A volte le cose devono essere osservate da una prospettiva diversa per poterle apprezzare nella loro interezza. A volte capita che guardando le cose da un differente punto di vista si scoprano dei dettagli fino a quel momento restati in ombra. Ne ho avuto la riconferma guardando Serralunga d’Alba dalla cantina di Enrico Rivetto, sulla costa che dall’affascinante centro langarolo si dirige verso Sinio. Da questo punto d’osservazione privilegiato si può abbracciare con lo sguardo tutto il versante orientale del comune, vederne nitidamente i differenti cru ed intuire la ricchezza di un terreno unico e speciale

 

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Da questo terreno provengono i vini della cantina, a partire dalla Barbera Zio Nando 2010, dedicata ad una delle personalità importanti della famiglia Rivetto, Nando appunto,  che insieme al fratello Ercole negli anni ’20 inizia a sperimentare la vinificazione in proprio. Ottenuta da vecchie vigne piantate nel 1944, affinata un anno in botte grande ed un anno in barrique di cui due terzi nuove, questa Barbera presenta un naso importante arricchito dal legno che gli dona profondità e speziatura. La sua giovane età fa sì che la sensazione alcolica al naso non sia ancora del tutto integrata. Un vino imbottigliato da molto poco, nell’anno corrente, con un grande potenziale, ma che necessita di tempo per poterlo esprimere al meglio

 

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Il Nebbiolo 2011 è l’opposto per quanto riguarda il timbro olfattivo, rivelando un naso alquanto timido che però regala sprazzi di balsamicità mentolata molto interessanti e caratteristici del terroir di Serralunga. In bocca il tannino si fa sentire parecchio insieme a note speziate di pepe. Un piccolo compendio di alcune delle caratteristiche serralunghesi più riconoscibili in un vino che, una volta raggiunto l’equilibrio sarà un vero piacere bere. Il Barbaresco Cè Vanin 2010 proviene invece da una vigna di Treiso ed ha un naso di intensa freschezza dove la prugna, quasi acerba, viene affiancata da note più leggere di fiori freschi ed erbe di campo. In bocca invece acquisisce struttura ed affilatura, con tannino ed acidità ben sviluppati che gli conferiscono una dimensione verticale molto  accentuata. Verticalità che è un marchio di fabbrica per i vini della cantina

 

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Si passa quindi al vino forse più rappresentativo dell’interpretazione personale di Enrico del terroir di Serralunga: il Barolo Serralunga 2009. Il ventaglio olfattivo è un tripudio di note balsamiche in cui risaltano menta, timo ed eucalipto, seguiti da una ciliegia calda, quasi sotto spirito. Pur assaggiato da una bottiglia aperta da un paio di giorni il tannino è ancora bello vispo, per quanto maggiormente ingentilito, e bilancia in maniera egregia le sensazioni fruttate mature che questo vino molto completo regala al palato. Assaggiato anche da bottiglia appena aperta si modifica leggermente il naso, che risulta più fresco, ma la struttura rimane invariata. Dopo qualche minuto nel bicchiere vuoto nascono bellissimi profumi di scorza d’arancia di grande succosità. Quella che, a mio modesto parere, è un’annata molto bella, espressa con coerenza ed organicità, una prova di grande valore

 

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Il Barolo Lèon riserva 2007 è invece figlio di un millesimo più “facile”, almeno commercialmente parlando. Il naso è più morbido, carico e fruttato, a scapito però della complessità aromatica percepita nel Serralunga. La bocca invece si attesta su note di cacao amaro, decisamente secco, ma con una spinta acida meno marcata del precedente. Un vino pronto, al cui assaggio si riconosce subito un netto equilibrio fra tutte le componenti che lo formano, di ottima piacevolezza e che non perde quella verticalità che rende riconoscibili i vini di Rivetto

 

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Si chiude a sorpresa, come si era aperta la degustazione, con una Barbera. In questo caso il vino finale è stata la Barbera superiore 2009 Loirano Soprano, un vino che prende il nome dal toponimo su cui sorge anche la cantina, che in passato era appartenuta anche alla famiglia Falletti. Questo è il vino che si distanzia maggiormente dalla linea aziendale, trascorre due anni in barrique nuove ottenendo un naso opulento, quasi grasso, sicuramente “tanto”, pur mantenendo la caratteristica frutta della Barbera. Il periodo passato in legno piccolo fa sì che il vino risulti già molto sviluppato, con acidità ben assorbita ed una chiusura dolce, calda e morbida

 

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Sperimentare Serralunga attraverso le bottiglie di Enrico Rivetto è un’esperienza che raccomando vivamente

Il Fede

 

 

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Articolo scritto e redatto da Federico Malgarini | Tutti i diritti sono riservati