Nel corso di questo weekend ho avuto l’opportunità di trascorrere un paio di giorni in un luogo magico a due passi dalle Terme di Diocleziano, proprio nel cuore di Roma. L’Hotel 5 stelle Palazzo Montemartini si affaccia su largo Montemartini, proprio a due passi dalla stazione Roma Termini, un tempo zona grigia ed abbandonata della capitale ed oggi invece crocevia per uomini d’affari che in poche ore, grazie a treni veloci, si spostano per la penisola.

Varcato l’ampio cancello sul fronte strada ci si trova davanti un cortile con pavimentazione in sanpietrini  e all’accesso vengo accolto da un ragazzo italiano che molto gentilmente si prende cura delle mie valigie.

La hall dell’albergo è sobria e minimalista e ad un primo sguardo può sembrare fredda ma ad un’analisi più approfondita si notano statue in marmo e materiali come pelle e legno che contribuiscono a rendere l’ambiente più caldo. L’uso di elementi classici quali marmo e stucchi donano un aspetto classico, evidente tributo alle Terme di Diocleziano, sulle quali insiste l’intera struttura. A terra un pavimento in marmo veneziano bianco Lasa Vena Oro ed alla mia destra trovo delle lastre in onice retroilluminato da proiettori posti nell’intercapedine tra la lastra ed il muro e che mi ricordano molto la hall d’ingresso della storica residenza Le Provençal, a Cap d’Antibes, che ospitò anche Chaplin, Churchill e Marilyn Monroe e dove trascorsi tempo addietro qualche giorno di relax.

La cortesia del personale mi fa sentire immediatamente a casa e mentre svolgo le pratiche burocratiche di registrazione perdo qualche minuto a leggere il libro degli ospiti, pieno zeppo di commenti entusiasti.

Giusto il tempo di  prendere possesso della camera ed inizia l’ispezione di rito: ad accompagnarmi, oltre al brillante Direttore della Struttura, c’è un front office manager giovane, di soli 24 anni, che con l’entusiasmo che solo i giovani sanno avere ci racconta con passione la storia dell’edificio e di questa struttura così nuova, ma dalle idee chiare: affermarsi come hotel di lusso nel centro di Roma.

L’edificio che ospita Palazzo Montemartini nasce nel 1891 come sede di quella che allora prendeva il nome di Società Romana Tramways Omnibus (oggi ATAC), esistente a Roma dal 1881 al 1929. L’edificio, noto ai romani, è letteralmente rinato grazie ad una ristrutturazione radicale e faticosa, considerata la fatiscenza dei locali all’avvio dei lavori. I numerosi imprevisti hanno reso quest’opera di restauro una delle più importanti e radicali degli ultimi anni.

Merito del lavoro va a professionisti qualificati e specializzati in ristrutturazioni di lusso con opere in diverse parti del mondo e che hanno inserito, accanto a spunti classici, elementi architettonici moderni come lampade di Artemide o sedie di Kartell nonché legni e pelli pregiate.

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Oggi Palazzo Montemartini, dopo quasi 5 anni di restauro, è un albergo moderno ed hi-tech nel quale 82 stanze, tutte sostanzialmente differenti tra loro, compongono una struttura alberghiera frutto dell’unione di 4 edifici differenti e nella quale l’acqua, elemento alla base della cultura romana e delle vicine terme, gioca un ruolo di fondamentale importanza. Ne si ha evidenza un po’ ovunque: dalla scelta dei marmi, tipici delle terme, all’uso di giochi d’acqua negli spazi comuni come nell’ingresso e nel ristorante, dove trova spazio un’enorme vasca con cascata verticale.

Il tema dell’acqua si ritrova poi in 8 SPA Junior Suites, dotate di sauna e bagno turco privato, nonchè nella Exclusive SPA, situata al piano interrato dell’edificio.

La SPA di Palazzo Montemartini

La SPA, anticamente sede della Tesoreria ATAC, si estende su di una superficie di 650 metri quadri ed è aperta anche agli esterni per qualche ora di relax ad un costo assolutamente accessibile. L’area relax, che vanta la zona umida più grande di Roma, contiene sauna, bagno turco ed una speciale zona con sali dell’Himalaya nella quale trascorrere 20 minuti equivalgono a 2 giorni di permanenza al mare. I trattamenti speciali sono il fiore all’occhiello della Caschera SPA e tra questi emerge un trattamento sulle tracce dell’antica Roma e che prende il nome di “Roman Otium Ritual”. Si tratta di un rituale antico che prende ispirazione dalla lotta praticata dagli antichi romani che erano soliti cospargere il proprio corpo di polvere e sabbia per impedire di scivolare per poi rimuovere questo strato di materiale abrasivo tramite l’ausilio appunto di uno strigile. Il trattamento moderno prevede l’uso di una crema esfoliante, l’apertura dei pori in sauna e bagno turco, una esfoliazione con lo strigile ed al termine un massaggio.

Il relax è assicurato, così come una pelle morbida e rigenerata.

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Il Ristorante Lounge Bar Senses

Il ristorante lounge bar Senses è il cuore dell’intero palazzo e la fontana dai getti verticali di cui parlavamo poco fa completa l’arredo di un salone imponente e suggestivo la cui linearità è interrotta solo dalle colonne centrali, originariamente assenti ma oggi necessarie per sostenere il peso dell’edificio. La cucina è stata affidata ad un giovane chef siciliano, Simone Strano, la cui esperienza internazionale ha fortemente abbattuto gli estremismi tipici della cucina del sud Italia. Simone, faccia pulita e parlata colta, si presenta con la coppola e mi parla orgogliosamente della sua amata Sicilia e delle sue ambizioni future. Mi promette un viaggio nei sapori ed io, che non ho alcuna limitazione alimentare, gli chiedo di lasciarsi guidare dall’istinto.

Simone ha una cucina semplice ed è in grado di trasformare elementi basilari in piatti bilanciati ed armoniosi dal sapore unico. Il nome del locale, Senses, gli si addice perfettamente. Le danze si aprono con un antipasto costituito da un carpaccio di manzo con salsa verde, verdurine crude e germogli. Un piatto dalle dimensioni microscopiche ma dal sapore vasto, immediato e profondo, che colpisce al palato per la netta presenza dei singoli ingredienti. La cena prosegue con una Patata Gomitolo: burro alle erbe, purè di patate viola avvolto da un filo di patate appoggiato su crema di mandorle, fichi, funghi e foie gras.

Il primo piatto è uno spaghetto al pomodoro. Si tratta di un piatto apparentemente semplice ma la cui realizzazione richiede molta esperienza. Ebbi la fortuna ed il piacere di conoscere Giuseppe D’Aquino, chef stellato, il cui cavallo di battaglia è proprio questo piatto realizzato con il pomodoro del Piennolo.

La rivisitazione di Simone include 5 tipologie di pomodori e mi ha colpito positivamente per il giusto equilibrio espresso dalle diverse tipologie di vegetale: pomodoro amato, ciliegino, cuore di bue, datterino e sottolio.

La cena prosegue con una guancia di vitello con crema all’arancia e purea di patate e si conclude, dopo una zuppa di pesce, con uno dei migliori cannoli siciliani che abbia mai mangiato.

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Conclusione

Se siete alla ricerca di un hotel di lusso nel quale trascorrere un weekend romano o avete l’esigenza di un posto elegante per riposare in pace dopo qualche giorno di lavoro nella capitale allora vi suggerisco di valutare il Palazzo Montemartini perché ho trascorso piacevoli momenti di relax all’insegna del buon cibo e del buon sonno (ndr, finalmente un hotel 5 stelle che usa materassi matrimoniali al posto di unire due singoli). La posizione strategica a pochi passi da Roma Termini, nel centro di Roma, ne fa una base comoda per tutti quei viaggiatori che arrivano in città e vogliono disporre di una struttura a due passi dalle infrastrutture di collegamento di superficie e sotterranee, vista la vicinanza con la metropolitana. Palazzo Montemartini ed il suo ristorante lounge bar Senses sono anche il luogo ideale per una cena di lavoro all’insegna della raffinatezza e del buon cibo. Fateci un salto, magari anche solo per un aperitivo in terrazza: con l’arrivo della bella stagione aprono la Penthouse che domina le terme di Diocleziano. Davvero imperdibile e mia prossima meta per le future trasferte Romane.

 

Articolo scritto e redatto da lingegnere | Tutti i diritti sono riservati0

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