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Il Merano Wine Festival è una manifestazione unica nel suo
genere. Frotte di winelover da tutta Italia, e non solo, vengono attirati come
i bambini dal pifferaio di Hamelin verso l’elegante cittadina altoatesina.
Arrivare da Milano non è un viaggio lunghissimo, ma mettersi in macchina dopo
l’ufficio, di corsa per non tardare a cena, potrebbe essere un’esperienza
quanto meno poco piacevole. Ecco perchè conviene percorrere i 300 km che
separano il capoluogo lombardo dalla bomboniera sud tirolese nella maniera più
comoda possibile -
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Ecco quindi che l’opportunità concessa da Citroën Italia di
recarsi al Festival con una loro macchina è stata presa al balzo. L’auto in
questione era una DS4, già molto accattivante dall’esterno è all’interno che
svela il suo lato migliore. Sedute estremamente avvolgenti, un quadro di facile
lettura e con molte informazioni, sedili riscaldati e massaggianti ed un
impianto audio di grande potenza la rendono in tutto e per tutto una macchina
da lunghi viaggi in grande comodità. Completano il quadro iniziale un pacchetto
sicurezza fatto di segnalatori acustici di prossimità a tutti gli angoli e
messaggi “vibrati” trasmessi direttamente dal sedile per attirare
l’attenzione del guidatore -
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Il motore è piacevolmente potente, ma senza eccessi. I cavalli
vengono erogati con regolarità e senza scalini, dando una bella sensazione di
sicurezza e di controllo. Quando c’è da spingere sull’acceleratore (sempre nei
limiti di velocità, o quasi, mi raccomando) il motore si fa trovare pronto e
reattivo. Coda a parte i km che separano Milano e Merano vengono divorati con
facilità, ed allietati dalla compagnia di un’amica con cui è bello
chiacchierare il viaggio sembra ancora più breve. La città che ci aspetta con
le luci accese è molto affascinante -
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Neanche il tempo di cambiarsi e di nuovo a bordo della DS4,
direzione Castel Fragsburg. Anche lungo la strada tortuosa che si inerpica
verso la vetta dove riposa il ristorante la macchina si comporta molto bene
nonostante la lunghezza non proprio da utilitaria. Guida morbida e buona compagnia
ed in un attimo si è arrivati in cima. La vista è da mozzare il fiato. La valle
sottostante si apre in tutta la sua languida mollezza, punteggiata di luci
colorate che, come arterie fluorescenti ne solcano la pelle d’ebano nella
notte. La luna sopra le nostre teste illumina leggermente la serata e tutto è
pronto per mettersi a tavola -
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Si parte subito alla grande: la cucina dello chef stellato Luis
Haller è di rara delicatezza. I sapori nei suoi piatti si sposano con
disinvoltura e senza forzature, con grande garbo ed eleganza. La cucina
proposta si basa sulla tradizione altoatesina, ed in particolare punta sul
pesce di lago cucinato in maniera ineccepibile. Ad allietare le gole di noi
appassionati bevitori un grande nome emiliano, Cleto Chiarli, ed una piccola
maison chapagnistica, Marguerite Guyot, che al pari della cucina interpreta la
produzione delle mitiche bollicine francesi con charme e delicatezza, pochi
muscoli e tanta leggiadria -
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La cena passa fin troppo in fretta, fra piatti appetitosi e
chiacchiere disinvolte. Ed è sera ed è mattina. Si parte quindi per la due
giorni di assaggi, abbastanza, e di ritrovo di vecchi e nuovi amici,
decisamente di più. Tanto vino, ma ancora più parole, strette di mano, pacche
sulle spalle ed abbracci sinceri, tante risate e qualche occhio velato, e poi
mille pensieri e progetti, condivisi ed individuali. Un fine settimana pieno,
impegnativo, ma sempre troppo breve, di cui alla fine rimane qualche foto, gli
appunti sul catalogo e tanti bei ricordi, ma di questo parlerò in un altro
articolo -
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La fedele DS4 è compagna di lunghe giornate e di serate ancora
più lunghe passate alla scoperta di grandi tesori in piccole enoteche con
qualche inveterato amico che non molla mai il campo di battaglia. È stata una
fedele compagna di viaggio e la pioggia che ci saluta quando lasciamo Merano
non pare triste, ma quasi allegra, un cristallino scroscio di risa che ci dice
arrivederci all’anno prossimo -
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Sulla via del rientro si tirano le somme del weekend che si sta
concludendo, si fanno già progetti per le prossime settimane e si esprime
qualche buon proposito per l’edizione del 2013. Il tutto accompagnati dalla
musica che con fare deciso, ma non invasivo, si propaga attraverso l’abitacolo
spinta dalle casse e che non può che essere quel rock introverso e tecnicamente
impeccabile che facilita l’elucubrazione -
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Les jeux sont faits. Il weekend è concluso ed è ora di
riconsegnare la fida compagna di quasi 800 km e, a distanza di qualche giorno,
posso dirvi che mi è mancata!Articolo scritto e redatto da Federico Malgarini | Tutti i diritti sono riservati
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