Roddi è il comune più a nord della Langa del Barolo, al confine col Roero. E’ un comune dove la vitivoltura è complessa a causa dell’esposizione e della composizione dei terreni. Tanto complessa che solo due cantine hanno deciso di prendervi dimora. Una di queste è una piccola realtà a conduzione familiare che da alcuni anni ha cambiato marcia. La cantina Oliverio Mario ha infatti subito una vera e propria rivoluzione da quando è arrivato il più giovane della famiglia, Lorenzo, che già durante gli studi di enologia, nel 2001 a vent’anni esatti, ha deciso di cambiare target
Fino ad allora la cantina aveva prodotto e venduto esclusivamente vino in damigiana, principalmente a clienti storici che erano ormai diventati più che altro degli amici. E’ Lorenzo che decide di virare e di iniziare ad imbottigliare ed etichettare il proprio vino, commercializzandolo più in grande. Sfruttando la diversità dei propri terreni vitati, che si dividono fra Alba, La Morra e Rodello, Lorenzo decide di puntare sugli autoctoni di questo angolo di Piemonte: Dolcetto, Barbera, Nebbiolo e Arneis
Aiutato dal padre, Lorenzo inizia quindi un grande lavoro volto a migliorare la qualità dei prodotti proposti attraverso maggiore attenzione e cura in vigna, dove il vino viene concepito. In cantina, invece, si cerca di fare il meno possibile, non trascurando per questo la delicata fase di affinamento che è quella che restituirà il prodotto finito. L’utilizzo della barrique è delicato, solo su vini di struttura, da invecchiamento, e sfruttando le piccole botti di rovere francese anche per cinque o sei anni grazie a trattamenti a base di vapore dopo ogni vuotatura
Il risultato è una gamma di prodotti che comunicano in maniera intensa i caratteri tipici di questo affascinante terroir e che fanno intravedere nella loro pulizia e rotondità la mano del vignaiolo. A partire dal Dolcetto, che qui non è più concepito come vino di pronta beva, ma che invece viene proposto anche come riserva, il Buschet, dopo 24 mesi dalla vendemmia. Un Dolcetto dalle spalle larghe, ottenuto dal vigneto di Rodello, che dopo 12 mesi di affinamento in legno riposa prima per 6 mesi in acciaio e successivamente per altri 6 in bottiglia. Il risultato è un vino che, grazie all’uso delicato e mai invadente della barrique, conserva piacevolmente intatti tutti i profumi fruttati del Dolcetto, guadagnando una struttura ed una finezza unici
Queste note delicate e rotonde, senza spigoli, si ritrovano amplificate nella Barbera Riserva, Campii Raudii, che riesce ad eprimere con voce ampia e chiara le proprie tonalità a metà strada fra la frutta e la spezia e che in bocca rivela un tannino di rara finezza ed una persistenza notevole. Si chiude quindi col Nebbiolo, ottenuto da uve provenienti dal vigneto di La Morra, che all’occhio spicca subito per il bel colore tendente all’aranciato, e che in bocca conquista per il ricercato equilibrio fra leggerezza e struttura, carattere e rotondità
Da non dimenticare che Lorenzo, insieme ad altri quattro vignaioli della zona parimenti giovani e parimenti desiderosi di cambiamento, ho fondato nel 2007 il gruppo Langa Style attivo nella promozione del territorio langarolo e di un modo di fare vino con i piedi bene a terra e lo sguardo sempre in avanti
Articolo scritto e redatto da Federico Malgarini | Tutti i diritti sono riservati