Quando adori scrivere, qualsiasi argomento ti appassiona, ti stuzzica, ti incuriosisce a tal punto da portarti a schiacciare con disinvoltura tutte le lettere della tastiera del computer.

Per me è così: il rumore, il lento comparire di parole sullo sfondo bianco è bello, appagante, rilassante.

Per questo ho deciso di mettermi in gioco e di parlare di qualcos’altro, di un argomento che mi affascina in quanto essere umano e che, soprattutto, non credo si parli a sufficienza.

No, non fraintendetemi, non si tratta di politica, economia o nella pace del mondo (argomenti di importanza basilare ma di cui, ammetto, non credo di avere le competenze per poter esporre un mio punto di vista): parlo semplicemente di sesso.

Se ne legge molto, se ne parla poco. Almeno se la conversazione è effettuata da un gruppo di donne senza la minima presenza di un essere umano di sesso maschile.

Quello che ho notato da metà dell’adolescenza ad oggi (e parlo di circa dieci anni, non trentacinque) è che seppur viviamo nel 2014 alcuni tabù non vanno mai via.

I momenti in cui gli occhi venivano puntati su di me con imbarazzo e stupore sono sempre stati molti: una battuta, un’ovvietà, un racconto personale comportano, quasi sempre, reazioni che sono davvero stufa di dover accettare.

Sì perché a frasi, commenti, delicate allusioni fatte da uomini nessuno dice nulla ma se è una donna colei che le pronuncia, l’associazione mentale con un “è una facile” è obbligatoria.

 

la parola a

 

Beh, la notizia è che non sono una facile.

Sono semplicemente una donna single, che parla tranquillamente e con serenità di ciò che vede, ciò che piace e ciò che vive.

Forse è anche per quello che mi sono sempre trovata meglio a parlare con i maschi che con le mie “simili”: ho incontrato poche donne nella mia vita che fossero in grado di reggere una conversazione, una battuta, un racconto senza giudicare, batter ciglio o scandalizzarsi per la mia disinvoltura.

Sì perché sarà merito dei miei genitori, soprattutto di mia madre, ma non ho difficoltà a parlarne.

E vi dirò di più: gli uomini apprezzano molto la sincerità, il non girare attorno al problema a non saper reggere le frecciatine.

Oppure, sempre citando amici di sesso opposto al mio a cui ho chiesto specifiche su questa mia franchezza sull’argomento,  considerano il fatto che una donna riesca a parlare di sesso come fattore determinante nel renderla un soggetto evoluto, essendo questo un mondo importante nella vita di ognuno di noi.

Se Sex and the City ci ha insegnato qualcosa è che non importa come ne parli, l’importante è non nascondersi dietro ad un dito.

Non dobbiamo essere tutte come Samantha (che, per chi non fosse una fan di Sex and The City, è l’amica più disinibita e aperta alle avventure sessuali fra le quattro protagoniste), questo è ovvio, ma se loro per sei stagioni di fila sono riuscite ad appassionarci, farci innamorare e renderci anche un po’ invidiose (e questa volta non parlo di scarpe) forse dovremmo renderci conto che ammettere, dichiarare, dibattere e confrontarsi su questo argomento non debba essere più un tabù.

 

Insomma, donne: se avete voglia di fare sesso non c’è niente di male. Davvero.

 

ndr.

Alessandra Nido, blogger e web editor di beauty e fashion dal 2010 su MissPandamonium.com e co-founder del magazine TheUnconventionalMag.it. Schietta, un po’ pazza, ama scrivere e sogna, da grande, di vedere il suo nome alla fine degli articoli di una testata giornalistica. Lavora nel mondo della comunicazione e preferisce Twitter a Facebook.

A proposito dell'autore

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1 risposta

  1. claudia

    ma cos’è vieni dagli anni 50?
    io e le mie amiche parliamo di scopate per il 70% del tempo