Gestire i sì e i no con i bambini può essere davvero stressante. Ogni giorno ci confrontiamo con libri, teorie, insegnanti e altri genitori che sembrano saperne sempre più di noi.  A quanto pare le informazioni sul giusto modo di educare e farsi ascoltare è facilmente accessibile ma poi la pratica, almeno a casa nostra, è tutta un’altra storia. Gestire i sì e no con i bambini nelle nostre famiglie, prevede spesso urla, pianti, rimorsi, sensi di colpa e sensazione di impotenza. Vorremmo essere sempre certi che i nostri no vengano capiti e che non diventino abitudini. Oscilliamo, quindi, tra il dubbio e la stanchezza di somministrare troppi no, temendo spesso le ormai note conseguenze, e la paura che se concediamo un sì questo possa diventare la regola. 

Come gestire i sì e i no con i bambini senza avere dubbi o sensi di colpa?

Purtroppo o per fortuna, quando diventiamo genitori non possiamo escludere la nostra storia personale. Non possiamo del tutto evitare che vengano riproposti metodi educativi, gesti, parole, che sono stati usati con noi quando eravamo piccoli. Diventare genitori, infatti, comporta una vera e propria rielaborazione dei vissuti personali e familiari, portandoci a riflettere su cosa abbia funzionato per la nostra crescita e cosa no. I nostri valori, le nostre esperienze, le nostre conoscenze, ci hanno portati a essere i genitori che oggi si trovano a dover gestire i sì e no dei propri figli.  

Il punto è proprio qui. Un sì o un no, per essere rispettati dal bambino, dovranno essere coerenti, riproposti nel tempo con decisione e continuità. Dovranno essere pertanto prevedibili, appartenere a una costellazione di comportamenti che il bambino può facilmente attribuire al genitore proprio perché li ha da sempre riconosciuti in lui.

Ma se alla base di quei sì e quei no non si trova ciò che è importante per il genitore, cosa non può proprio tollerare, cosa rappresenta un valore o un principio fondamentale per la sua vita, che valore avrà per il bambino? Dove troverà la forza di farli rispettare se lui per primo non crede in ciò che propone? 

Quindi ecco il primo consiglio:  scegliete con cura i sì e no e fate in modo che siano sempre per le stesse cose. Abbiate cura che parlino di voi e di ciò che volete per i vostri figli. 

Come scegliere i sì e i no?

Gestire i sì e i no potrebbe essere molto più semplice scegliendo un principio che ne sia alla base e che ci aiuti a dispensarli.

È risaputo che per avere un valore educativo e per permettere al bambino di rispettarli dovranno essere, soprattutto i no,  pochi ma buoni.  Quindi sarebbe giusto distinguere i no tesi a evitare un pericolo, da quelli che parlano di un discostamento dai nostri principi educativi. 

I primi sono facili da gestire e da far rispettare poiché, se così non fosse, si pagherebbe il prezzo di mettere il bambino in pericolo, fisico o psicologico (anche trascorrere troppo tempo davanti alla tv o mangiare troppa cioccolata rappresenta un pericolo per la sua salute…).  Chi vorrebbe correre questo rischio?

I no che si discostano dalle nostre idee o valori, sono quelli che ci mettono il dubbio, ci spingono a chiederci se non stiamo esagerando e allora ecco che perdono forza. Questi no dovranno essere basati sulla consapevolezza della nostra storia, delle nostre esperienze, ma anche delle nostre conoscenze. Una volta che avremo chiarito chi siamo e cosa vogliamo per i nostri figli, questi no non temeranno confronti e saranno facilmente gestibili.

Ecco il secondo consiglio: a volte fare insieme limita i no e permette ad adulti e bambini di attribuire al no un valore affettivo, di riflettere insieme sulla correttezza della linea che si è scelto di seguire. 

Come gestire i sì 

Be’ i sì devono essere gestiti con cura. Sono quelli che fanno la differenza. Un sì inaspettato può essere molto più utile di 100 no.

Infatti, solo permettendo l’eccezione il bambino riconosce la regola e il suo valore. I sì donano equilibrio a un’educazione che senza di essi non potrebbe definirsi tale.

Ad ogni modo, il sì da elargire dovrà essere sempre accompagnato, così come per i no, da una spiegazione del perché abbiamo scelto di concederlo.  In particolare per il sì, proprio per la paura che diventi la regola,  dovrà essere messo bene in evidenza​ che si tratta ​di un’eccezione. Anche le cause che lo hanno determinato dovranno essere rese esplicite proprio perché il bambino possa riconoscerle da solo ogni volta che si presenta la possibilità di ricevere quel sì. In questo modo, lo aiutiamo ad accettare la decisione, a rispettarla proprio perché è la modalità che lo rispetta, e a godere del momento. Anche lagne e capricci saranno limitati!

Infine, lavorare sulla relazione comporta che il bambino sia interessato a trovare la forza di lottare per ottenere quel sì,  e che cerchi di evitare di perdere quella considerazione da parte del genitore non rispettando il no.

Consiglio: quando la gestione dei sì e dei no con i bambini è basata sull’ascolto dei loro e del nostro vissuto, ma anche sul rispetto e sulla fiducia nella relazione, è tutto più chiaro e semplice da gestire!

Articolo scritto e redatto da FLAVIA INTRALIGI | Tutti i diritti sono riservati