Ha aperto pochi giorni fa la mostra Short&Sweet al MUDEC di Milano, prodotta da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE, promossa dal Comune di Milano-Cultura e che vede Fondazione Deloitte come Institutional Partner della mostra, in cui Martin Parr presenta oltre 60 fotografie da lui selezionate appositamente per questo progetto e presentate insieme al corpus di immagini della serie Common Sense, che lo ha reso famoso, per ripercorrere, anche attraverso una intervista inedita a cura della storica e critica della fotografia Roberta Valtorta, la carriera di uno dei più famosi fotografi della nostra epoca.

Ma facciamo un passo indietro: Martin Parr, classe 1952, è senza dubbio uno dei fotografi documentaristi britannici più affermati e riconosciuti del nostro tempo. La sua carriera viene ripercorsa all’interno della mostra Short&Sweet il cui percorso espositivo si apre in bianco e nero ovvero con la serie The Non-Conformists: immagini scattate dal 1975 al 1980 da un inedito, giovane e ispirato Parr. Per questo progetto il ventitreenne artista si muove verso le periferie dello Yorkshire e per cinque anni documenta quotidianamente gli eventi a cui assiste, in particolare quelli dei Non Nonformisti, dal nome delle cappelle metodiste e battiste che stavano diventando numerose nella zona. Fotografa sia l’ambiente circostante che le vite dei colletti blu di operai, minatori, agricoltori, devoti, guardiacaccia, allevatori di piccioni mariti presi per il naso realizzando un documento storico toccante che definisce il carattere ferocemente indipendente dell’Inghilterra settentrionale dall’anglicismo di Stato.

Il primo progetto a colori è datato 1982/1985: The Last Resort: si tratta di un ironico reportage condotto dal fotografo sulle spiagge di Brighton, sul borgo balneare di Liverpool, nella metà degli anni 80, ovvero in un periodo di profondo declino economico in cui versava il nordovest dell’Inghilterra. Qui ci immergiamo fra satira e crudeltà, non priva di una certa tenerezza per i suoi connazionali inglesi. Parr ritrae famiglie a basso reddito in vacanza a new Brighton, piccola località balneare in declino vicino a Liverpool. Quella che avrebbe dovuto apparire come una località di villeggiatura estiva, assume l’aria di una zona industriale e Martin Parr evoca la sua nostalgia per gli anni ’60, creando il primo esempio di reportage spietato e lucido sulla fine di un mondo (quello operaio) e dei suoi valori, nonché l’avvento di una nuova concezione consumistica della vita, la decadenza della società del benessere e del consumo.

L’installazione Common Sense si compone di oltre 200 fotografie in formato A3, selezionate tra le 350 esposte nella mostra omonima del 1999, che offrono uno studio ravvicinato del consumo di massa e della cultura dello spreco, in particolare occidentale ed europea. Combinando tutti gli elementi che avevano caratterizzato la fotografia di Martin Parr negli anni ’60 e ’80, la serie Common Sense dà seguito all’ossessiva ricerca visiva dell’artista di tutto ciò che è volgare, stonato e assurdo. Quando viene presentato in mostra, Common Sense viene installato come un’ampia e compatta serie di immagini dai colori vivaci tra loro accostate, stampate a buon mercato con l’utilizzo di una macchina Xerox a colori. La mostra fu allestita contemporaneamente in 41 sedi in 17 paesi, conquistando così il Guinness World record. Parr eccelle qui nella resa di soggetti legati spesso al cattivo gusto e alla volgarità contemporanea, che coglie con un cinismo di fondo è un sarcasmo senza precedenti. Gli scatti e le composizioni dinamiche, fatte di accostamenti audaci, di oggetti pesantemente kitsch, vengono riprese da angoli insoliti, con inquadrature ravvicinate e utilizzando prospettive inedite, creando così scatti che catturano l’attenzione e suscitano interesse. Fondamentale diventa l’attenzione al dettaglio attraverso il quale Parr riesce a cogliere gli elementi distintivi di un luogo o di una situazione e quindi in ultima analisi della cultura e della società che egli si trova a descrivere.

attraverso un percorso dentro i progetti più noti, l’inedito stile documentaristico che da oltre cinquant’anni caratterizza il linguaggio del fotografo inglese Martin Parr, diventa cartina tornasole per osservare la società contemporanea e le sue pieghe più contraddittorie, quelle che appartengono al mondo occidentale, in particolare europeo, restituito da una cronaca fotografica tagliente, senza filtri fuori dalla retorica, a volte raccontata con un pungente sarcasmo, più spesso presentata con ironia e umorismo. Le immagini di Parr catturano momenti comici o inaspettati, offrendo uno sguardo critico, ma anche divertente sulla vita quotidiana di tutti noi.

MUDEC Milano, via Tortona 56

MARTIN PARR Short&Sweet 10.02.2024 – 30.06.2024