naturale fatta di tanti boschi, sparsi uliveti e campi a seminativo. Tale varietà, cercata e preservata dagli abitanti di queste terre, permette di mantenere un magnifico equilibrio fra naturale ed antropico, spontaneo ed impiantato, sfruttato e lasciato a riposo. E questo equilibrio garantisce un proficuo scambio di flora, fauna e nutrienti dal bosco alla vigna, a tutto vantaggio della durabilità degli impianti e della bontà del prodotto che se ne ottiene
You can see the action of man’s hand on landscape, but its crafts are of rare mastery. Wandering in the hills that cover the nine municipalities composing the appellation of origin, divided between Siena and Florence provinces, you cannot prevent yourself from feeling absolutely delighted by the perfect integration of the vines in the natural panorama that still comprises many woods, spread olive groves and arable fields. This diversity, searched for and preserved by the inhabitants of this land, allows a great balance between natural and anthropic, spontaneous and planted, spoiled and left to rest. And it is this equilibrium that guarantees an helpful exchange of flora, fauna and nutrients between wood and vineyard, all to the advantage of the vines’ life span and quality of the product
Già, il prodotto. Quel Chianti Classico che per disciplinare deve essere composto per almeno l’80% di Sangiovese, con rese contenute sia in uva (massimo 75 quintali/ettaro) che in vino (massimo 70% di resa dell’uva in vino). La grandezza del territorio, composto da oltre 7.000 ettari di vigneti iscritti iscritti all’albo della DOCG, permette al vitigno di esprimersi appieno, assecondando ora una nota ora un’altra, ma mantenendo sempre un’identità ben definita e peculiare. Profumi marcati che si soffermano maggiormente sulla ciliegia e su note floreali quali la viola, ma che a seconda della microzona di produzione e del tipo di affinamento possono arricchirsi di caratteri più dolci o speziati. L’altra costante è la persistenza del tannino che può essere più o meno ruvido, rotondo, delicato od aggressivo a seconda della particolare etichetta, ma c’è e si fa sentire
The product. The Chianti Classico that, following a strict disciplinary has to be made at least of 80% Sangiovese, with low yields both in field (3.000 kg/acre) and in cellar (maximum 70% wine yield). Territory’s size, more than 17.000 acres of vineyards registered in the DOCG, allows Sangiovese to express itself fully, favoring different sensory notes by zone, but keeping a well defined identity. The fascinating bouquet, mainly focused on cherry and violet, can be enriched by more spicy or sweet notes depending on production micro area and aging. The other constant is the tannin, that can be rougher or smoother, but always persistent
Un vino che ricalca, facilita, amplifica la passione italiana in generale, e toscana in particolare, per la buona cucina. Una cucina, in questo caso, fatta di ciccia, di cacciagione, di bistecca, di sapori decisi, ferrosi, rustici e veri per i quali il tannino fiero e marcato del Chianti Classico si pone come ideale contrappunto. Un vino molto interessante nell’invecchiamento, che grazie ad un’acidità sempre presente permette di avere lunghe parabole evolutive con picchi di maturazione di incredibile godibilità. Un vino buono da bere giovane, grandioso se aspettato negli anni, spesso bistrattato e misconosciuto, capace di mostrare una grande eleganza così come un animo rustico e verace
A wine that amplifies the passion, Tuscan in particular but all Italian, for good food. Pairing in an elective way with meat dishes, especially with the bistecca, calling for strong, ferrous, rustic flavors with which Chianti Classico’s tannins mate very well. An interesting wine if drunk young, becoming a great wine if left aging, supported by its marked acidity that permit a wonderful maturation. A wine able to show extreme elegance as well as a genuine roughness
In alto i calici per il gallo nero, che il suo canto possa essere apprezzato sempre più
Raise your glasses for the black rooster, may its chant be appreciated more and more
Articolo scritto e redatto da Federico Malgarini | Tutti i diritti sono riservati