Da quando sono mamma una parola ha iniziato prepotentemente a far parte della mia vita: protezione. La protezione, per una donna, rispetto ai suoi bambini, è uno degli elementi chiave nella vita, diventa parte della quotidianità, praticamente in automatico. I bambini infatti vanno protetti fin dalla loro nascita ed i genitori ricoprono il ruolo principale nella protezione di questi piccoli nuovi esseri umani che dipendono da loro in tutto.
Fin da quando Giada e Gaia erano nella mia pancia, ho iniziato a prendermi cura di loro attraverso l’utilizzo di alcuni accorgimenti come la disinfezione di frutta e verdura attraverso l’utilizzo di prodotti specifici che ho poi continuato ad utilizzare per disinfettare gli oggetti che entravano direttamente a contatto con loro come i ciucci, le tettarelle o le stoviglie.
La protezione, dopo la loro nascita è diventata più intensa e ha seguito di fatto le piccole grandi tappe della crescita di Gaia e Giada, declinandosi nell’uso quotidiano in ambito casalingo.
Le nuove esigenze hanno iniziato a manifestarsi a partire dal lavaggio dei capi in formato mignon che hanno iniziato a popolare l’armadio in camera delle piccole ed è poi proseguito con una attenzione particolare per le superficie a terra, dove le piccole monelle di casa hanno iniziato a gattonare. E’ divenuto così necessario, come mamma, declinare la protezione sotto tre aspetti diversi ma complementari: la disinfezione della persona, la disinfezione delle cose che entrano in contatto con la persona e, non ultimo, la disinfezione dell’ambiente domestico.
L’utilizzo quotidiano di prodotti specifici mi ha aiutata non solo nelle pulizie di casa ma anche nella disinfezione delle superfici: aspetto fondamentale per chi, come me, ha bambini piccoli che ora camminano a piedi scalzi in casa e raccolgono spesso giochi e ciucci che cadono accidentalmente sul pavimento e vengono recuperati dalle bimbe prima che noi genitori possiamo prenderli e lavarli.
Post in collaborazione con FattoreMamma-Media