A pochi giorni dall’inizio del campionato italiano di calcio, visti i scarsi risultati a livello europeo ed un sempre maggior distacco del pubblico italiano, è forse utile dare uno sguardo oltre i nostri confini.

Il calcio spagnolo, oltre a rappresentare l’eccellenza del calcio europeo – basti pensare all’ultima finale di Champions League con il derby di Madrid – va oltre al semplice risultato sportivo, elevando a protagonista ogni singolo tifoso o spettatore.

Mi è capitato di recente di presenziare alla partita di inaugurazione della stagione del Barcellona F.C. nella splendida cornice del blasonato Camp Nou.

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Lo spettacolo è inziato alcune ore prima del calcio di inizio, grazie alla meravigliosa organizzazione del club blaugrana, orientata prettamente al divertimento dei piccoli tifosi.

Sono state così allestite delle isole, antistanti ai cancelli dello stadio, in ciascuna delle quali i bambini, accompagnati dalle famiglie, potevano divertirsi con giochi organizzati in tema calcistico.

Il numero di famiglie presenti superava di gran lunga quello dei singoli tifosi o dei cosiddetti ultras: uno scenario inverosimile applicato al contesto italiano, laddove un padre di famiglia deve proteggere fisicamente il proprio figlio per godersi uno spettacolo sportivo.

Lo scopo di questo articolo non consiste nel fare della demagogia spicciola, ma vuole essere un monito per le società italiane per cambiare la mentalità di un calcio, che ha preso da ormai troppo tempo una china sbagliata.

La gestione del tifoso, così come impostata dal Barcellona, oltre ad avere un impatto immediato sulla qualità del servizio, ha anche un ritorno economico nelle casse del Club.

In questo contesto, il merchandising della squadra catalana, avvalorato da una rosa stellare, assume proporzioni smisurate.

Era veramente difficile trovare uno dei 78.000 presenti allo stadio senza un articolo della squadra del cuore, tra le varie maglie ufficiali, cappellini e sciarpe.

I bambini, come sempre, erano lo spettacolo migliore. Tanti piccoli ‘Messi’, ‘Neymar’ e ‘Suarez’, si aggiravano tra i vari stand per calciare un pallone o fare una foto con i cartonati dei propri idoli.

Venendo alla partita, il Barcellona guidato dal nuovo tecnico Luis Enrique ha umiliato la squadra di turno, i messicani del Chivas, per 6-0.

Barcelona F.C 2014/2015

Al di là della pochezza dell’avversario, Messi e compagni hanno fatto già vedere di avere compreso le idee del nuovo tecnico; ottime le prove del neo acquisto Rakitic, erede della bandiera storica Xavi, e del giovane Munir El Haddadi, classe ’95 di cui sentiremo sicuramente parlare.

Messi-Neymar

La cornice del Camp Nou attendeva però l’esordio dell’acquisto più oneroso del mercato blaugrana, l’attacante uruguaiano Luis Suarez, pagato 78 Milioni di Euro al Liverpool. L’attacante dal gol e dal morso facile dovrà attendere il mese di ottobre per giocare la sua prima partita ufficiale in maglia blaugrana, al termine della squalifica inflittagli all’ultimo mondiale brasiliano.

Esordio Luis Suarez

La festa, in campo e fuori, si è dilungata per tutti i 90 minuti con cori, esultanze e coreografie che rendevano omaggio ad uno degli sport più belli e amati del mondo.

Le società italiane, con le dovute proporzioni, dovrebbero iniziare un percorso di evoluzione della propria filosofia, investendo maggiormente nei servizi che coinvolgono il tifoso, magari rinunciando ad un acquisto di un fuoriclasse straniero e valorizzando il proprio vivaio.

Il Barcellona è la sintesi di quanto scritto sopra. Una volta poste queste basi, gli introiti per cercare le grandi stelle del calcio, migrate lontano dal calcio italiano, saranno una diretta conseguenza.

 

Credits: AFP, F.C. Barcelona

Articolo scritto e redatto da Luca Gandini | Tutti i diritti sono riservati