Tanto quanto la costruzione di palazzi, monumenti e siti è difficile e richiede procedimenti accurati e conoscenze specifiche, anche la loro demolizione lo è. È bene non confondere la demolizione con la decostruzione, in quanto quest’ultima permette di abbattere un edificio preservando i suoi elementi di valore, mentre la prima consiste in una vera e propria distruzione utilizzando elaborate tecniche come, ad esempio, le implosioni. Nel corso degli anni ce ne sono state centinaia, ecco le 6 più spettacolari:
La prima degna di nota è la demolizione che ha segnato il Guinness World Records per la più grande costruzione mai demolita in America: lo stadio Kingdome di Seattle. L’implosione di questa gigantesca struttura è avvenuta nel Marzo del 2000 ad opera della Controlled Demolition Inc la cui sfida si basava soprattutto sul controllo delle vibrazioni generate dalla caduta di 125.000 tonnellate di detriti che avrebbero colpito una porzione di territorio della città sotto la quale c’era la falda acquifera di Seattle. Obiettivo raggiunto: lo stadio è stato demolito grazie a 21,6 miglia di cordone detonante e 4.700 lb di esplosivo posizionati nei punti critici così da ridurre le vibrazioni date dall’impatto della caduta dei detriti.
Tra le demolizioni industriali memorabili c’è senza dubbio quella avvenuta in Cina nel Maggio 2013. Una serie di esplosioni in sequenza hanno demolito 3,5 chilometri di un viadotto, il tutto portato a termine di notte e non senza preoccupazioni: il viadotto, infatti, passava per diversi centri abitati, era sopra 30 grandi gasdotti e affiancato da cavi elettrici da 100mila volt. Il viadotto era stato costruito nel 1917 e faceva parte della Cina National Highway dove, al suo posto, sarà costruito un altro viadotto a sei corsie.
A Las Vegas, dove tutto è spettacolo, non potevano di certo mancare delle demolizioni in stile con la città. Dieci hotel-casinò negli anni sono stati abbattuti e alcuni sono stati dei veri e propri show caratterizzati da fuochi d’artificio e conti alla rovescia. Come il The Frontier, la cui demolizione è avvenuta nel 2007: tutto è iniziato con il countdown scintillante con tanto di detonatore ad indicare l’imminente esplosione per finire, chiaramente, tra giganti nuvole di polvere e la distruzione completa dell’hotel. Discorso simile per il The Stardust, demolito nel 1991, con in più fuochi d’artificio sul tetto prima dell’esplosione che hanno poi lasciato posto al buio più profondo dentro al quale, a stento, si scorge una sagoma gigantesca venire giù.
Demolizione colorata e spettacolare è toccata anche a New York. Il Wellington Hotel Annex era un famoso albergo la cui costruzione risaliva agli anni ’20 ed era situato a 250 chilometri da New York. Più che un’implosione un vero e proprio show, dato che per abbattere la struttura sono stati utilizzati fuochi d’artificio, fumogeni colorati ed esplosioni a tinte blu e rosse che ricordavano la bandiera americana. Non solo un’operazione dedicata alla madrepatria, ma anche all’ideatore del progetto e a sua moglie, dato che i fumogeni colorati che hanno dato il via alla demolizione hanno creato le lettere J&J, di Joe Nicolla e sua moglie, appunto.
Dopodichè gli 11 piani dell’hotel sono venuti giù e al loro posto sorgeranno 800.000 metri quadrati di un centro congressi la cui progettazione risale a dieci anni fa.
Poi ci sono le demolizioni che fanno bene all’ambiente circostante, come quella avvenuta in Florida e che ha permesso la distruzione di una centrale elettrica degli anni ’60 a Fort Lauderdale. Ad opera della compagnia Power & Light Co, grazie all’utilizzo di 200 chili di dinamite, si vede la progressiva caduta prima della struttura e poi delle quattro ciminiere, che hanno lasciato il posto per la costruzione di un nuovo impianto di energia pulita che utilizzerà gas naturale.
Anche l’Italia nel corso degli anni ha avuto le sue demolizioni importanti, come quella del complesso immobiliare di Punta Perotti. Costruito sul lungomare di Bari nel 1995, la vicenda di quello che da tutti è sempre stato considerato l’ecomostro della costa pugliese ha avuto una vicenda particolare. L’opera venne realizzata da tre gruppi imprenditoriali (Andidero, Matarrese e Quistelli) che ricevettero il permesso per costruire su terreni che effettivamente erano edificabili, ma l’enorme impatto ambientale provocato dalla struttura aprì un’indagine che si concluse con la demolizione degli edifici nell’Aprile del 2006. I costruttori vennero assolti perché in regolare possesso dell’autorizzazione a costruire, ma la normativa nazionale che vietava l’edificazione in zone costiere decretò poi l’abusività dell’imponente struttura.
Articolo scritto in collaborazione con Project Job, azienda che offre servizi di demolizioni civili e industriali.